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I registi di Venezia 71: David Gordon Green

Creato il 02 settembre 2014 da Nicola933
di Federica De Felice I registi di Venezia 71: David Gordon Green - 2 settembre 2014

Di Federica De Felice. E’ in corso in questi giorni la 71esima edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica a Venezia. Ogni giorno, fino alla conclusione della manifestazione, Giornale Apollo proporrà un approfondimento su uno dei registi in concorso. In questo articolo vi presentiamo David Gordon Green.image

David Gordon Green (Little Rock, 9 Aprile 1979) cresce in Texas e studia Cinema alla North Carolina School of the Arts.

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Il suo film d’esordio risale al 2000: parliamo di George Washington, presentato alla 18esima edizione del Torino Film Festival e vincitore come Miglior Film.
Il film è ambientato in una cittadina del North Carolina e segue le vicende di un gruppo di ragazzi e del suo leader, George, che dopo una lite, uccide accidentalmente un ragazzo di nome Buddy e decide insieme ai compagni di nasconderne il corpo. E’ un successo di critica, sebbene al film non sia stata riservata la giusta attenzione dalla distribuzione.

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Nel 2003 dirige il dramma romantico All the real girls, con protagonisti Paul Schneider e Zooey Deschanel.
Presentato questa volta al Sundance Film Festival (e vincitore del Premio Speciale della Giuria), il film è nuovamente ambientato in una cittadina di provincia nel profondo Sud, e racconta di Paul, donnaiolo che rifugge dalle storie d’amore a lungo termine, finché incontra Noel, una ragazza inesperta ma molto più matura di lui, che lo induce ad diventare una persona migliore.
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Nel 2004 Gordon Green torna a Torino con il thriller Undertow, che racconta le vicende dei fratelliChris (un giovanissimo Jamie Bell) e Tim in fuga dalla violenza dello zio Deel, che dopo aver ucciso il loro padre è disposto a tutto pur di entrare in possesso di alcune monete d’oro. Produttore del film è Terrence Malick, ai cui film Gordon Green si ispira soprattutto nel creare le atmosfere e l’ambientazione della sua opera.

Il 2007 è l’anno di Snow Angels, altro dramma dalle tinte fosche e noir, basato sull’omonimo romanzo di Stewart O’Nan, e presentato al Sundance. Il film racconta di Arthur (Michael Angarano) liceale insicuro e trascurato dai genitori, le cui vicende si intrecciano con quelle di Annie, la sua ex babysitter, madre single, separata dal marito, Glenn (Sam Rockwell), disoccupato ed ex bevitore; il dramma raggiunge l’acme quando Tara, la figlia di Annie e Glenn, scompare misteriosamente e viene trovata, morta, proprio da Arthur.

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Il 2008 segna il primo spartiacque nella carriera di Gordon Green, che abbandona il cinema “impegnato” per dedicarsi alla commedia di genere, quasi demenziale, con Strafumati (2008), Sua Maestà (2010) e Lo Spaventapassere (2011).
Il primo, prodotto da Judd Apatow, e interpretato da Seth Rogen e James Franco, racconta di Dale Denton, pigro e costantemente strafatto, che ha come unica ragione di vita procurarsi l’erba dal suo amico Saul, soprattutto un nuovo tipo di cannabis, chiamato Pineapple Express. Una notte, mentre consuma solitario il suo ennesimo spinello, diventa testimone involontario di un omicidio. Preso dal panico chiede aiuto all’amico Saul, ma ben presto per i due amici inizia un’avventurosa fuga dalla polizia e da alcuni spietati killer assoldati dal re della droga Ted Jones.

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Sua Maestà è invece una commedia demenziale ambientata nel Medioevo. Il perfido mago Leezar (Justin Theroux) rapisce Belladonna (Zooey Deschanel), promessa sposa dell’eroico principe Fabious (James Franco). Fabious decide di partire per una missione di salvataggio e il re ordina al pigro principe Thadeous (Danny McBride), fratello minore di Fabious, di partecipare alla spedizione. Inizia così un viaggio in cui i due fratelli dovranno affrontare molti pericoli, accompagnati dalla misteriosa guerriera Isabel (Natalie Potman).

Lo spaventapassere ha per protagonista Jonah Hill che indossa i panni di uno studente che, sospeso dal college, si ritrova a fare il babysitter, lavoro per il quale risulta del tutto impreparato.

Nel 2013 di nuovo la svolta. Gordon Green abbandona la commedia e fa ritorno a cinema d’autore, con Prince Avalanche, remake del film islandese A Annan Veg, con protagonisti Paul Rudd e Emile Hirsch.

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Vincitore dell’Orso d’Argento per la miglior regia, il film è ambientato in Texas, dopo un devastante incendio che ha distrutto oltre 700.000 acri di boschi. Due operai, Alvin e Lance, vengono assunti per ridipingere il manto stradale, lavoro che li terrà isolati e a contatto con la natura per oltre due mesi. Alvin, introverso e sognatore, porta con sé Lance, il fratello pigro e scapestrato della donna che ama. Tra questi due caratteri differenti nasce un’alchimia conflittuale che oltre a essere il principale vettore di comicità del film, avvicina i due personaggi, che si scoprono uniti da un legame che li ha resi uno più simile all’altro, e che li renderà uomini più maturi e migliori di prima.

Sempre nel 2013 Gordon Green ritorna al Lido di Venezia con Joe, adattamento drammatico dell’omonimo romanzo di Larry Brown, con protagonista Nicholas Cage. Siamo di nuovo nella provincia americana, di nuovo in Texas. Gary Jones è un quindicenne con una vita difficile; il padre alcolizzato picchia lui e la madre, e per questo motivo è costretto a cambiare paese con la moglie, Gary e la figlia Dorothy.

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Giunto in Texas, inizia a cercare lavoro e viene assunto da Joe Ransom, un ex detenuto che vive la vita al massimo, dedito alla birra e alle belle signore, ma altruista coi deboli e scontroso con gli arroganti. Assieme al datore di lavoro e al suo team si occupa di disboscare alberi e, guadagnata la fiducia di Joe, riesce a far assumere anche il padre. Tuttavia, l’indisponenza del genitore, scansafatiche e riottoso, causa il licenziamento di entrambi. La famiglia di Gary sprofonda sempre più nella disperazione: il padre arriva a uccidere per rubare piccole somme, la madre vive in uno stato di totale sottomissione e disperazione, mentre la sorella si chiude in un mutismo assoluto. Gary implora allora Joe di avere un’altra possibilità. Oltre ad essere nuovamente assunto, instaura progressivamente un rapporto di amicizia con il rude e sensibile texano, tanto da riconoscere in lui un secondo padre…

A distanza di un anno David Gordon Green torna al Festival di Venezia, con Manglehorn. 

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Protagonista è Al Pacino (in un ruolo che potrebbe metterlo in lizza per il Leone d’Argento) che veste i panni di un fabbro, Angelo Manglehorn, che trascorre un’esistenza semplice e ordinaria in una cittadina della provincia americana. In realtà nel suo passato c’è un’ombra che non riesce ad allontanare: quarant’anni prima ha rinunciato alla donna che amava per compiere un colpo. Ancora oggi non riesce a perdonarsi la scelta fatta e, quotidianamente, scrive alla donna delle appassionate lettere d’amore. I giorni passano fino a quando l’uomo incontra una giovane che lo aiuta a riprendersi… ma il passato continua incessantemente a tornare a galla.

Qui il programma di Venezia 71.


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