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Igor Sibaldi: Pinocchio e la Qabbalah. Questione di Disobbedienza.

Da Lemat @LeMatPercorsi

Cari amici lemattiani,
ho appena finito di vedermi il DVD “Pinocchio e la Qabbalah” di Igor Sibaldi e voglio parlarvene.
Anche perché si parla di una versione intelligente, costruttiva e trasformativa della Disobbedienza, che sarà uno dei temi che Igor tratterà il 13 ed il 20 settembre (rispettivamente a Milano e a Roma) negli appuntamenti su “Disobbedienza e Creatività“, organizzati da Performance Strategies.

Naturalmente noi saremo lì, sabato 13 settembre a Milano (dove i posti sono già terminati), per cui – da oggi – iniziamo una breve carrellata di articoli su Igor e sui due temi in questione. Oggi con Pinocchio, la Qabbalah e la Disobbedienza, tra qualche giorno con il “Libro della Creazione” e la Creatività ed infine, con la diretta, qui sul nostro blog, dell’evento sopra menzionato.

Per cui: restate connessi!
(e continuate a leggere, per conoscere questa intelligente Disobbedienza…)

1. Pinocchio e la Disobbedienza

Chi non lo sa, che Pinocchio era disobbediente?
E’ forse, nel panorama delle favole, quella che maggiormente viene narrata circa la questione della “buona educazione” che porta ad essere “bravi bambini”. D’altronde, se Pinocchio diceva una bugia, gli si allungava il naso e la sua storia è proprio quella, tra grillo parlante e fatina buona, di divenire “un bambino vero”.

Scolasticamente, perché questa favola poteva essere letta (e lo è stato fatto per anni e tuttora lo si fa) dal punto di vista del professore d’altri tempi, il “bravo bambino” è colui che sta al suo posto, che segue la lezione e che sta alle regole, non di certo un asino che gozzoviglia nel Paese dei Balocchi!

Mescolare il “bambino vero” con il “bravo bambino” ed intendere con quest’ultimo “colui che sta alle regole” è un perverso gioco di parole, che gli esperti di PNL di oggi, potrebbero anche molto apprezzare per la finezza dei passaggi, che conducono – in un sillogismo quasi perfetto – a dire che il bambino vero è colui che obbedisce.

2. Il testo senza frontespizio e senza indice

Ma Collodi vuole raccontarci qualcosa di ben più profondo di un racconto sulla “buona educazione”, termine – anche questo – che dovrebbe fari riflettere, dato che “educare” significa “tirare fuori”, una “buona educazione” è quella educazione che bada a tirare fuori ciò che reputa buono ed a lasciar dentro quel che, per lei, non lo è.

Le Avventure di Pinocchio
Difatti il titolo originale del libro è: “Le avventure di Pinocchio”, mentre nella nostra cultura diviene semplicemente “Pinocchio”, ovvero manca il viaggio, l’avventura, la formazione, il ciclo – per usare le parole che Clarissa Pinkola Estés usa in “Donne che corrono coi Lupi” – Vita/Morte/Vita, così caro alla narrazione favolistica ed ai miti. Quello che resta è un insieme di “regole di buona educazione”.

E come possiamo capire che Pinocchio, in realtà, è molto altro?
E’ lui (Collodi) stesso a dircelo: anzitutto Pinocchio studia su un libro senza frontespizio e senza indice, ovvero senza regole.
Proprio lui, che dovrebbe essere l’esempio del “bravo bambino”, studia su un testo che – diremmo oggi – se ne frega del copyright (frontespizio) e delle norme della scrittura (indice).

Ma non è tutto qui: esiste una particolare tipologia di testi dove vengono commessi (od omessi) alcuni “errori voluti”, sottili, specifici, che indicano al lettore attento che si sta addentrando in territori esoterici, laddove ogni cosa è quello che è, ma è anche – e soprattutto – molto di più. E l’errore grossolano che commette Collodi è quello di definire Pinocchio come un burattino.

Ecco perché:

“I burattini sono dei pupazzi animati direttamente dalla mano del burattinaio, il quale, stando di fianco o sotto i pupazzi dandogli la voce e raccontando le vicende. Le marionette sono invece pupazzi controllati tramite fili mossi dalle mani del marionettista che sta al di sopra di esse dando voce ai personaggi e alla storia. La marionette sono figure umane complete, dalla testa ai piedi, che vestono abiti in miniatura”
- tratto da http://www.differenzatra.it/differenza-tra-burattini-e-marionette/

Questo “lapsus” ci indica chiaramente che questo testo che abbiamo per le mani è un delicatissimo e prezioso trattato di Qabbalah.

