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Il 1° maggio non è in vendita

Creato il 14 febbraio 2015 da Nonzittitelarte

Il 1° maggio non è in vendita

Renzi minaccia una precettazione ma il Primo Maggio resta la “FESTA DEI LAVORATORI” con tutto il suo valore e la sua storia.

Istituita in Italia nel 1891 soppressa nel 1925 e restituita nel 1945. EXPO immagine da tutelare? Bella immagine quella di EXPO inquisita per collusione con la mafia.

Ci chiedono di lavorare sacrificando la nostra festa per salvaguardare l’immagine di Milano, dell’Italia, dell’Expo.

Sempre i lavoratori in prima linea, quei lavoratori che secondo Renzi non hanno diritto di tutele quali l’articolo 18, devono essere sempre più precari e flessibili, che non avranno diritto alla pensione, che quella sbadata della Fornero ha riformato aumentando l’età pensionabile e creando dal nulla i tristemente famosi esodati.

Adesso hanno bisogno di noi. Il Primo Maggio non può essere usato come merce di scambio da nessuno e da nessun sindacato.

Renzi dice di essere pronto a tutto pur di inaugurare EXPO (anche la mafia è in trepida attesa per concludere i suoi affari) il Primo Maggio alla Scala con la prima di Turandot (che non è neanche un prodotto scaligero).

 CARO RENZI AND FRIENDS LA SOLUZIONE C’E’: VIA LA CRAVATTA E IMPUGNATE MARTELLO CHIODIE E CACCIAVITE, POI INNAUGURATELO VOI L’EXPO DEGLI SCANDALI MAFIOSI ALLA SCALA DI MILANO.

 Io non sono in vendita e il primo maggio NON lavoro.

Un lavoratore della Scala aderente all’USI – AIT

Come Unione Sindacale Italiana (USI – AIT) esprimiamo tutta la nostra piena solidarietà ai lavoratori della Scala che rivendicano il proprio diritto di non prestare la loro opera nella giornata del 1° Maggio.

Il Primo Maggio, prima ancora di essere considerato una giornata di festa irrinunciabile, è stato, e lo è tutt’ora, una giornata di lotta e di rivendicazione, costata enormi sacrifici alla classe lavoratrice.

Ricordiamoci soprattutto delle sue origini: la condanna all’impiccagione a Chicago per 5 anarchici colpevoli di aver guidato la rivendicazione della giornata di 8 ore estesa a tutti i lavoratori e le lavoratrici.

Renzi può sbraitare quanto vuole, minacciando rappresaglie contro quei lavoratori della Scala non disponibili a sacrificare il Primo Maggio in omaggio all’apertura dell’Expo decisa in quella giornata.

Un Expo che per noi significa, al di là delle balle che le Istituzioni raccontano, enorme spreco di denaro pubblico, devastazione ambientale, regalo alle cosche mafiose.

Significa essere al sevizio delle multinazionali nella loro opera di speculazione e di controllo nell’affare della distribuzione del cibo nel pianeta; significa sfruttamento della mano d’opera giovanile praticando contatti di lavoro pagati 1 euro al giorno.

Noi, contro tutto ciò, ci opporremo fermamente!

 USI – AIT Sezione di Milano

Fonte:

http://ilsottoscala.noblogs.org/…/il-primo-maggio-non-e-in…/

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