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Il bullismo dei grandi

Creato il 26 luglio 2010 da Pierotieni
Il bullismo dei grandi
di Raffaele Mantegazza

Bullismo, mancato rispetto degli adulti, arroganza. Quanti difetti hanno questi giovani! Quanti ne sono stati rilevati anche ad Arcore, magari con un po’ di retorica (salvo poi lasciare inevase le proposte di intervento concreto). Tutte le volte che sento un adulto lamentarsi dell’educazione dei giovani mi viene voglia di regalargli uno specchio: dentro il quale potrebbe osservare i volti di tutti noi adulti, certo differenti gli uni dagli altri (per fortuna) ma caratterizzati nella grande maggioranza dagli stessi difetti che poi rinfacciamo ai ragazzi e alle ragazze: poca serietà, tentativi sistematici di aggirare tutte le norme e tutte le regole, superficialità, volgarità, rifiuto di qualsiasi cosa abbia a che fare con la cultura, incapacità di discutere, di prendere decisioni democraticamente, di fare autocritica. L’adulto che si lamenta del fatto che i giovani sono maleducati è come il pasticcere che se la prende con la torta perchè questa è venuta male: l’educazione è responsabilità dell’adulto e un ragazzo e una ragazza sono il riflesso dei processi educativi consapevoli o meno che gli adulti hanno messo in atto nei loro confronti. La scuola e la famiglia sono spesso sul banco degli imputati ma la verità è che il comportamento adulto è il vero scandalo della nostra epoca e del nostro Paese. Le questioni più gravi riguardano la cultura e la morale. Probabilmente è falsa la frase attribuita a un gerarca nazista “quando sento pronunciare la parola cultura tolgo la sicura alla pistola”, ma oggi sarebbe fuori moda; alla parola cultura si sentono grasse risate o sorrisi ironici di compatimento; la cultura non serve, non serve studiare, i libri sono per perdenti e non fanno fare i soldi; e poi ci chiediamo perché i ragazzi e le ragazze prendono sottogamba la scuola. Per quanto riguarda la morale, un Paese che ha fatto di un motociclista  multimiliardario evasore fiscale un eroe nazionale (e qualche giornale l’ha eletto “condottiero di tutti i tartassati”) non ha il diritto etico di  pretendere rispetto delle norme da parte dei giovani. Se in Italia chi non paga le tasse è visto come una specie di esempio da seguire (“quello sì che è furbo”) il messaggio educativo è chiaro: chi segue le regole è idiota, chi non le segue è un modello. Se i giovani sono maleducati è la mala educazione che hanno ricevuto a dover essere messa sotto accusa: e per uscirne occorrono molto tempo, molte risorse e soprattutto moltissima autocritica; ingredienti che oggi non si vedono nell’orizzonte adulto, con il risultato che stiamo letteralmente sperperando intere generazioni di giovani. Si spendono parole contro il bullismo; non si spende un euro per reali progetti educativi che mettano allo scoperto il reale, patetico bullismo dei 30, 40, 50enni. Un proverbio africano recita: “Per educare un bambino ci vuole un villaggio”; ma il Villaggio Globale, abbagliato dai suoi prodotti e dai suoi profitti, sembra avere tutt’altro da fare.


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