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I segretari dell'opinione dominante: le Autority

Creato il 07 giugno 2012 da Giusva

I segretari dell'opinione dominante: le AutoritySi è persa l’ennesima buona occasione per fare una degna figura. In questi tempi in cui la tigre dell’antipolitica viene cavalcata da sempre più esponenti del vivere civile, i principali partiti italiani sembra facciano a gara per alimentare questo sentimento. Non stiamo certo parlando dei mancati tagli alle prebende parlamentari, ne di tutti quei benefici di cui godono costoro, nulla di così eclatante. Una piccola occasione, un semplice segnale di inversione di tendenza di questo italico malessere. Per la cronaca i presidenti di Camera e Senato avevano dato impulso a che ciò potesse realizzarsi. Nei giorni scorsi, infatti, in occasione dei rinnovi delle Autority di vigilanza avevano ipotizzato una partecipazione di persone estranee alle logiche di partito e soprattutto che andasse contro l’applicazione pedissequa del manuale Cencelli. In effetti  la procedura, semplice e di rapida attuazione prevedeva, da parte degli interessati possessori dei requisiti minimi per accedere alle cariche, l’invio di curricula da sottoporre alle commissioni esaminatrici, di modo che, queste, potessero esprimere un voto informato. Tutto questo per dare un senso a quella parolina messa di fianco al termine Autority. Si perché non tutti sanno, e forse molti lo hanno anche dimenticato, che subito dopo dovrebbe esserci il termine “indipendenti” . L’Autority già nominata ad esempio, l'Agcom, è nata per (lecita la risatina amara a denti stretti) assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e tutelare il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nelle comunicazioni. Nelle buone intenzioni, quindi, per svolgere a pieno il suo operato, l’ autorità dovrebbe fare della parola “indipendente” il suo faro guida. Anche stavolta però, tornando all’occasione perduta, i partiti si sono spartiti (scusate il consapevole gioco di parole) le autorevoli seggiole e i curricula presentati neppure sono stati visionati. Il tutto in pieno stile II Repubblica in cui a farla da padrone sono stati i segretari di partito. Basta guardare i nomi degli eletti per rendersene conto che per la cronaca sono i seguenti: Maurizio Decina quota Pd (163 voti), Antonio Preto quota terzo polo(94 voti), Francesco Posteraro quota terzo polo (91 voti) e Antonio Martusciello quota Pdl (148 voti) vanno all'Agcom. Giovanna Bianchi Clerici quota lega (168 voti), Antonello Soro quota Pd  (167 voti), Augusta Iannini (107 voti) e Licia Califano quota pd (97 voti) all'Authority sulla privacy. Giuseppe Lauricella quota terzo polo (322 voti) alla giustizia amministrativa. Come è dato notare tutti i nominati recano indelebile sulla fronte il tatuaggio di partito . Spicca una sola eccezione quella di Augusta Iannini  e non perché sia la giovanna d’arco della vera indipendenza, ma perché lei è in quota a tutti i partiti essendo la consorte del più noto segretario dell’opinione dominante dall’epoca di Vincenzo Monti in poi, ovvero Bruno Vespa. (nella foto: Vincenzo Monti)


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