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Il Brodo di Giuggiole

Da Anginapectoris @anginapectoris

Il Brodo di GiuggioleQuando parliamo di Giuggiole, la prima cosa che ci viene in mente è il famosissmo modo di dire “andare in brodo di giuggiole” che vuol dire essere felice e appagato, provare un estremo piacere. Questa espressione già nel 1612 venne riportata nel Vocabolario degli accademici della Crusca e il suo significato era inteso come “godere di molto di chicchessia”.
Le giuggiole, insieme a nespole e sorbe, fanno parte di quei frutti ormai dimenticati e che nei secoli scorsi vissero tempi aurei, mentre, attualmente, stanno scomparendo dal mercato, ed è facile reperirle presso coltivazioni casalinghe o di appassionati.
Il suo nome scientifico è Ziziphus zizyphus, è originaria della Siria ed appartiene alla famiglia delle rhamnaceae . Venne introdotta in Cina e in India, dove viene coltivata da oltre 4000 anni.
Erodoto ne scrisse nelle sue Storie (440 a.C.-429 a.C.) racccontando del loro essere dolci come il dattero e che potevano essere usate per produrre un vino, già conosciuto da Egizi e Fenici, nella nostra nazione furono importate dai Romani.
Il giuggiolo è alto fra i 5 e i 12 metri e presenta rami irregolari e spinosi.
I frutti maturi presentano una polpa soda e compatta, di un colore tendente al vermiglio, e ricordano le mele.

La dolcezza del loro sapore aumenta con la maturazione, il periodo di raccolta va da settembre a ottobre.
Gli alberi di giuggiole alberi sono ancora presenti in abbondanza ad Arquà Petrarca, un borgo medievale nei Colli Euganei in provincia di Padova e famoso perché il poeta Francesco Petrarca venne qui a trascorrere gli ultimi anni della sua vita, fino alla morte avvenuta nel 1374.

La Giuggiola dei Colli Euganei è inserita nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Nel Comune Arquà Petrarca vi è una festa completamente dedicata alle giuggiole che si svolge la prima e la seconda domenica di ottobre.
Le giuggiole, possono essere consumate al naturale, sia fresche appena raccolte che essiccate, utilizzate per preparare delle ottime marmellate, sciroppi, confetture, gelatine, canditi, dolci, bevande alcoliche e liquorose.
Contengono sali minerali e soprattutto molta vitamina C e, grazie alle loro proprietà lenitive ed antinfiammatorie, le giuggiole vengono utilizzate per la preparazione di decotti espettoranti ed emollienti, tanto che un tempo venivano adoperate per infusi contro la tosse.
Con i fichi, datteri ed uva sultanina, venivano considerate, uno dei quattro frutti pettorali, usati dai guaritori islamici per la preparazione di un decotto fatto bollire fino all’ottenimento di uno sciroppo denso e molto dolce da bere, un ottimo rimedio per le vie respiratorie infiammate da raffreddamenti ed infezioni. In cosmesi la polpa viene utilizzata per la preparazione di creme per il viso emollienti ed idratanti.

Il Brodo di Giuggiole

Proditti tipici del Veneto - Brodo di Giuggiole

Brodo di giuggiole:
Ingredienti:
- 1 kg di giuggiole
- 1 kg di zucchero
- 2 mele cotogne
- 1 limone non trattato
- 1 litro di vino bianco
- 200 gr di uva isabella o vespolina sgranata
Esecuzione:
Prediligete delle guggiole mature e raggrinzite, che sono poi quelle più dolci, eliminatene il nocciolo. Mettetele in acqua unitamente alle mele cotogne tagliate a fettine, la scorza di limone, l’uva e lo zucchero, cuocete e dopo un’oretta di cottura a temperatura dolce aggiungete un po’ alla volta il vino di modo che questo possa sostituire l’acqua.
Passate tutto al setaccio. Il risultatato finale deve essere quello di una marmellatina tenera e saporita.

Liquore di giuggiole
Ingredienti
- 1 Kg di frutti
- 1 litro di alcool
- 350 gr di zucchero
- 1 scorza di limone non trattato
- 1 baccello di vaniglia
Esecuzione:
Mettete i frutti (maturi e lavati) in un in un vaso a chiusura ermetica con l’alcool, lo zucchero,la scorza del limone non trattato e la vaniglia. Lasciate il vaso al sole di settembre, rimuovendolo di tanto in tanto, per agevolare il completo scioglimento dello zucchero, garantendo una successiva maturazione di almeno 8 mesi.
Per invece preparare la marmellata di questi frutti saporiti questi vengono sbollentati per eliminare il seme; la polpa ricavata viene tritata nel passatutto utilizzato per le verdure, ed unita a metà peso di zucchero viene bollita per circa 30 minuti; poi riposta nel vaso e bollita nel modo consueto.


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