Magazine Cultura

I ♥ Telefilm: Vicious, Manhattan Love Story, Happyland, Please Like Me II

Creato il 24 novembre 2014 da Mik_94

I ♥ Telefilm: Vicious, Manhattan Love Story, Happyland, Please Like Me IIVicious  Stagione I Nel momento in cui ho smesso di ridermela come un idiota, ho deciso che avrei dovuto parlarvi nell'immediato di questo gioello strampalato di comedy: Vicious. Scoperto di recente grazie a un post del blog In central perk – che, come lascia intuire il nome, di telefilm e sit-com epiche se ne intende - non mi è chiaro come, avendo debuttato lo scorso anno, sia potuto sfuggire ai miei radar. I protagonisti, a questo punto, come solo loro sanno fare, mi offenderebbero a morte. E a pieno diritto, direi, nonostante sia permaloso in una maniera che non vi dico e nonostante, con alte probabilità, risponderei loro a tono. Io sono uno di quelli che non si tiene niente: naturalmente intollerante verso il prossimo. Partiamo da un difetto, l'unico che c'è: Vicious, con sette episodi di venticinque minuti ciascuno, è troppo breve. Avrei voluto averne in eterno. Detto questo, potrei proporvi una lista infinita di pregi che però vi risparmio. Dovete scoprirli da soli. Perché Vicious è imperdibile, quindi? E' inglese fino al midollo, ha come protagonisti due vecchietti più o meno adorabili, ha un umorismo feroce che si nutre di tè, cattiverie gratuite, lunghi anni d'amore. Tutte cose che mi piacciono moltissimo. E di che che parla? Ma di una coppia di anziani omosessuali che convivono da cinquanta anni – precisamente, quarantanove – e che nel loro salotto elegantissimo, tutto pizzi e cianfrusaglie, ospitano amici e vicini per darsela un po' di santa ragione, dalla mattina presto fino al sacro rituale del tè delle diciassette. Tirchi, sgarbati, iracondi, ma esilaranti se visti dall'esterno, fanno le cose che le vecchie coppie fanno: chiacchierare, raccontare storie e detestarsi, perlopiù. Uno, egocentrico e melodrammatico, è un attore sul viale del tramonto, anche se sulla via principale della fama, diciamolo, non ci è mai arrivato: troppo sperare nel grande boom se si è settantenni? L'altro, ancheggiante e pacato, insospettabile rubacuori, fa di lavoro il mantenuto: non ha mai faticato in vita sua e la sua principale occupazione è telefonare alla mamma. Una specie di mummia immortale che perfino Dio non vuole e che, bellamente, ignora la sessualità del figlio: sotto sotto, preme ancora per avere dei nipotini e per vederlo sposato. Con una donna, ovviamente. Un clamoroso outing per festeggiare le vicine nozze d'argento si può fare? Alla loro porta, in ogni episodio, una migliore amica grande, grossa e eccitata; una vecchietta smemorata e il suo solito accompagnatore; e soprattutto, il nuovo vicino di casa: un vetenne problematico, bello e al cento per cento etero che loro vorrebbero portare dall'altra sponda ed educare al culto dei superalcolici e della scortesia. Derek Jacobi – erede della generazione del grande Olivier – scherza e incanta; Frances de la Tour – ve la ricordate la giunonica fidanzata di Hagrid, in Harry Potter? - si prende in giro e ha voglie inconsuete per un'anziana signora di classe come lei; Iwan Rheon, spigliato e giovane, è il sosia segreto di Hugh Dancy. Ultimo, ma primissimo in lista, Ian McKellen: straordinari tempi comici, un'autoironia invidiabile, vigore ed eleganza connaturate. Teatrale, superbo, unico e cinico, Vicious è fatto di poco: scenari fissi, un cast e un budget ridottissimo, un intreccio semplice e attori in stato di grazia. Basta quest'ultima cosa, perché al resto si passa su, insieme a risate registrate che – per una volta – corrispondono inevitabilmente alle nostre. (8)
I ♥ Telefilm: Vicious, Manhattan Love Story, Happyland, Please Like Me IIManhattan Love Story I (e unica) Stagione Quattro episodi; una sit-com. Non si tratta della produzione più breve del mondo, ma di una preoce cancellazione dai palinsesti. Meritata? Io guardo un mare di roba, lo sapete, e alla domanda risponderei no. Manhattan Love Story è stato sospeso per tanti motivi, ma non perché fosse brutto. Cosa oggettiva. Commedia romantica ambientata nella città più bella del mondo, aveva venti minuti che volavano e le voci incensurate di due innamorati alle prese con le prime fasi del loro rapporto. Prime fasi che, ahimè, rimarranno per sempre prime fasi. Non si andrà oltre, non si saprà mai cosa sarà di quella coppia affiatatissima e scombinata che si odiava e si amava. Peccato, secondo me, perché nella sua semplicità questo piccolo prodotto funzionava. Mi divertiva, era la leggerezza concentrata in streaming. I punti forti: una malizia destinata a tutto, ma non alla volgarità; location affollate, metropolitane, spettacolari; e, soprattutto, due protagonisti belli, bravi e simpatici. Tanto. La frizzante Analeigh Tipton scoperta con Crazy Stupid Love, che bionda si scopre adorabile e bellissima, nonostante un viso comune e due gambe assurdamente lunghe. Jake McDorman, visto in Greek e Aquamarine: faccia da schiaffi, fare strafottente, un cuore d'oro tenuto ben nascosto. Equivoci, schermaglie, gelosie varie, prima che Cupido scocchi la sua freccia e l'attrazione fisica si scopra grande amore. Gli episodi girati, in totale, erano tredici: così dici Imdb. Spero che, anche in estate, come spesso accade, qualcuno ce li faccia vedere, anche a tempo perso. Ho visto serial più inutili destinati a vite più lunghe: le ingiustizie del piccolo schermo. (6,5)
I ♥ Telefilm: Vicious, Manhattan Love Story, Happyland, Please Like Me IIHappyland I stagione C'erano tante nuove sitcom previste nei nuovi palinsesti. Tra queste - chi giustamente, chi meno - tante hanno avuto vita breve. Happyland fa eccezione. Ha solo otto episodi e ce li hanno fatti vedere tutti, ma proprio tutti, mentre qualcuno parla già di una seconda stagione. Che cosa bizzarra. Perché dando un'occhiata, come faccio sempre, ai pilot, non avrei dato ad Happyland due lire. Era scontato, era stupido, era inutile. Lo è anche adesso, al presente. Mentre, con ascolti discreti, continuava a essere mandato in onda, però, io ho continuato a vederlo, senza accorgermene. Con lo stesso misto di indifferenza e non curanza, sono arrivato pure alla puntata finale. Ma non so il perché. Boh. Happyland è parecchio bruttino. Non idiota e inguardabile come Pretty Little Liars, certo, ma bruttino ugualmente. Io, con il ricordo bello fresco della commedia indie Adventurland, pensavo a qualcosa di simile. MTV, dài, non firma mai pessime serie per ragazzi. Vedi la rivelazione Finding Carter, vedi un Faking It che continua a gonfie vele, vedi Diario di una nerd superstar che a me sta sulle balle, va be', ma si lascia guardare. Questo piccolo serial, invece, pensato per la leggerezza dell'estate e mandato in onda in autunno, nel mezzo di una concorrenza spietata, parla della turbolenta vita dei dipendenti di un parco di divertimenti. Gente che lì ci è nata e cresciuta. La protagonista cambia tre ragazzi in una manciata di episodi, ha una mamma che per vivere si veste da Principessa, un padre facoltoso scoperto all'improvviso e un aitante fratellastro con cui, inconsapevole, ha pomiciato. Poi ci sono la migliore amica acidella, il migliore amico segretamente innamorato di lei, la storiella d'amore, le feste e l'iscrizione all'università. Un concentrato di cose già viste, solo senza un briciolo di autoironia e colore. Non ha nulla che lo faccia spiccare. Che bisogno ce n'era? Sono perplesso, e non lo consiglio. A breve non ricorderò neanche di averlo visto, anche se non è stato mai mai un peso. (4,5)
I ♥ Telefilm: Vicious, Manhattan Love Story, Happyland, Please Like Me II Please Like Me II Stagione Please Like Me mi ha accompagnato inaspettatamente in autunno, in una casa nuova, in cui, con me, avevo però vecchie e care conoscenze. Non c'è stato uno stacco tra la prima e la seconda stagione di questo gioiellino colorato “made in Australia”. Finiti i pochi episodi che mi avevano fatto incontrare il simpatico Josh, la sua famiglia a soqquadro e i suoi folli coinquilini, avevo già a disposizione qualche puntata della nuova stagione. Una stagione più lunga, di dieci episodi complessivi, che eppure già è finita. Volata in fretta. E niente, Please Like Me non penso si smentisca. Manca qualcosina – il totale e travolgente effetto sorpresa degli esordi? - ma resta l'inedito, esilarante eppure sensato divertimento che era un tempo: l'anno prima, vale a dire, anche se io ho dovuto aspettare solo pochi giorni per finire una serie e attaccare direttamente con l'altra. Cosa è cambiato, nel frattempo, nella vita di quello strambo omino biondo che è l'anima della serie? Tutto e niente, al solito. La mamma è a farsi curare da analisti bravi, il padre vuole sposare la sua compagna bambina dagli occhi a mandorla, il suo migliore amico patisce gli scherzi della solitudine, lui torna ad innamorasi. Ancora e ancora. Abbandonate ufficialmente le donne dopo il colpo di fulmine con il bel Geoffrey, questa volta a ronzagli intorno sono quel bellimbusto del nuovo coinquilino, uno che fa conquiste su conquiste, e un fragile ragazzo pieno di manie, ansiolitici e turbe. Sarà troppo per uno che si è dichiarato su due piedi, da qualche mese, e che ha tutte le fortune e le sfortune di questo mondo? Fotografia bellissima, regia cristallina, dialoghi di una assurdità che contagia, un protagonista rivelazione – sì, perché Josh Thomas scrive e recita, risultando ottimo in entrambe le cose – a cui è impossibile non volere un po' di bene. Il finale di stagione, tenero ma con un pizzico di amaro sulla punta della lingua, ti lascia in attesa per una terza serie che, prima o poi, arriverà. Lo dice Wikipedia, e noi ci fidiamo. Quando Josh tornerà a fare torte e disastri culinari, dalla cucina si alzerà l'odore dei cupcake e le mongolfiere diventeranno scenario per fallimentari proposte di matrimonio, tutti saremo più contenti e fischietteremo, spensierati, quella sigla che ti entra in testa... Uh-uh-uh-Uh-uh, Yeah, I'll be fine. (7+)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :