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"idee per diventare matematico", leggendo odifreddi

Creato il 07 gennaio 2013 da Alessandro @AleTrasforini

A quale disciplina appartengono le basi a cui si ancorano le scienze che oggi sembrano descrivere meglio il mondo circostante, fra infinitamente grande ed infinitamente piccolo? Attorno a quali fondamenti sono legate discipline come la fisica, l'ingegneria, la biologia o la medicina, solo per citarne alcune? A domande come queste, il ruolo della matematica sembra rispondere in maniera esauriente: rimane veramente solo lei alla base di fattori come questi?  Dalla scienza del calcolo si sono dipartite, nel corso dei secoli, moltissime altre branche grazie alle quali è stato possibile realizzare grandissime scoperte, oggi sottovalutate in quanto ritenute "all'ordine del giorno": cosa ne sarebbe, ad esempio, del controllo dell'elettricità senza matematica? Cosa rimarrebbe dei computer e della logica informatica senza gli ordinamenti matematici? Cosa resterebbe della scienza e della fisica senza le basi matematiche? Alla modernità sono infatti collegate, a "cascata", altrettante branche oggi essenziali nelle esistenze di tutti: tecnologia, informatica, fisica ed applicazioni correlate (trasportienergia, [...]), impiantistica solo per citarne alcune.  Se larga parte del mondo è matematizzabile, come è possibile descrivere la matematica ed il ruolo del matematico? E' attorno a questioni come queste che si muove "Idee per diventare matematico", un libro-intervista-dialogo fatto con il famoso divulgatore e Professore Piergiorgio Odifreddi: grazie al racconto di una vita (lavorativa e non) dedicata allo studio ed all'approfondimento di questa disciplina, vengono fornite opinioni e pensieri riguardo all'importanza del "saper far di conto".  Matematica intesa come sport per giovani, matematica vista come grande trama "intessuta" di volti, dimostrazioni ed esperimenti. Matematica intesa come disciplina rigorosa, a cui è impossibile sfuggire definendola una semplice opinione: fino a quando potrà reggere il detto "La matematica non è un'opinione?"  A cosa sono attribuibili le pessime opinioni sulla matematica che studenti ed alunni hanno (purtroppo) maturato dopo anni di studio? Quali sono le storie e le vite di esseri umani che hanno donato la propria vita all'insegna della matematica?  Quali sono i percorsi di vita del "matematico medio"? A quali esercizi e congetture mentali si deve sottoporre nel corso della vita?  Sono tantissime le domande e moltissimi gli ostacoli che un testo come questo riesce a portare all'attenzione del lettore: quali confini può assumere la matematica, fra passione e lavoro?  Cosa dovrebbe rimanere nelle menti di coloro che, pur non essendo matematici di professione, includono questa disciplina come principale fondamento della loro preparazione e formazione? A questa domanda risponde, in maniera significativa, la declinazione di cultura in chiave matematica (ma non solo!): 
"[...]La cultura matematica, così come la cultura in generale, in fondo è ciò che ti rimane quando ti sei 'dimenticato' tutto quello che hai letto od imparato. In altre parole, la cultura non è un fatto di nozioni da telequiz, che si dimenticano tanto velocemente quanto si sono apprese, ma è la forma mentale che quelle nozioni ti hanno dato, plasmandoti in qualche modo il cervello.  In matematica [...] non è così importante ricordare a memoria mille teoremi o dimostrazioni o formule.  Certo, le tabelline è utile saperle, così come bisogna saper muovere le dita per saper suonare.  Ma ciò che è veramente importante è imparare un metodo che permetta di ritrovare da soli ciò che si è dimenticato, e magari ogni tanto anche di trovare qualcosa di nuovo che non si conosceva e che, se si è fortunati, non aveva mai saputo nessuno.[...]"
Può capitare di trovare qualcosa di nuovo, fra illuminazione e dimostrazione rigorosa: sono frequenti nella storia esempi di matematici che sono pervenuti a risoluzioni di dimostrazioni e problemi quasi per caso, magari a seguito di inconsce elaborazioni di nozioni e trasversali componenti della "cultura" sopra dall'autore definita.  Quali prospettive dare infine a coloro che vedono ed immaginano la matematica come facente parte in una qualche maniera del loro percorso lavorativo e/o esistenziali? Quali suggerimenti ed esperienze raccontare a chi vuole avvicinarsi con ottimistico approccio allo studio di questa disciplina?  A queste domande viene data risposta, cercando di illustrare soprattutto quelle fondamenta che fanno della matematica una scienza strettamente collegata a moltissime altre tematiche: 
"[...]La causa finale (della divulgazione scientifica intrapresa dall'intervistato) è stata l'esigenza di andare oltre il tecnicismo, per  capire e riuscire a far capire quanto e come la matematica sia parte della cultura in generale: qualcosa [...] che ha legami e interazioni non soltanto con tutte le scienze, ovviamente, ma anche con la filosofia, la musica, la pittura, la letteratura, la teologia, [...]"
Conoscere la matematica per poter conoscere meglio il mondo, dunque?  E' attorno ad argomentazioni come queste che si muovono le trame di questo libro-intervista: quale ruolo può avere la matematica nelle esistenze di ognuno di noi? Conoscere bene la scienza matematica (e le sue applicazioni pratiche nella vita di ogni giorno) a cosa può servire? Quali potenzialità può "regalare"?
"[...]la matematica non è tutto, ma è già qualcosa: se la conosciamo, abbiamo a disposizione non solo un mezzo per capire la scienza e la tecnologia che permeano il mondo in cui viviamo, ma anche un linguaggio che ci serve per interpretare i fatti della vita quotidiana.  Non mi sembra poco ed più di ciò che offrono le altre parrocchie, sacre o profane.  Teniamola da conto, allora, e cerchiamo di farne un buon uso: non ci deluderà.[...]"
Leggere per conoscere, dunque. 

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