Magazine Diario personale

Il 2012 in libri

Creato il 02 gennaio 2013 da Siboney2046 @siboney2046

1 Edie-Campbell-by matt jones-dustjacket atticEdie Campbell photographed by Matt Jones

Buon anno a tutti!! Allora, come avete passato il veglione? Feste scatenate, tutte pailettes e champagne? Io ho mangiato così tanto che dire ‘mangiato’ è un eufemismo, che al confronto il capodanno dell’anno scorso è stata una dieta Dunkan, che La Grande Abbuffata mi fa un baffo… vabbè, è andata, non piangiamo sullo spumone di tonno versato!

Per inaugurare l’anno nuovo volevo riproporvi una carrellata di tutti i libri che ho letto nell’anno appena concluso, come ho fatto lo scorso gennaio, così magari qualcuno può trovare uno spunto di lettura per l’anno a venire. Per quelli che ho recensito vi inserisco anche il link al post dedicato, così se la curiosità impellente di saperne di più non vi fa dormire la notte, troverete requie facilmente! Premetto che non c’è stato un libro peggiore in assoluto come il romanzo di Piperno dell’anno scorso. Qualcuno né carne né pesce sì, ma niente letture terribili quest’anno!
Ecco la carrellata…

 

  • John Irving, Hotel New Hampshire: bellissimo, straordinario, eccezionale, si gioca il podio con Il mondo secondo Garp dello stesso autore;
  • Irène Némirovsky, Come le mosche d’autunno: mah, non mi ha convinto; sarà che gli scrittori dell’est non mi entusiasmano mai (anche se il buon Leone Tolstoj sta facendo risalire la mia stima nei loro confronti con Guerra e Pace che sto leggendo ora, ma sono solo al secondo libro, non posso espormi troppo);
  • Pier Vittorio Tondelli, Camere separate: un romanzo di una sensibilità incredibile e al contempo straziante, racconta l’amore come non siamo abituati a vederlo;
  • Herman Koch, La cena: non capisco tutta l’esaltazione con cui si parla di questo scrittore: sì, il libro non è male, l’espediente narrativo è davvero interessante, la scrittura è perfetta, la trama è abbastanza avvincente (forse ‘avvincente’ è un po’ troppo, diciamo che incuriosisce a dovere), eppure non riesco a condividere tutto l’entusiasmo;
  • Chiara Moscardelli, Volevo essere una gatta morta: un romanzo allegro e gradevole in stile Bridget Jones all’italiana, senza tuttavia la sua verve;
  • Julian Fellowes, Snob: dallo sceneggiatore di Downton Abbey, un bel romanzo sulla moderna aristocrazia inglese, i suoi costumi, i suoi archetipi, la sua arretratezza, visti dagli occhi di una parvenu che cerca la scalata sociale senza tuttavia esserne all’altezza; interessante la voce narrante che non è quella della protagonista ma di un suo amico che partecipa attivamente alla vicenda;
  • Herman Koch, Villetta con piscina: valgono le considerazioni fatte prima, anche se forse qui la storia è più interessante;
  • Italo Svevo, La coscienza di Zeno: ci ho messo anni per superare il primo capitolo e finalmente l’ho portato a termine; tuttavia nessun entusiasmo anche in questo caso: gli uomini di Svevo mi provocano sempre un certo fastidio!
  • David Nicholls, Un giorno: bellissima storia d’amore, racconta magistralmente, senza cadere mai nel banale, con colpi di scena piazzati a dovere e tanta tanta empatia con i personaggi (consiglio: lasciate perdere il film, non rende neanche un po’ la bellezza del racconto!);
  • Tracy Chevalier,  La vergine azzurra: come tutti i romanzi della Chevalier, la costruzione narrativa è sempre interessante: parte da un quadro storico per costruire sopra una storia che ne ha portata la realizzazione. Anche qui come ne La dama e l’unicorno (che mi era piaciuto di più), il racconto è ben strutturato e la storia coinvolgente, però finito il libro non mi ha lasciato un granché; diciamo che è un buon intrattenimento!
  • Graham Green, La roccia di Brighton: è uno di quei libri che prendo al volo dalla libreria quando sto per andare di corsa a prendere il treno: certe volte scopro un capolavoro (come il già citato Hotel New Hampshire), altre è un buco nell’acqua. Non è brutto, si intenda, però neanche me lo ricordo bene, figuratevi!
  • Clara Sanchez, Il profumo delle foglie di limone: un avvincente racconto su come i nodi del passato tornano sempre al pettine ed in questo caso si parla di nazisti e deportati nei campi di concentramento che dopo decenni si ritrovano faccia a faccia.
  • Glenn Cooper, La biblioteca dei morti: è stato decantato come un successo editoriale, ma secondo me è più che altro un successo alla cassa delle librerie: una storia interessante fino a metà libro, poi si intuisce già il finale e la tensione letteraria sfuma inesorabilmente;
  • Robert L. Stevenson, The strange case of Dr Jekyll and Mr Hyde: un grande classico dell’horror inglese, che dire di più, credo che tutti lo abbiano letto!
  • Laura Zigman, La teoria della mucca nuova: il romanzo da cui è stato tratto il film Qualcuno come te con Ashley Judd e Hugh Jackman; racconta la storia di una donna che, lasciata dal suo innamorato, formula una teoria scientificamente supportata su come i maschi di qualsiasi genere siano per natura traditori; carino, però quasi quasi stavolta è meglio il film!
