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"idee per diventare astrofisico", leggendo margherita hack

Creato il 29 gennaio 2013 da Alessandro @AleTrasforini

Come può sentirsi una mente umana impegnata nello studio dell'Universo, nell'analisi dell'infinitamente grande ed (almeno altrettanto) infinitamente sconosciuto? Quali consapevolezze possono acquisire scienziati e ricercatori sapendo che, nella nostra stessa galassia, potrebbero esserci fra le 180 e le 180mila civiltà tecnologicamente avanzate?  Se il pianeta Terra fosse un semplice "puntino" nell'Universo, accompagnato magari dalla più classica delle scritte "voi siete qui", quanto potrebbe essere grande la "dimora" di stelle ed altr(ettant)i pianeti in essa dispersi? Prendendo a riferimento la definizione di "anno luce", identificata come la generica distanza percorsa dalla luce (velocità luce = 300mila km/s) nel vuoto in un anno, si possono scoprire dati impressionanti: 
"[...]La Galassia ha un diametro di circa 100mila anni luce. Al suo centro presenta un rigonfiamento spesso circa 15mila anni luce, mentre lo spessore del disco è 27mila anni [lucedal centro, dove si trova il Sole, è di soli 2mila anni luce.[...]"
Per poter ipoteticamente arrivare da un estremo all'altro della galassia, servirebbero (forse) 100mila anni di tempo andando ad una velocità teoricamente impossibile da raggiungere: quante generazioni di uomini servirebbero? In mezzo a questi numeri impressionanti, rimane la Terra e resta l'essere umano.  In mezzo a questi dati dimorano, fino a prova contraria, anche le vite e le menti di coloro che tematiche come queste le hanno indagate ed esplorate a fondo: un percorso è, fra tutti i possibili, quello fatto dall'italiana Margherita Hack.  La lettura del libro "Idee per diventare astrofisico" muove i suoi passi proprio al confine fra la scienza e la vita di questa grande scienziata italiana: quali sono stati i primi passi all'interno del mondo della ricerca, della formazione e dell'insegnamento? Quali evoluzioni ci sono state nel campo dell'astronomia e dell'astrofisica, nel percorso di esplorazione che l'essere umano va da secoli conducendo?  Quali convinzioni e consapevolezze sono cambiate, nell'essere umano, a seguito di scoperte così grandi? Quanto senso di impotenza dovrebbe/potrebbe nutrire l'essere umano, di fronte a tutto quello che è infinitamente grande ed ancora oggi largamente sconosciuto?  In un "mare galattico" formato da oltre 400 miliardi di stelle, ci sono anche il Sole e la Terra: come cambia la percezione dello studioso, a seguito della conoscenza di numeri simili a questi?  A queste e molte altre domande cerca di rispondere questo lungo dialogo con Margherita Hack, estendendosi anche a "sfere" appartenenti a tematiche differenti: ricerca scientifica, divulgazione, insegnamento, scoperte ed emozioni, ricerca e progresso, [...]. Risulta così possibile scoprire che la ricerca può avere, alle volte, anche fortissime componenti dettate dall'intuizione o da incidenti fortuiti: quanto può incidere il caso nel percorso del progresso? Quanto può incidere una scoperta sul percorso e sulla vita di un singolo ricercatore, di un interessato alle discipline scientifiche?  Come può sentirsi uno scienziato conoscendo l'infinito lavoro che rimane da fare nell'infinitamente grande ed ancora terribilmente sconosciuto? Un libro come questo può contenere, senza dubbio, anche qualche utile idea per capire a quale "spaziale" carriera votarsi: rimangono molte galassie da esplorare, moltissimi pianeti da trovare.  Qualche idea con cui inaugurare una propria consapevolezza personale? 
"[...]Nell'Universo dovrebbero esserci all'incirca un centinaio di miliardi di galassie.  Quante ne siano state censite esattamente [...]saranno comunque parecchie decine di migliaia.[...]"
Rimane anche qui un larghissimo lavoro da intraprendere, senza però dimenticare le due più grandi sfide che occuperanno i secoli prossimi: materia oscura ed energia oscura su tutte.  In questo sfondo, vita e suggerimenti di Margherita Hack possono costituire esempi molto utili con cui confrontarsi per far nascere un interesse, una consapevolezza e, perchè no, anche una carriera di lavoro e studio. Resta, sullo sfondo, la (da) sempre presente curiosità umana. 

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