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Il bestseller da 5 milioni di copie

Creato il 28 febbraio 2013 da Redazione Firstmaster Magazine @FirstMasterFad

Il più piccolo bestseller del mondo, Indignez-vous, ha perso ieri il suo autore: Stephan Hessel.

Pubblicato in Italia da Add Editore, con il titolo di IndignateviIndignez-vous era libretto era di sole 20 pagine nella prima edizione francese, e vendette nei primi 3 mesi (da ottobre 2010 a gennaio 2011) ben 700 mila copie, facendo la fortuna della piccola casa editrice, la Indigene Editions di Montpellier (Francia), ed aprendo la strada ai movimenti di protesta contro la crisi.
Immediatamente tradotto e pubblicato in quasi 100 Paesi, Indignez-vous  ha contribuito anche alla nascita e all’affermazione del movimento giovanile degli Indignados.
L’ultimo computo delle vendite nei 100 Paesi era di 4,5 milioni di copie, che quest’anno supereranno i 5, con il tornare d’attualità.

L’autore di Indignatevi, Stephan Hessel

L’autore, Stephan Hessel, morto ieri all’eta di 95 anni, ha una storia che spiega il successo di Indignatevi. Nato a Berlino il 20 ottobre 1917 da una famiglia ebrea, Stephane Hessel arrivò in Francia nel 1925. Naturalizzato francese nel 1937, diplomato all’Ecole Normale Superieure di Parigi nel 1939, Hessel seguì i corsi del filosofo Maurice Merleau-Ponty e poi di Jean-Paul Sartre, per poi iniziare la carriera diplomatica, interrotta dalla guerra.
Prigioniero durante la seconda guerra mondiale, riuscì ad evadere e a raggiungere il generale De Gaulle a Londra e partecipare così alla Resistenza. Inviato in Francia nel 1944, fu arrestato e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald.
Dopo la liberazione lavorò come diplomatico al Segretariato generale dell’Onu: collaborò con Renè Cassin e partecipò alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948). 

In tutta la sua vita, Hessel non ha mai trascurato l’impegno politico.  
Dopo Indignatevi, Hessel ha pubblicato nel 2011 un altro pamphlet Engagez-vous! (Impegnatevi!, tradotto in italiano da Salani), un appello alle giovani generazioni perché uscissero dal torpore e si impegnassero attivamente a migliorare la società e la loro vita.
Scritto da lui, ha senso.

 Mariarosa Grasso & staff

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