Magazine Società

I saggi del politologo

Creato il 08 giugno 2013 da Caval48 @carlovalentini
I SAGGI DEL POLITOLOGO

Saggi o non saggi ? "La commissione che si è appena insediata - dice Gianfranco Pasquino- ha un compito difficile. Non tutti i saggi, designati anche su base partitica o di visibilità giornalistica, possono essere considerati tali. Al contrario vi è la totale assenza di politologi di professione questo è grave per una commissione che si deve occupare dei futuri assetti politici. Per di più ne fa parte anche qualcuno che ha sempre sostenuto, sbagliando alla grande, l'inapplicabilità della scienza politica".

E' al presidente Napolitano che sembra stiano a cuore i saggi. "Forse -afferma Pasquino- avrebbe dovuto stargli a cuore anche una migliore selezione dei componenti della commissione, ad esempio, non nominando chi ha dichiarato che la precedente commissione di esperti era inutile. Ho l'impressione che sia Napolitano sia Letta (sia Quagliariello) abbiano in frealtà ceduto ai condizionamenti dei partiti".

Gianfranco Pasquino, 71 anni, docente di scienze politiche alla John's Hopkins University, sede di Bologna, ex-direttore della rivista Il Mulino, è presidente della Società italiana di scienza politica, l'ultimo suo libro si intitola "Finale di partita, tramonto di una Repubblica" (Università Bocconi Editore).

Professore, presidenzialismo o semipresidenzialismo ?

Risposta. Premesso che presidenzialismo e semipresidenzialismo sono entrambi modelli democratici, ma differenti nel loro funzionamento, ritengo chiaramente preferibile per l'Italia il modello semipresidenziale.

D. Ma è proprio necessario, in questo momento, riformare la Costituzione ?

R. Certamente, sì. Dopo sessantacinque anni gli stessi costituenti sosterrebbero che è indispensabile rivisitarela Costituzione, in particolare, il suo modello di democrazia parlamentare. In un famoso e indimenticabile ordine del giorno, loro stessi avevano auspicato un potenziamento del governo per garantirne stabilità ed efficacia. Non parlarono di semipresidenzialismo poiché non esisteva ancora, ma credo che oggi lo prenderebbero in seria considerazione.

D. Matteo Renzi propone una legge elettorale sulla falsariga di quella per l'elezione dei sindaci: è una strada percorribile ?

R. La strada è percorribile, ma sicuramente non porta ad una soluzione efficace per il governo dell'Italia. Una cosa è fare eleggere direttamente un sindaco e conferirgli una maggioranza. Cosa molto diversa, formula che non esiste da nessuna parte al mondo, è fare eleggere direttamente un capo del governo attribuendogli un grosso premio in seggi, uno degli aspetti del Porcellum ai quali ha già obiettatola Cassazionee che, presumibilmente, verrà alquanto tardivamente dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale caratterizzatasi per la sua incerta e ambigua giurisprudenza in materia elettorale. Qualcosa che i giuristi masticano poco e che è gustoso pane quotidiano dei politologi. Aggiungo che una crisi di governo locale porta automaticamente allo scioglimento del consiglio comunale. Non si potrebbe non consentire anche ad un primo ministro eletto dai cittadini, poi sfiduciato, di sciogliere il parlamento con il rischio di logorare le istituzioni e, soprattutto, di irritare i cittadini chiamati a votare troppo di frequente oppure si vedrebbe uno stallo "parlamento/governo" irrisolvibile. No, la strada indicata da Renzi non mi sembra positiva.

D. Ritiene che la politica, ricorrendo ai saggi e, perché no?, anche alle larghe intese, stia abdicando al proprio ruolo di iniziativa e di guida ?

R. "Stia abdicando" ? La politica e i partiti italiani hanno abdicato una ventina d'anni fa e si sono consegnati, di volta in volta, prima, ad un imprenditore televisivo, poi, ad un professore-manager di Stato, adesso, in parte, ad un commediante. Chi dei tre sarà mai in grado di ridare dignità, iniziativa e ruolo di guida alla politica?

