Magazine Religione

I radicali e la strumentalizzazione sentimentale dei disabili

Creato il 28 febbraio 2012 da Uccronline

I radicali e la strumentalizzazione sentimentale dei disabiliDopo aver recentemente criticato il nuovo libro dell'intellettuale Sergio Romano, e mostrato quelle che riteniamo le lacune e le contraddizioni presenti nel testo, non possiamo che condividere le opinioni rilasciate pochi giorni fa in merito alle battaglie ideologiche del Partito Radicale. Su "Il Corriere della Sera" del 19/2, Romano ha infatti paragonato le varie forme di protesta e di catalizzazione dell'attenzione dell'opinione pubblica -come lo sciopero della fame- tra chi davvero ne necessita (giovani greci sommersi dai debiti ed extracomunitari disoccupati e minacciati di espulsione) e chi invece ne abusa, come i militanti radicali. Sono forme di protesta dei "non violenti", come quelle valorosissime di Gandhi, ma quando si sente per la centesima volta che a scioperare per la fame sarà quel novantasettechiliemezzo di Marco Pannella, la cosa diventa ridicola.

Il pensiero di Romano è ovviamente molto più fine, anche perché condivide coi radicali l'idea di una laicità negativa, ovvero l'estromissione totale della religione dalla vita pubblica. Ma la critica rimane: "Credo che i radicali, quando si richiamano al grande esempio di Gandhi, commettano un errore. Il Mahatma sapeva che da una guerra convenzionale contro l'impero britannico i suoi connazionali sarebbero usciti perdenti [...]. Il digiuno di Gandhi contro la Gran Bretagna, quindi, è l'arma del debole in una guerra asimmetrica di liberazione", così come fecero -continua- tanti altri e i prigionieri di coscienza. Al contrario, "mi sorprende invece il digiuno di chi chiede un lavoro o protesta contro alcune particolari politiche dello Stato in cui vive a da cui riceve una somma considerevole di alti vantaggi, fra cui quello della rappresentanza politica. Particolarmente contraddittorio mi sembra il digiuno dei radicali. Sono certo che non vogliano trasformare la politica interna in un campo di battaglia, ma così accade, di fatto, quando un uomo politico minaccia di usare il proprio corpo come un'arma letale e si dichiara pronto a morire pur di raggiungere il suo scopo. Se la politica democratica è lotta senza spargimento di sangue, questa, spiace dirlo, non è più democrazia". Questo per quanto riguarda i noiosi appelli di Pannella e Bonino.

Poi la seconda questione, emersa particolarmente nella strumentalizzazione della famiglia Englaro e di una vita umana, Eluana, sacrificata per una battaglia ideologica-politica, ovvero come grimaldello per inserire l'eutanasia di Stato. Romano non dice questo, ma il suo ragionamento è su questa falsariga: "Paradossalmente il Partito radicale è il più laico dei movimenti politici italiani, ma si è servito degli handicap fisici di alcuni fra i suoi più tenaci militanti per creare il "martire", vale a dire un personaggio che appartiene alle guerre di religione piuttosto che alle battaglie civili. Nella grande maggioranza dei casi i digiunatori, naturalmente, non desiderano la morte. Vogliono vivere, combattere, e sperano di vincere costringendo l'avversario a deporre le armi. Ma questo, spiace dirlo, è un ricatto [...]. Dovrebbero chiedersi quale sia stata, nei casi in cui hanno avuto successo, la ragione delle loro vittorie. Hanno vinto perché, come scrive Emma Bonino, hanno "saputo provocare un pensiero "altro" rispetto a un tema di cui non si vuole neppure sentir parlare"? O hanno vinto perché il "nemico" era impaurito dalla possibilità di apparire responsabile del loro decadimento fisico e, in ultima analisi, della loro morte? Se la risposta giusta è la seconda, la parola ricatto mi sembra appropriata".

Ovviamente non è mancata la risposta scandalizzata dei radicali, affidata proprio ad un disabile - Gustavo Fraticelli-, co-presidente della Associazione Luca Coscioni. Il contenuto della replica era prevedibile: noi "abbiamo scelto, non ci hanno chiesto, di usare il nostro corpo per rivendicare diritti civili, per scendere nella trincea della battaglia politica". Peccato che questo non sia valso nel caso di Eluana, alla quale è stata ricostruita una presunta volontà di decine di anni prima (quando era tra l'altro in perfetta salute psicofisica), per giustificare la sua eliminazione. La risposta di Sergio Romano non ha comunque fatto passi indietro rispetto all'accusa iniziale: "i disabili hanno il diritto di pretendere la solidarietà dei loro connazionali. Il problema discusso nel mio articolo è l' uso politico delle loro personali vicende [...]. Un partito politico, in ultima analisi, è sempre responsabile delle proprie scelte, anche quando gli sono suggerite da altri. In questo caso i radicali hanno elevato Welby e Coscioni a icone delle loro battaglie, hanno introdotto un elemento emotivo e spettacolare nel dibattito politico, hanno cercato di commuovere anziché di convincere, hanno reso più difficile il confronto argomentato e dialettico su temi importanti come quello del suicidio assistito e del testamento biologico".


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :