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I traguardi nelle Arti Marziali

Creato il 15 febbraio 2011 da Dvanzin
I traguardi nelle Arti Marziali
Ammettiamolo, è umano: qualsiasi cosa iniziamo ci poniamo dei traguardi. E’ naturale, spesso viene considerato un errore il non averne. Ma per un praticante di arti marziali diventa essenziale definire il concetto di "obbiettivo" e quale importanza assegnare.
Alcuni sorgono spontanei: essere il migliore, ottenere la cintura nera, essere apprezzato dal maestro e dai colleghi di studio.
Altri vanno ricercati con assoluta dedizione: unione di corpo e spirito, consapevolezza dell’essere, controllo, concentrazione, crescita.
I primi sono a breve termine, hanno le gambe corte. Nascono e terminano dopo un breve giro su stessi. I secondi richiedono un impegno maggiore e un lavoro spesso non visibile dall’esterno. A volte chi ha l’aspetto del guerriero ha solo l’abito del guerriero. Chi è un guerriero non indossa la maschera del guerriero. Allora gli obbiettivi perdono la loro importanza; il cammino, come processo di trasformazione, diviene la ragione stessa per lo spirito del guerriero.
Anche il concetto di sconfiggere l’avversario diviene un intralcio sulla via della conoscenza di se. Quello che veramente interessa il guerriero è la propria crescita a più livelli, da rinnovare costantemente. Gli obbiettivi di un guerriero non lasciano tracce permanenti nel suo spirito; ogni giorno vanno rinnovati ripartendo da nuovi inizi.
A questo livello anche le sfide tra praticanti divengono inutili intralci: la consapevolezza della propria “forza” non viene intaccata da concetti quali vittoria o sconfitta.

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