Magazine Diario personale

I ragazzi che volevano fare la rivoluzione

Da Aquilanonvedente

i ragazzi lcOvverossia quelli di Lotta Continua.

Il libro l’ho trovato per caso in biblioteca. Ammetto che, ai tempi, ho sempre capito poco e niente della differenza che c’era (forse) tra le diverse formazioni dell’estrema sinistra: Lotta Continua, Il Manifesto, lo PDUP, Democrazia Proletaria, il Movimento Lavoratori per il Socialismo. Tutte sigle impegnate a combattersi per lo più tra di loro e, se proprio dovevano trovarsi un nemico, era il PCI.

Lotta Continua nacque alla fine degli anni sessanta e si sciolse nel 1976. Alcuni suoi esponenti, come quelli di altri movimenti, passarono alla lotta armata, anche perché un tratto comune di tutte queste sigle era la giustificazione della violenza, sia che fosse rivolta verso i capi delle fabbriche, sia che fosse un attentato a un magistrato o un carabiniere.

Ecco, non ho mai capito le differenze politiche tra di loro, ma ho capito che un loro tratto comune era la giustificazione, se non l’appoggio, se non la pratica diretta della violenza. Ovvio che poi il passaggio alla lotta armata sarebbe stato soltanto questione di un attimo.

Operai e studenti che sognavano la rivoluzione; che bloccavano le fabbriche per giorni, settimane; che pensavano che sarebbe stata imminente la caduta del capitalismo; che però il capitalismo prima di cadere avrebbe avuto un rigurgito di violenza, con un colpo di stato; che bisognava quindi prepararsi non solo a resistere, ma anche a reagire.

Quello che ricordiamo di queste illusioni post sessantottine sono la violenza e il terrorismo che hanno insanguinato l’Italia fino a pochi anni fa.

Non ho mai avuto simpatia per personaggi come Adriano Sofri (leader di LC), Erri De Luca (responsabile del servizio d’ordine romano di LC), Mario Capanna, ma nemmeno Fausto Bertinotti e soci. Forse qualcuno che li seguiva era in buona fede, ma loro, i capi, no. Loro sapevano che avrebbero condotto alla distruzione sociale una parte rilevante di una generazione e infatti a un certo punto si sono riciclati, diventando politici, giornalisti, manager, ecc.

Gentaglia.

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Domani si rientra al lavoro.

Ottobre sarà un altro mese di controlli e quindi di relativo stress (un giorno racconterò cos’è successo al mio follow up fino ad agosto…).

Io attendo il risveglio delle mie papille gustative, per poter riscuotere tutte le promesse di pranzi e cene luculliane che ho ricevuto.

Finché la vita proseguirà…

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