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“Il Bidone”

Creato il 11 giugno 2010 da Cinemaleo

1955: Il Bidone di Federico Fellini

“Il Bidone”
 
“Il Bidone”

Tra i film del grande regista  è il meno celebrato.

Scarso il successo di pubblico, accoglienza tiepida alla Mostra di Venezia (addirittura parte degli spettatori abbandona la sala durante la proiezione), giudizi negativi di molti critici (non mancano però i pareri positivi: Film spietato, ma di profondo valore morale”, scriveva Giovanni Leto e Pietro Bianchi sosteneva che, rispetto a La stradaIl bidone è più complesso, ha un’orchestrazione più elaborata”).
E’ considerato la terza parte di una ideale trilogia -dopo I vitelloni e La strada- imperniata su solitudine, bisogno di comunicazione e di amore, desiderio di salvazione, la Grazia” (ilMorandini), trilogia che vede restringersi via via il campo di attenzione: nel primo abbiamo un affresco corale, nel secondo spiccano tre protagonisti, nel terzo campeggia una sola figura, una figura cupa, torva, massiccia, che sembra quasi rappresentare quanto c’è di più triste e di più acre nella cattiveria umana” (Gian Luigi Rondi).
Le varie componenti possono apparire non ben equilibrate tra loro, non tutti i personaggi sono ugualmente approfonditi… ma sono presenti scene indimenticabili, degne del miglior Fellini: basti pensare a la festa in casa dell’arricchito (un preannuncio de La dolce vita?) e la truffa a danno dei baraccati, concisa e feroce quanto l’altra è insistita e sarcastica.
Va detto però che i difetti attribuibili all’opera derivano da cause esterne. Illuminante questa dichiarazione dello stesso Fellini:
“Come poi risultò, il film era troppo ambiguo per il pubblico; se non altro, così disse il produttore, che pretese di accorciare la versione originale che durava due ore e mezzo, il che però non lo rese meno ambiguo. Mi fu detto che era necessario se volevo avere una qualche possibilità al Festival di Venezia di quell’anno. Per me non era un motivo sufficiente, ma i produttori sembrano amare i festival cinematografici. Ricevimenti. Ragazze. Quel che venne ignorato – peggio che ignorato – è che fui costretto a tagliare ulteriormente per ridurre la durata prima a 112 minuti, poi a 104 e a meno ancora, perché così esigeva la distribuzione in America. Là venne proiettato solo dopo i successi de Le notti di Cabiria, La dolce vita e Otto e mezzo. Tagliare Il Bidone fu per me un’esperienza molto triste e senz’altro lo danneggiò. Non volevo tagliarlo. Quando lo avevo completato era il mio film, quello che avevo fatto io. Costretto a tagliare, non ero sicuro su cosa togliere. In altri momenti avrei tagliato altre parti. Qualsiasi cosa eliminassi, sapevo che più tardi avrei avuto dei rimorsi. Feci il “taglio finale” ma ormai nulla importava più (Charlotte Chandler, Io, Federico Fellini, Mondadori, Milano, 1995).


“Il più amaro forse, dei film di Fellini”
(Gian Piero Dell’Acqua), sceneggiato con Flaiano e Tullio Pinelli e musicato da Nino Rota, vede nel cast un potente Broderick Crawford (che sostituì la “prima scelta” di Federico, Humprey Bogart, già malato), Richard Basehart (bellissimo il suo personaggio), Giulietta Masina, Franco Fabrizi, Lorella De Luca.
Dall’insuccesso de Il bidone, Fellini si rifarà con il film successivo che trionferà in tutto il mondo (Le notti di Cabiria).

“Nel corso del tempo Il bidone è stato rivalutato, e rivisto oggi appare una delle opere più interessanti e certamente la più ardita e sottovalutata del primo Fellini” (Saverio Salamino).

scheda

“Il Bidone”


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