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Il Canto a Andalucía di Manuel Machado, in una serata d'inverno

Da Rottasudovest
Cádiz, salada claridad. Granada,
agua oculta que llora.
Romana y mora, Córdoba callada.
Málaga, cantaora.
Almería, dorada.
Plateado, Jaén. Huelva, la orilla
de las tres carabelas.
Y Sevilla.

Cadice, trasparenza salata. Granada,
acqua nascosta che piange.
Romana e mora, Córdoba silenziosa.
Málaga, cantaora.
Almería, dorata.
D'argento, Jaén. Huelva, la riva
delle tre caravelle.
E Siviglia
Sono i versi del Canto a Andalucía, uno dei poemi più celebri di Manuel Machado, uno dei più importanti poeti spagnoli del XX secolo, appartenente alla Generazione del '98. Manuel era il fratello maggiore di Antonio, che rese celebre il sivigliano Palacio de Dueñas dei Duchi d'Alba con i versi Mi infancia son recuerdos de un patio de Sevilla, y un huerto claro donde madura el limonero (La mia infanzia sono i ricordi di un cortile di Siviglia e di un orto chiaro, in cui matura il limone), riprodotti oggi su una targa di azulejos, all'ingresso del palazzo, e che fu uno dei celebri intellettuali aderenti alla Seconda Repubblica (morì in esilio, pochi giorni dopo essere riuscito a fuggire da Barcellona, ormai prossima alla conquista franchista). Nei due fratelli, la tragedia della Spagna della Guerra Civile: dopo il sollevamento di Francisco Franco, Manuel aderì ala causa dei ribelli, Antonio a quella dei repubblicani; la politica e l'idea di Spagna li divise, ma l'affetto fraterno non si spezzò. La prima volta che ho letto il Canto a Andalucía è stato a Siviglia, in una scuola di spagnolo. Ogni tanto mi è tornato tra le mani, affascinandomi sempre per il verso finale. Poi, qualche giorno fa, mi è stata recitata da un sivigliano dagli occhi brillanti. E cosa non è stata la sua voce nel chiudere con Y Sevilla. Con meraviglia, perché non c'è altro da aggiungere, con ammirazione, perché como Sevilla no hay otra (come Siviglia non c'è nessuna), come un'esclamazione perché quello che rimane in sospeso chiunque se lo può immaginare. E la poesia non è tanto nelle parole, ma negli occhi e nei toni di chi la recita e sa trasmettere emozioni, stupori, orgoglio, commozione.

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