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I radicali si (s)vendono a Storace

Creato il 21 gennaio 2013 da Societa' Critica @societacritica

E così Marco Pannella ha ufficializzato che alle prossime elezioni regionali del Lazio i Radicali sosterranno il postfascista Francesco Storace. Non sono servite le rimostranze di radicali storici come Emma Bonino e Gianfranco Spadaccia o di volti più giovani come il parlamentare Matteo Mecacci, di Marco Cappato consigliere comunale a Milano, e di Mario Staderini segretario del partito tutti contrari ad appoggiare l’ex missino, Marco Pannella ha deciso: meglio l’appartamento con la destra che subire i diktat del partito democratico.

Ma quale sarebbe stata la richiesta avanzata dal Partito Democratico giudicata irricevibile dal partito di Via Torre Argentina? Semplice, Nicola Zingaretti si era reso indisponibile a candidare tutti i consiglieri regionali uscenti eletti nelle file del PD, compresi i due radicali Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, responsabili di aver sollevato meritoriamente lo scandalo rimborsi alla Pisana che ha avuto Franco Fiorito capogruppo del PDL alla regione, come simbolo dello sperpero del denaro pubblico avvenuto durante gli anni della giunta Polverini. Inspiegabilmente però sempre il PD ha candidato 5 (su 14) dei suoi consiglieri uscenti nelle liste del Senato.

Pannella sicuramente poteva proporre a Zingaretti altri due nomi e dirottare Berardo e Rossodivita ad altri incarichi non si capisce quindi la rigidità del leader radicale che pur di tenere il punto ha traghettato il suo partito storicamente democratico e liberale, tra le fila dei postfascisti che hanno dato un pessimo esempio di amministrazione pubblica negli anni della Polverini e negli anni in cui lo stesso Storace fu presidente della regione Lazio. Il movimento che ha fatto del rispetto della legalità e dei diritti civili un mantra si allea quindi con la Destra di Storace e di Bontempo detto “er pecora”, noto per le posizioni antiabortiste e clericali, e con il PDL di Fiorito, ed i cui referenti regionali sono i vari Cicchitto, Gasparri, ed Alemanno che con le politiche radicali non hanno nulla a che vedere.

Una posizione miope e suicida che difatti ha spaccato in due il partito. Come da tradizione inoltre questa importante decisione non è stata messa ai voti, ma presa da Pannella in solitaria e senza ascoltare le voci dissonanti. Per fortuna le probabilità che Storace corretto con l’innesto pannelliano sono pari allo zero.

La politica del pendolo radicale, una volta a destra una volta a sinistra, continua con esiti patetici ed impresentabili. La coerenza era stata già persa, adesso dopo tanti anni di gloriosa militanza, è andata perduta anche quel minimo di dignità necessaria per presentarsi al vaglio degli elettori. A suon di scioperi della fame e della sete, Pannella ha indubbiamente smarrito quell’adeguata lucidità politica condicio sine qua non per andare avanti.


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