Magazine Diario personale

ieri notte.

Creato il 16 dicembre 2011 da Cristiana

Voglio dedicare un pensiero al ragazzo francese di origini tunisine che ieri notte abbiamo incontrato in un locale romano.

Ieri all’una di notte mi era passata tutta la stanchezza e ho realizzato che la cosa che mi stanca di più del fare politica sono le delusioni.

Mi deludono le persone per bene dalle quali mi aspetto più durezza e coerenza nel portare avanti i valori della buona politica.

Mi deludono le parole non seguite ai fatti. Quelle sulla mafia, sulla questione morale, sul terrorismo e anche quelle sull’antifascismo.

Si esce dalla mafia e si pratica la questione morale se si mettono i giusti nelle condizioni di governare. Non ci sono altre strade. Non ci sono scelte utili, ci sono solo scelte giuste.

Ma non è di questo che voglio parlare. Questa premessa descrive i connotati del mio volto alle 10 di ieri sera. Stravolti.

Poi è successo qualcosa al nostro tavolo e siamo andati lunghi nella notte. Jacques (il nome è di fantasia) ci ha raccontato che ora ha un contratto e la tredicesima e sta bene. Già perché il luogo dove eravamo è un luogo evidentemente che fa le cose fatte per bene.

Ci ha detto che con la crisi i suoi amici camerieri, stranieri e italiani, sono ancora più precari. Arrivano a prendere anche 500 euro a settimana per 6 giorni di lavoro e turni massacranti. Fatevi i conti e qualcuno se ne occupi se davvero vuole dirsi “difensore” dei lavoratori.

Ci ha raccontato dei turni dei ristoranti con la penna, sulla tovaglia di carta.

Di quando la moglie ha partorito e lui ha perso il lavoro, così, da un giorno all’altro, perché quel giorno non gli hanno dato un giorno di permesso (permesso per lavoro in nero è già un ossimoro di suo).

Poi ha fatto una cosa assurda, ha preso un ragazzo gay di un altro tavolo e lo ha portato al nostro, ha fatto quello che fa la gente del mediterraneo che ha l’istinto del mare, dei viaggi, dell’incontro. Ci ha presentati perché aveva l’istinto della comunità e ci aveva “riconosciuto” simili. Ha distrutto in due ore ogni luogo comune (e confermato le tante vere, antiche che negli anni abbiamo dimenticato di quei popoli) sugli arabi, sugli stranieri, sui padri e sui nordafricani immigrati in Francia. Ha detto “Stato” e parlava della Francia che qui gli consente di mandare i figli a scuola gratis. Ha detto “paga lo stato” e ho pensato che bella frase.

All’una di notte l’ho ringraziato. Lui e i vecchi camerieri di quel posto che conosco da una vita. Mi hanno ridato il sorriso e persino è stato un “riposo” stare lì fino a notte a parlare. Ci hanno ricordato, a me, ad Ivan, ad Estella ed Alberto il motivo per cui facciamo politica e facciamo certe scelte e non altre.


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