Disobbedienza e Creatività

3. La Disobbedienza nella Qabbalah

Igor Sibaldi ci guida alla scoperta del lato qabbalistico di quest’opera meravigliosa, e lo fa con una grazia, una semplicità ed una capacità di interessare e spingere “oltre”, che – per chi lo conosce – sa essergli propria. Se avete due ore di tempo (anche in pezzetti da 3o minuti), vi consiglio caldamente il DVD “Pinocchio e la Qabbalah”, che può farvi innamorare (di Sibaldi, di Collodi, di Pinocchio e di voi stessi) e darvi una spinterella “al di là” del recinto.

E proprio questa una delle lezioni di Pinocchio: la disobbedienza come strumento dell’al-di-là.
In realtà, come piccolo trattato di Qabbalah, le avventure del burattino contengono tantissime lezioni: qual è il giusto procedimento per la “incarnazione” e che cosa significa “essere umani” (il bambino vero), qual è il ruolo dell’uomo nella creazione e come lo può svolgere, come funzionano le iniziazioni, cosa significano e come riconoscerle lungo il cammino di ogni giorno. E scusate se è poco…

Ma noi siamo qui per parlare principalmente di Disobbedienza e lo facciamo chiamando in causa Yahweh ed Elohim, due dei nomi di Dio presenti nella Genesi, o meglio: due particolari aspetti della divinità (parleremo dettagliatamente di questo argomento nella recensione – in arrivo – sul “Libro della Creazione”).

4. Yahweh ed Elohim

Yahweh ed Elohim sono, rispettivamente, il “dio dei ciò che è” ed il “dio del divenire”.
Come tali, possono anche essere interpretati come due forze (simili al principio Yin e Yang del Tao orientale) dello stesso principio primo, ovvero la forza che “cerca di mantenere e proteggere le cose per quello che sono” (Yahweh) e la forza che “genera continuamente” (Elohim).

peccato originale
Nell’atto della Creazione c’è un famosissimo atto di Disobbedienza: Adamo ed Eva mangiano la mela dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
In questa scena appaiono entrambi i principi divini: l’uno sotto forma di serpente e l’altro nella forma di voce (il Dio che conosciamo tutti).
Tra queste due forme divine inizia una specie di teatrino per il quale l’una spinge affinché l’uomo si nutra del frutta e l’altra invita a dissuadere dal farlo.

E, con un atto di Disobbedienza, Adamo ed Eva mangiano in frutto proibito.
Ma un atto di disobbedienza per metà, perché l’altra metà del divino spronava i due fratelli originali a commettere quell’hybris, quell’atto di tracotanza che li ha portati ad “essere come noi”, come gli dèi. E’, qui, la Disobbedienza la tecnica che l’uomo usa per evolvere, per uscire dal recinto – affacciarsi quanto meno – del paradiso e venire a fare l’esperienza sulla Terra.
Esperienza necessaria, direbbe la Qabbalah, dato che la creazione è un atto continuo che, al livello del pianeta Terra, è nelle mani dell’uomo.

5. Disobbedienza e Creatività

Esistono dei limiti. Esistono nella società, nei tempi e nei rapporti. Esistono anche nei giochi, che sono uno dei luoghi di maggiore “liberazione di sé”.
Ma i peggiori sono i limiti che esistono nella nostra psiche. Sono i peggiori perché non sono limiti reali, bensì limiti auto-imposti o accettati da regole esterne, spesso apprese come regole (morali), leggi o dogmi e mai messe in discussione.

Usare la Disobbedienza come tecnica di conoscenza e lavoro su di sé significa fare capolino oltre il territorio rimarcato da questi dogmi, al di là dei cancelli degli inferi – come tramandano alcuni miti – dentro la porta segreta di Barbablu, per vedere che altro c’è, al di là del mondo come lo conosciamo. In questo modo l’atto disobbediente ci conduce sulla soglia tra un mondo di forme che sono (Yahweh) ed uno di profonda, enorme, energia in movimento, di possibilità (Elohim o, nel mio vocabolario, l’Immaginazione).

Certo, ora resta da comprendere più in profondità che cosa nasconde e rivela la parola “Creatività”, così simile al termine “Creazione”, ma lo faremo nel prossimo articolo/recensione del “Libro della Creazione”, sempre del caro Igor Sibaldi.

Per ora, quindi, concludiamo qui e ci diamo un duplice appuntamento:

  1. al prossimo articolo;
  2. all’evento – con Igor Sibaldi - “Disobbedienza e Creatività”, di Performance Strategies (per Milano è SOLD OUT, sbrigati per Roma! ^_^ )

 

Disobbedienza e Creatività


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