Un fondamentale articolo pubblicato su Nogeoingegneria.com illustra i soliti progetti della geoingegneria ufficiale – in realtà sono operazioni attuate da decenni e per scopi tutt’altro che nobili – volti a mitigare l’inesistente global warming da CO2, attraverso la diffusione nella troposfera di bismuto. Significativo che il documento, relativo ad uno studio finanziato dalla micidiale Unione europea, si riferisca a composti a base di Bismuto miscelati nel carburante degli aerei. Come volevasi dimostrare.
Il Bismuto è un elemento chimico con reticolo cristallino romboedrico. E’ un metallo pesante, lucente grigio-rossastro, duro e fragile, a conducibilità termica ed elettrica piuttosto basse. Tra i metalli è quello con maggiori caratteristiche diamagnetiche.[1] Non è molto reattivo chimicamente: è quasi inattaccabile dagli acidi non ossidanti e dalle basi. Si combina con lo zolfo e gli alogeni e, ad alte temperature, con molti metalli. I composti del Bismuto trovano applicazioni industriali, nella fabbricazione di leghe, del vetro e di prodotti ceramici. In passato un composto del bismuto era impiegato in medicina come sedativo.
L’Unione europea sta finanziando il progetto ‘European trans-disciplinary assessment of climate engineering’ (EuTRACE), che riunisce 14 organizzazioni nei settori di ingegneria, scienze naturali e scienze umanistiche. Il risultato principale del progetto sarà un documento che valuta le potenzialità, i rischi e le incertezze di una lista completa di tecnologie di ingegneria del clima. Il documento riguarderà anche le questioni di governance e le preoccupazioni etiche (sic).
Una volta completata, la valutazione EuTRACE sosterrà la discussione razionale circa l’ingegneria del clima, guidando in ultima analisi i politici verso scelte responsabili (sic). Essa rappresenta un passo importante verso il dibattito basato sulla conoscenza dell’ingegneria del clima nell’ambito delle politiche sul clima e nella società. Vedi qui.
Qui il documento finale l’EuTRACE final report.
A pagina 48 del rapporto è descritto l’uso di una particolare tecnica di inseminazione di cirri, per mezzo di droni o aerei commerciali, che irrorano nella troposfera particelle di Bismuto attraverso i gas di scarico. In tal modo tali nuvole dovrebbero riflettere i raggi solari e, al contempo, consentire il passaggio dal suolo verso l’alto delle radiazioni infrarosse.
Leggiamo:
“L’inseminazione con aerosol può avere un tempo di permanenza atmosferica fino a ad una-due settimane, a seconda delle loro dimensioni e quindi della loro velocità di sedimentazione. Aerei commerciali e aerei droni senza pilota sono stati proposti come potenziali meccanismi di esecuzione (Mitchell et al., 2011). Le sostanze di semina potrebbero essere sciolte nel carburante o una soluzione infiammabile potrebbe essere iniettata nel gas di scarico di motori a reazione. Dato che la copertura dei cirri globalmente è del 25 – 33% (Wylie et al., 2005) (128-168 × 106 km2), vaste aree della Terra sarebbero, in linea di principio, suscettibili alle modifiche.
[1] Il diamagnetismo è una proprietà per cui una sostanza, sottoposta ad un campo magnetico, acquista un dipolo magnetico proporzionale al campo applicato, ma di segno opposto. Sono spiccatamente diamagnetici l’oro, l’antimonio ed il bismuto.
Fonti:
- Cordis.europa.eu
- Nogeoingegneria.com
Approfondimento: Bismuth trioxide toxicology
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