  • John Steinbeck, Quel fantastico giovedì: un bellissimo quanto totalmente assurdo racconto della vita degli abitanti di un piccolissimo paesino americano scossi dall’arrivo di una giovane e altrettanto strana ragazza; ci sono delle parti davvero evocative e poetiche;
  • Jane Austen, Persuasion*: un grande classico della Austen, il mio preferito dopo Orgoglio e pregiudizio, ovviamente!
  • Errico Buonanno, Piccola Serenata Notturna: sullo sfondo del ventennio fascista racconta l’incontro di due personaggi singolari, l’uno strampalato e con l’ambizione di diventare artista, l’altro giornalista intellettuale e padre di due figli che non riesce a comprendere: un mix esplosivo! Mi è piaciuto moltissimo come, all’interno della narrazione, Buonanno è riuscito ad inserire il fittizio incontro con i maggiori esponenti della cultura dell’epoca: impagabile il racconto dell’incontro con i surrealisti!
  • Alberto Moravia, La villa del venerdì: nella mia ignoranza pensavo fosse un romanzo ed invece è una serie di racconti, crudi e realisti; lascia l’amaro in bocca;
  • Thomas Mann, I Buddenbrook: un romanzone familiare con tutti i crismi che, stranamente, non mi ha entusiasmato come succede sempre con questo genere;
  • Nathaniel Hawthrone, La lettera scarlatta: quando ho finito di leggerlo mi sono chiesta se Roland Joffé, regista dell’omonimo film con Gary Oldman e Demi Moore, lo avesse effettivamente letto… non centra proprio una mazza!
  • Gabriel Garcia Marquez, Cent’anni di solitudine*: vabbè, è fuori gara, è il mio libro preferito in assoluto, quindi non può gareggiare tra i migliori dell’anno!
  • Nick Hornby, Non buttiamoci giù: un bel romanzo che tratta una tematica delicata come il suicidio e le cause che lo provocano in maniera del tutto insolita, addirittura buffa in certe parti, senza mai scadere nel patetico e senza leggerezza;
  • Enzo Miccio, Cercando Grace: un romanzo sulla divina Grace Kelly vista dagli occhi di una sua appassionatissima fan; un po’ troppi ‘frizzi e lazzi’, com’è nello stile di Miccio e non certo nel mio, però interessante il racconto della Grace-madre&moglie, molte volte sottovalutato (almeno da me);
  • John Irving, Il mondo secondo Garp: ecco qua l’altro grande capolavoro, il meraviglioso romanzo dell’anno, sul podio con il cugino ’Hotel New Hampshire’, assolutamente da leggere;
  • Jane Austen, Emma: con questo romanzo ho scoperto che non tutte le protagoniste della Austen sono delle perfettine ma alcune combinano davvero guai!
  • Guillame Prévost, I sette re di Roma: l’ho letto perché era nella libreria da anni e un suggerimento di Haze mi ha dato la spintarella verso di lui; un giallo storico sullo sfondo della Roma rinascimentale con Leonardo Da Vinci come investigatore dei truculenti delitti che sconvolgono la città; da leggere se vi piace il genere, personalmente non mi ha entusiasmato (se volete leggere qualcosa di simile provate Il circolo Dante di Matthew Pearl);
  • Gerald Durrell, La mia famiglia ed altri animali: già il titolo è stupendo, da anni volevo leggerlo ed una recensione di Drama mi ha convinta: assolutamente bellissimo!
  • Omero, Iliade: diciamo che non è un libro per tutti, anzi, bisogna essere proprio appassionati! Io l’ho amata, ma del resto la mia passione per il greco antico è ben nota, inoltre un corso monografico semestrale seguito il primo anno di università, quando ancora facevo Lettere Antiche, ha ulteriormente incendiato il mio fuoco per il mondo omerico. La riflessione da fare è troppo lunga per esaurirsi in poche righe, magari un giorno ci scrivo un post (NB: io ho letto una traduzione in prosa!);
  • Oriana Fallaci, Intervista con il mito: ho già manifestato altre volte la mia passione per la scrittura romanzesca della grande Oriana ed in questa raccolta alle più celebri star del mondo dello spettacolo durante gli anni sessanta ho imparato ad apprezzarla anche come intervistatrice: niente paura di essere sconveniente, critiche piazzate nel punto giusto, domande sagaci; interviste così ti fanno capire che il vero e sano giornalismo è morto!
  • Mario Vargas Llosa, Zia Julia e lo scribacchino: io amo gli scrittori sudamericani e Vargas Llosa si è dimostrato all’altezza della mia passione: un romanzo straordinario in cui realtà e finzione danzano pazzamente fino all’epilogo; caldamente consigliato!

(* sono riletture)

Ebbene, eccoli qui tutti assieme, manca il sopraccitato Guerra e Pace che ho iniziato a dicembre, ma poiché non sono neanche a metà finirà tra i libri del 2013. Spero di darvi qualche consiglio interessante per le vostre future letture. Nel frattempo aspetto i vostri consigli!

Qual è stato il vostro libro preferito dell’anno? E quello peggiore?


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