D. Qual è il suo giudizio su questi primi passi del governo Letta ?

R. Il presidente del consiglio, nei limiti dati, che sono stretti, si sta muovendo abilmente, in maniera cauta, facendo un passo dopo l'altro, lento pede. Può andare, in mancanza di meglio, piuttosto lontano.

D. Una volta finite le larghe intese ci sarà Berlusconi o Renzi ?

R. Più durano le larghe intese meno si vedrà il ritorno di Berlusconi, ma la lunga durata rischia di logorare anche Renzi nei comportamenti del quale è già possibile rilevare qualche manifestazione di nervosismo.

D. Il movimento 5 stelle è finito ? E così la Lega ? A chi andrà il voto di protesta ?

R. Il movimento 5 stelle, nato per protesta, progredito con un pugno di click che hanno selezionato gli inesperti inevitabilmente anche incompetenti (non sanno neppure che cosa fare con gli scontrini), persino ingiustificatamente arroganti, eterodiretti, sta in effetti già boccheggiando. Anchela Legasi trova a metà tra il tirare le cuoia e il tirare a campare. Il voto di protesta un po' si disperderà un po' ripiegherà nell'astensione. Chi si dimostrerà capace di proposta raccoglierà anche una parte della protesta e la incanalerà in attività di governo. Per ora però l'orizzonte è piuttosto vuoto di personaggi seriamente propositivi.

D. Perchè la Terza Repubblica fatica tanto a nascere ?

R. La difficoltà di nascita deriva, da un lato, dal fatto che molti preferiscono vivacchiare in questo interregno, dall'altro, che pochi, non abbastanza, hanno le proposte per andare oltre, con coraggio e con scienza (politica). Come le dicevo, se l'orizzonte è quasi vuoto come può incominciare quella rinascita politica, cioè nazionale, di cui ci sarebbe bisogno, tirando fuori il Paese dal pantano in cui si è cacciato ?

o non saggi ? "La commissione che si è appena insediata - dice Gianfranco Pasquino- ha un compito difficile. Non tutti i saggi, designati anche su base partitica o di visibilità giornalistica, possono essere considerati tali. Al contrario vi è la totale assenza di politologi di professione questo è grave per una commissione che si deve occupare dei futuri assetti politici. Per di più ne fa parte anche qualcuno che ha sempre sostenuto, sbagliando alla grande, l'inapplicabilità della scienza politica".

E' al presidente Napolitano che sembra stiano a cuore i saggi. "Forse -afferma Pasquino- avrebbe dovuto stargli a cuore anche una migliore selezione dei componenti della commissione, ad esempio, non nominando chi ha dichiarato che la precedente commissione di esperti era inutile. Ho l'impressione che sia Napolitano sia Letta (sia Quagliariello) abbiano in frealtà ceduto ai condizionamenti dei partiti".

Gianfranco Pasquino, 71 anni, docente di scienze politiche alla John's Hopkins University, sede di Bologna, ex-direttore della rivista Il Mulino, è presidente della Società italiana di scienza politica, l'ultimo suo libro si intitola "Finale di partita, tramonto di una Repubblica" (Università Bocconi Editore).

Professore, presidenzialismo o semipresidenzialismo ?

Risposta. Premesso che presidenzialismo e semipresidenzialismo sono entrambi modelli democratici, ma differenti nel loro funzionamento, ritengo chiaramente preferibile per l'Italia il modello semipresidenziale.

D. Ma è proprio necessario, in questo momento, riformare la Costituzione ?

R. Certamente, sì. Dopo sessantacinque anni gli stessi costituenti sosterrebbero che è indispensabile rivisitarela Costituzione, in particolare, il suo modello di democrazia parlamentare. In un famoso e indimenticabile ordine del giorno, loro stessi avevano auspicato un potenziamento del governo per garantirne stabilità ed efficacia. Non parlarono di semipresidenzialismo poiché non esisteva ancora, ma credo che oggi lo prenderebbero in seria considerazione.

