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Il botteghino della discordia

Creato il 20 aprile 2012 da Vally @valeriarena
Nel paese delle polemiche non si fa in tempo a stemperarne una che subito ne salta fuori un’altra. Questa volta tocca a due attori italiani sfogarsi, Corrado Fortuna prima e Vinicio Marchioni dopo, risoluti ad attaccare gli spettatori italiani per le loro scelte cinematografiche al botteghino. Per carità, sono solidale alle loro accuse, ma nel puntare il dito esclusivamente contro il pubblico italiano si rischierebbe di sminuire un problema che è decisamente più contorto. Sappiamo benissimo quanto siano pigri e ignoranti cinematograficamente parlando gli spettatori italiani, ma bisognerebbe distribuire meglio colpe e responsabilità citando sia le case di distruzione sia i gestori degli stessi cinema. Le dinamiche di distribuzione, neanche degne dell’ultimo degli idioti, incrementano la pigrizia e l’ignoranza del pubblico italiano mandando al macello piccoli gioielli e pellicole di autori semi sconosciuti o incompresi al grande pubblico; che la qualità non sia il loro punto forte è ormai un fatto risaputo. Senza contare che la ricerca della qualità in questo paese è un’impresa ardua e che i rari spicchi di luce sono costantemente messi in ombra da strategie di marketing e piani economici abbastanza discutibili. Ma d’altronde è l’economia che fa girare il mondo, mica il cinema.
E poi abbiamo i gestori delle sale cinematografiche, i quali preferiscono riproporre fino alla nausea i grandi nomi(o boiate, che dir si voglia). Di gente coraggiosa e pronta a investire sulla qualità ce n’è davvero poca in giro, e questo non è una novità, per cui gli spettatori italiani si trovano e si sentono legittimati: se la mamma ti lascia mangiare tutta la cioccolata che vuoi è normale che poi ti viene il mal di pancia. Basti pensare alle multisale: 15 sale per 5 film che si susseguono a ruota. Ovviamente sempre strapiene, mentre delle volte determinati titoli non arrivano neanche in città. Assuefazione cinematografica, mi piace chiamarla.
Spettatori, case di distribuzione e gestori delle sale cinematografiche hanno le stesse responsabilità e si aiutano a vicenda nella distruzione del valore delle opere cinematografiche. Ma d’altronde il botteghino non è quasi mai stato sinonimo di qualità? Quindi di che ci lamentiamo?
Basti pensare a Sorrentino, uno dei registi più interessanti del panorama europeo, e all’andamento delle sue pellicole al botteghino, abbastanza mediocre. E’ vero che di registi come Sorrentino in Italia ce ne sono davvero pochi, è vero che le sorti dei giovani cineasti italiani dipendono per la maggior parte delle volte dai dati economici, è vero anche che la qualità del nostro cinema traballa continuamente, ma non sarebbe il caso di rivedere l’intera situazione?! Non sarebbe il caso di educare il pubblico italiano e agevolare la ricerca di pellicole difficilmente reperibili?! Non si potrebbe rischiare e sperimentare di più anziché rimanere ancorati ai vecchi dogmi?!
Polemiche vecchie tanto quanto il nostro paese.
Ah, a proposito…finalmente dopo 4 anni esce nelle sale cinematografiche Hunger, l’esordio alla regia di McQueen con protagonista Michael Fassbender.
In effetti il nostro paese è all’avanguardia nella lotta alla pirateria. Strategie di marketing di questo tipo se ne vedono poche in giro, e meno male!
Se non siete ancora riusciti a vedere(?) questo capolavoro, dal 27 aprile correte al cinema!
Del film ho già parlato qui.

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