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Il calcio a Rovaniemi: Santa Claus presidente e il derby più freddo del mondo

Creato il 11 gennaio 2015 da Controcalcio

Le feste sono appena trascorse, un appuntamento che ognuno vive a modo suo: tra chi sente la magia del Natale e si fa trasportare dall'allegria, e chi ne rimane indifferente, subendo anzi magari l'influsso di una certa malinconia, tutti in un modo o nell'altro si relazionano col periodo che segna la fine dell'anno solare. Ma a seconda se si ami o si odi il Natale, un sogno o un incubo può essere rappresentato dalla città di Rovaniemi, in Finlandia, dove la magia del natale si vive praticamente tutto l'anno.

Il calcio a Rovaniemi: Santa Claus presidente e il derby più freddo del mondo
Colpa o merito, fate voi, della leggenda che localizza nella cittadina del profondo nord dello stato, la residenza nonché centro operativo di un signore chiamato Babbo Natale. Retaggio dei tempi in cui Rovaniemi era un piccolo villaggio, quasi costantemente ricoperto da neve bianchissima e non troppo facilmente accessibile. Ai bambini di tutto il mondo viene raccontato che laggiù si nasconde l'uomo barbuto vestito di rosso, capace di portare doni nella notte che i piccoli attendono più di ogni altra. Nulla di male, se non fosse che col mondo globalizzato, Rovaniemi è diventata una città come un'altra, riconoscibile e tutt'altro che inaccessibile. E soprattutto, tutt'altro che indifferente alle logiche del business: e così essere la patria di Babbo Natale è diventato un affare, con i 60.000 abitanti di quella che si può considerare la capitale della Lapponia che sfruttano l'immagine del buon vecchio Santa Claus, con parchi a tema e tutto quello che è necessario per avere la giusta visibilità internazionale.

Il calcio in Finlandia è sempre stato un parente povero dell'hockey e degli sport invernali, e in estate dell'atletica leggera, pratica che dalle parti di Helsinki ha una grandissima tradizione. Viene comunque praticato principalmente nelle zone del sud, visto che la rigidità del clima a certe latitudini è inversamente proporzionale alla possibilità di praticare il football. Questione di tradizione, che con la modernità ed i campi riscaldati e coperti sta venendo meno, ma nei decenni la geografia del calcio finlandese si è distribuita in questo modo. A Rovaniemi una squadra di ottime tradizioni è il Rovaniemi PalloSeura, meglio conosciuto nella sua abbreviazione RoPS. Recentemene capace di vincere la coppa di Finlandia come già avvenuto negli anni 80, quando il maggiore exploit del club permise alla squadra lappone di disputare un quarto di finale di Coppa delle Coppe contro l'Olympique Marsiglia.

Quello che non in molti sanno è che il RoPS non è l'unica squadra di Rovaniemi, seppur sia la sola ad aver frequentato con una certa confidenza la massima serie finlandese. Una formazione unica nel suo genere è infatti quella del Santa Claus FC: nata dalla fusione tra due piccoli club locali, staziona prevalentemente tra i bassifondi della terza serie finlandese (per una curiosa assonanza con la lingua italiana, chiamata Kakkonen) e le zone alte della quarta serie (Kolmonen). La barba e il pancione di Babbo Natale svettano sia sullo stemma sociale che sulle maglie, e Santa Claus viene considerato presidente onorario del club. Le numerose letterine inviate al capo per ricevere in regalo la Champions League sembra non abbiano funzionato.

Ma ad ogni modo Rovaniemi può vantare il primato mondiale di derby calcistico più freddo del mondo, visto che nelle giornate invernali la temperatura media in città staziona sui -25°. E c'è anche il precedente, finora l'unico: nel 2010, nel terzo turno della Coppa di Finlandia, lo stadio Keskuskenttä tornò a riempirsi ai livelli dei tempi della campagna europea del RopS, quando contro il Marsiglia si sfiorarono le diecimila presenze. Il tifo della città è compatto per la squadra di casa, ma nessuno a Rovaniemi può avercela con Santa Claus, che per l'occasione, fu chiamato a dare il calcio d'inizio della partita. Finì 3-1 ai supplementari per il RoPS, perché Babbo Natale è buono e caro, ma anche lui sul campo vende cara la pelle.


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