D. Matteo Renzi propone una legge elettorale sulla falsariga di quella per l'elezione dei sindaci: è una strada percorribile ?

R. La strada è percorribile, ma sicuramente non porta ad una soluzione efficace per il governo dell'Italia. Una cosa è fare eleggere direttamente un sindaco e conferirgli una maggioranza. Cosa molto diversa, formula che non esiste da nessuna parte al mondo, è fare eleggere direttamente un capo del governo attribuendogli un grosso premio in seggi, uno degli aspetti del Porcellum ai quali ha già obiettatola Cassazionee che, presumibilmente, verrà alquanto tardivamente dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale caratterizzatasi per la sua incerta e ambigua giurisprudenza in materia elettorale. Qualcosa che i giuristi masticano poco e che è gustoso pane quotidiano dei politologi. Aggiungo che una crisi di governo locale porta automaticamente allo scioglimento del consiglio comunale. Non si potrebbe non consentire anche ad un primo ministro eletto dai cittadini, poi sfiduciato, di sciogliere il parlamento con il rischio di logorare le istituzioni e, soprattutto, di irritare i cittadini chiamati a votare troppo di frequente oppure si vedrebbe uno stallo "parlamento/governo" irrisolvibile. No, la strada indicata da Renzi non mi sembra positiva.

D. Ritiene che la politica, ricorrendo ai saggi e, perché no?, anche alle larghe intese, stia abdicando al proprio ruolo di iniziativa e di guida ?

R. "Stia abdicando" ? La politica e i partiti italiani hanno abdicato una ventina d'anni fa e si sono consegnati, di volta in volta, prima, ad un imprenditore televisivo, poi, ad un professore-manager di Stato, adesso, in parte, ad un commediante. Chi dei tre sarà mai in grado di ridare dignità, iniziativa e ruolo di guida alla politica?

D. Qual è il suo giudizio su questi primi passi del governo Letta ?

R. Il presidente del consiglio, nei limiti dati, che sono stretti, si sta muovendo abilmente, in maniera cauta, facendo un passo dopo l'altro, lento pede. Può andare, in mancanza di meglio, piuttosto lontano.

D. Una volta finite le larghe intese ci sarà Berlusconi o Renzi ?

R. Più durano le larghe intese meno si vedrà il ritorno di Berlusconi, ma la lunga durata rischia di logorare anche Renzi nei comportamenti del quale è già possibile rilevare qualche manifestazione di nervosismo.

D. Il movimento 5 stelle è finito ? E così la Lega ? A chi andrà il voto di protesta ?

R. Il movimento 5 stelle, nato per protesta, progredito con un pugno di click che hanno selezionato gli inesperti inevitabilmente anche incompetenti (non sanno neppure che cosa fare con gli scontrini), persino ingiustificatamente arroganti, eterodiretti, sta in effetti già boccheggiando. Anchela Legasi trova a metà tra il tirare le cuoia e il tirare a campare. Il voto di protesta un po' si disperderà un po' ripiegherà nell'astensione. Chi si dimostrerà capace di proposta raccoglierà anche una parte della protesta e la incanalerà in attività di governo. Per ora però l'orizzonte è piuttosto vuoto di personaggi seriamente propositivi.

D. Perchè la Terza Repubblica fatica tanto a nascere ?

R. La difficoltà di nascita deriva, da un lato, dal fatto che molti preferiscono vivacchiare in questo interregno, dall'altro, che pochi, non abbastanza, hanno le proposte per andare oltre, con coraggio e con scienza (politica). Come le dicevo, se l'orizzonte è quasi vuoto come può incominciare quella rinascita politica, cioè nazionale, di cui ci sarebbe bisogno, tirando fuori il Paese dal pantano in cui si è cacciato ?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :