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Il caso Corradi-Nazareth è la spia di un bisogno di un centrosinistra che punta sulla Chiesa per acquietare l’elettorato spaventato dalla crisi

Creato il 02 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Don Pizarro nel suo intervento ha sostenuto infatti che chi viene inserito nel partito “un minuto dopo viene irregimentato”, per quanto abbia una sua provenienza e sia portatori di voti risucchiati da un’associazione, un ambiente, un gruppo sociale.

Il caso di Alessandro Corradi però non è così trasparente e non è stato risolto con la bacchetta magica. E’ sgradevole insistere, però le risposte del Pd non sono state esaurienti. Non spiegano il caso. Le richieste di finanziamenti alle cooperative, compresa quella di cui il consigliere è stato socio lavoratore ed ora è volontario, sono pubbliche, come anche il verbale della commissione Politiche educative e giovanili in cui Corradi insiste tanto, d’accordo con il parroco del Cambonino don Emilio Priori, per l’inserimento di professionisti dell’educazione. Giancarlo Schifano chiedeva che venissero inseriti mediatori culturali. Si ricorda che di fronte all’opposizione di parte del centrodestra, Alessandro Corradi lasciò l’aula. Non è stato messo a verbale che venne messa in discussione anche la discussione del finanziamento di 50mila euro. Vecchia questione, già trattata. Ma le risposte non arrivino. Ed è strano. Questo non è un articolo contro il Pd, bensì per riceverne prima o poi risposte, per chiarire “la linea del partito”, risolvere alcuni lati opachi.

Perché il Pd non dichiara serenamente il suo legame con ambienti cattolici? Oppure non sceglie chiaramente la laicità? Al contrario rivendica l’autonomia della politica tramite il segretario provinciale. Ma autonomia dalla Chiesa proprio no. Non per antipatia di questo blog verso la Chiesa cattolico, bensì perché le religioni sono tante e gli atei, gli agnostici, i razionalisti, gli indifferenti e i tiepidi pure. Lo Stato è di tutti, non dei cattolici, per questo insistiamo sulla laicità. Perché garantisce tutti. L’obiettivo è garantire i cittadini, che si troveranno di fronte al fiscal compact, dall’effetto prevedibilmente uraganico. Sarà una tempesta tremenda. Allora per garantire coesione sociale serve madre Chiesa, bisogna pregare, o servono politici competenti, lungimiranti, preparati (di destra o sinistra che siano)?

E si crea questa nuova classe dirigente selezionando i migliori oppure quelli cui madre Chiesa in un modo o nell’altro dà il consenso? Serve vincere le elezioni e tener tranquilla la popolazione sotto la tempesta oppure bisogna provare a risolvere alcuni problemi, tra l’altro molto gravi.

Ecco perché qui si insiste sul caso di Alessandro Corradi. Non per un attacco personale! Bensì per un metodo politico. Sulla scelta di candidati consiglieri e possibili assessori ci dovrebbe essere chiarezza massima per rispetto dell’elettorato. E non solo sulle persone: anche sugli obiettivi.

E’ vero che finché ci si guarda in faccia pensando alle primarie e a Matteo Renzi (uomo del Vaticano: ha istituito addirittura un cimitero per feti a Firenze! Non parla mai del tunnel Tav sotto Firenze!) i cittadini capiranno, temo, ben poco. E il Pd unito proficuamente alle sinistre, con un programma realmente democratico (welfare, beni comuni ecc.) è l’unica speranza che resta. I soliti programmi liberali falliscono miseramente da vent’anni. Poi i fenomeni dell’economia spiegano ogni volta che c’è stata un’altra crisi, come fosse una catastrofe naturale, contro cui dar forza al welfare non sarebbe servito a niente.

Segue il brano del verbale del 4 maggio di quest’anno che mostra come Alessandro Corradi segua la linea della cooperativa per cui fa il volontario, che potrebbe guarda caso coincidere con quella del Pd. Ma coincide o no? Il Pd sceglie la laicità o la connivenza e il compromesso con la Chiesa cremonese, o ancor meglio l’accordo con la Chiesa? Perché gli elettori non devono saperlo chiaramente prima del voto? Per questo si confida in succulente risposte.

Don Enrico Maggi – Parroco Chiesa S. Giuseppe – Cambonino – E’ giusto che vengano
valorizzate le risorse del territorio però con il volontariato no si riesce a coprire tutto; la
Parrocchia sta già facendo molto, si ravvisa però la necessità di figure competenti.
Non tutto può essere delegato alla Parrocchia e al Comitato di Quartiere.
Si potrebbero organizzare degli eventi culturali, promosse dall’Amm.one C.le nel
quartiere, anziché in altre zone della città…
Corradi – E’ d’accordo sulla visione espressa dal Parroco; ritiene sia una questione di metodo.
L’Amm.one C.le deve sapere ascoltare il territorio per poterlo sostenere; le risorse già
presenti nel territorio sono diverse, le competenze sono diverse. Se mancano le basi la
comunità non nasce. E’ d’accordo sulla presenza di figure “professionali”.
Schifano – Chiede se sia prevista, nel progetto “Cambonino”, la figura del mediatore culturale per
collaborare con le agenzie territoriali ed extra-territoriali.
Ritiene si debba avere più coraggio: molti eventi potrebbero essere svolti anche nelle
periferie. I progetti realizzati sono buoni; bisogna essere più attenti ad investire
nell’ambito culturale.
Borsella – Contesta l’intervento del Sig. Corradi. Ritiene che le figure professionali non possano
calarsi nella realtà del quartiere. Il Comune è utile dal momento che recepisce i bisogni e
si fa portavoce, però è la comunità che deve essere sostenuta.
Schifano – insiste sulla necessità della presenza di un mediatore culturale.

L’anno prossimo il fiscal compact non lascerà speranze. Se il Pd vuole stare con chi tiene insieme l’elettorato e garantisce fondi alla politica per le campagne elettorali e le attività del partito, ha bisogno di un certo elettorato borghese e cattolico. Se invece vuole dalla parte della povera gente, deve fare un’altra scelta. Che qui ci sembra assolutamente doverosa.

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