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I reietti dell'altro pianeta

Creato il 09 luglio 2012 da Narratore @Narratore74

I reietti dell'altro pianeta Formato: Cartaceo Lunghezza: Romanzo lungo Prezzo: 7,65 € Lingua: Italiano Autore: Ursula le Guin Link per l'acquisto: I reietti dell'altro pianeta (Cosmo. Biblioteca)
Sinossi Due mondi, uno la luna dell'altro. Arres e Annares… stessa popolazione, sotto il profilo biologico, ma estremamente differenti dal punto di vista dell'anima e degli obbiettivi. Urras è il caposaldo del capitalismo, dell'avere e del possedere, un vero fulcro per tutto ciò che è immagine e che deve per forza essere ostentato. Annares, al contrario, basato sull'uguaglianza, sull'aiuto reciproco, sul avere solo quello che è necessario e dividerlo con chi ne ha necessità. Due pensieri contrapposti, due modi di vedere la vita estremamente distaccati e differenti. Ma qualcosa sta per cambiare, un uomo solo avrà il potere di far vacillare entrambi i sistemi, dando vita a qualcosa di nuovo e, ci si augura, migliore.
Impressioni Parlare di questo libro mette soggezione, almeno nel sottoscritto. Pubblicato lo stesso anno in cui sono nato io, nel 1974, firmato da Ursula le Guin, parla di concetti come la libertà, la ribellione, il senso di rivoluzione, e lo fa con una freschezza che risulta a dir poco encomiabile. I reietti dell'altro pianetaUn pezzo di fantascienza che fa da boa per molti altri prodotti, non mostra quello è accaduto, non ci prova nemmeno, ma si limita a raccontarci tutta una serie di emozioni e di sentimenti che vanno dall'estasi al rigetto, dalla voglia di cambiare alla paura stessa del cambiamento. Testo ancora oggi attualissimo, si concentra sulle vicende di Shevek, fisico annaresiano, odiato dal suo stesso popolo per le scelte compiute e guardato con sospetto da Urras solo per quello che potrebbe causare la sua sola presenza. Una storia, dicevo, che corre su un binario parallelo, mostrandoci le due facce di una medaglia luccicante ma sporca, imbrattata da rancori, rimorsi e estremismi, sempre sul bilico dell'errore e del non ritorno. Leggere di questi due mondi, di come, secoli prima, si siano divisi, come ideologie, e abbiano creato muri invalicabili davanti ad ogni possibilità di dialogo, di riunione. Arres e Annares sono come due pezzi della stessa anima, in cui coesistono sia i lati peggiori che quelli migliori delle due linee di pensiero. Mentre leggiamo risulta evidente la difficoltà di entrambi nel procedere lungo la via dell'evoluzione, anche se entrambi negano questi problemi, li evitano e fanno un vanto invece dei traguardi raggiunti fino a quel momento. Metaforicamente parlando, sembra di assistere al litigio fra due bambini, ognuno convinto della propria opinione e inamovibili dalle proprie posizioni. Ma questo non può ovviamente durare e quando Shevek, incalzato da una frustrazione ben fondata, decide di compiere l'unico passo possibile, le conseguenze della sua scelta si ripercuotono su entrambi i mondi, minando quelle stabilità che avevano retto fino a quel giorno. Ma è innegabile, inevitabile forse, che sarebbe accaduto, che il tempo, costante e fulcro di tutte le teorie di Shevek, non avrebbe permesso il protrarsi di una situazione di stallo, di una non-evoluzione. I reietti dell'altro pianeta
A volte, quando parlo di fantascienza, mi lascio trasportare, coinvolto spesso dagli eventi, ma soprattutto dalle emozioni che questo genere è in grado di regalarmi. Leggere questo libro apre molte porte, porte che sappiamo esserci ma che, forse per troppa sfatica o solamente per comodità, non proviamo nemmeno a socchiudere. Queste aperture, invece, sono necessarie, per capire noi stessi e il resto del mondo, e cercare di compiere quel cambiamento che promette fatica ma ripaga con un'evoluzione necessaria e indomabile. Anche noi, come Arres e Annares, siamo ad uno stallo, al crocievia più importante della nostra storia. E anche noi, come loro, abbiamo bisogno di uno Shevek che valichi i muri e combatta con le armi della ragione i vecchi preconcetti. E non serve essere eroi, lui ce lo dimostra, per far valere un'idea. Perché quando è l'idea stessa ad avere potere, noi siamo solo portatori, ambasciatori di un cambiamento che avrebbe avuto luogo comunque. Tutti noi possiamo essere come lui, ognuno di noi ha un piccolo Shevek dentro, pronto a lottare, a ribellarsi, a impugnare la parola rivoluzione e metterla in atto nel modo giusto e senza imposizioni. Basta volerlo...

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