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Il 70% dei medici americani contro il suicidio assistito

Creato il 03 ottobre 2013 da Uccronline

Suicidio assistitoUn sondaggio online tra i medici lettori del prestigioso New England Journal of Medicine ha evidenziato che quasi il 70 per cento (67%) dei medici statunitensi sono contro la legalizzazione del suicidio assistito. Nel 2011 su Palliative un sondaggio sui medici inglesi aveva raggiunto risultati simili (80%).

Le ragioni principali per l’opposizione di tale pratica erano la violazione del giuramento dei medici a non uccidere e non fare del male, inoltre il fatto che l’apertura al suicidio assistito porterà probabilmente alla legalizzazione dell’eutanasia, una pratica ancora meno appetibile per i medici. L’indagine ha seguito il comunicato della World Medical Association (WMA), che ha ribadito la sua forte opposizione all’eutanasia e al suicidio assistito.

Il WMA è in buona compagnia, tante altre associazioni mediche ufficiali -come abbiamo osservato in questo articolo- si sono già opposte a qualsiasi modifica della legge per consentire il suicidio assistito o l’eutanasia: la British Medical Association (BMA), la Association for Palliative Medicine (APM), la British Geriatric Society (BGS), l’American Medical Association(AMA), la German Medical Association(GMA), l’Australian Medical Association (AMA), la New Zealand Medical Association, la Organización Médica Colegial de España, la Società di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) ecc.

A volte in buona fede si può pensare di provocare intenzionalmente la morte di una persona sofferente allo scopo di porre fine al suo dolore (fisico o psichico), ma essa rimane un’azione gravemente contraria alla dignità della persona umana. La medicina ha proprio il compito di evitare ogni sofferenza e il diritto ad interrompere procedure mediche sproporzionate rispetto ai risultati attesi, ma non quello di eliminare il malato per eliminare la malattia. Fortunatamente è possibile usufruire oggi di valide cure palliative per annullare ogni tipo di dolore fisico ed è doveroso accompagnare le persone sofferenti, aiutandole eventualmente a ritrovare il gusto e il senso della vita, anche in mezzo alla disperazione.

La redazione


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