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Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: l’epica di Batman, la potenza del simbolo

Creato il 24 agosto 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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Batman è un simbolo.
Questa tesi, sicuramente appartenente al costrutto del personaggio fin dall’inizio della sua vita editoriale, ha trovato particolari sbocchi nelle storie a fumetti degli ultimi anni – penso alla run di Grant Morrison e all’attuale gestione di Scott Snyder.  Anche ha sposato quest’idea, facendone uno dei cardini della sua trilogia dedicata al personaggio della
La cosa è palese in Batman Begins (2005), in cui il protagonista costruisce la sua leggenda, un po’ meno nel monumentale Il Cavaliere Oscuro (2008), dove tale argomentazione è presente ma lascia maggiormente spazio all’analisi della società e di una sua visione distorta (impersonata da Joker).


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Ma è con Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno che questa visione viene esaltata in maniera definitiva, è in questa pellicola conclusiva che il personaggio conosce la consacrazione massima di quello che rappresenta e dei suoi ideali.

Nolan conosce le straordinarie potenzialità del personaggio, sa quanto il successo di The Dark Knight ha alzato la posta nella realizzazione di un nuovo capitolo del suo Batman e sa quanto è delicato un film che debba chiudere degnamente una trilogia i cui primi due capitoli sono generalmente adorati da critica e fan dei fumetti. Consapevole di tutto ciò, il regista gira il film della caduta di Batman. Se i più pensavano che tale avvenimento potesse ricondursi al finale del secondo capitolo, si dovranno ricredere: Nolan, insieme al fratello Jonathan e al fido David S. Goyer, distrugge in tutto e per tutto il Crociato Incappucciato, lo annienta sotto ogni profilo, con particolare attenzione per quello morale e psicologico, ponendogli di fronte un avversario come Bane, un terrorista così determinato e intelligente da formare una miscela letale insieme ai suoi muscoli. 

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“Perché cadiamo, Bruce? Per imparare a rialzarci”, disse il padre del giovane Wayne al figlio, ed è quello che aveva ben in mente Nolan. Per poter celebrare degnamente la leggenda, doveva mostrare Batman nella polvere, annichilirlo, schiacciarlo come nessuna trasposizione al di fuori dei fumetti ce l’ha mai mostrato… per poi farlo rialzare più forte e consapevole di prima. Le circostanze, la sua superbia, i piani di Bane, gli tolgono ogni cosa, ma è proprio così che il Cavaliere Oscuro può tornare veramente.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno è in realtà un film su Bruce Wayne piuttosto che su Batman, e non solo per il fatto che Christian Bale in costume si veda per un quarto della pellicola: è un film che dimostra come Batman, in virtù del suo essere simbolo, ha una portata e una potenza che servono da ispirazione e monito verso chiunque sia abbastanza sensibile e motivato da dare ascolto a quel messaggio di speranza. Bane vuole usare la speranza come l’arma più crudele a sua disposizione, per illudere i cittadini di Gotham City che ci sia qualcosa in cui credere, di modo che possano soffrire di più una volta che scopriranno quanto sono stati folli; Batman invece vuole rilanciare il concetto di speranza come qualcosa di positivo e propositivo e ancora una volta si fa carico delle decisioni che nessun altro può prendere. Non come lui, perlomeno. C’è bisogno di un simbolo che ispiri l’uomo comune, ma non può essere un falso idolo basato sulla menzogna, come erroneamente pensavano Batman e il commissario Gordon alla fine della precedente pellicola.

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Ne risulta un film dalle tematiche importanti, che si sviluppano anche nell’ideologia anarchica che Bane instaura a Gotham una volta che ne prende il possesso, la quale vuole mettere a nudo l’ipocrisia di certe rivoluzioni, che mirano a ribaltare uno status quo di privilegi piuttosto che cercare una sorta di equità sociale. Una vendetta operata dagli oppressi, l’opposto della strada intrapresa da Bruce in giovane età e la dimostrazione dello spietato giudizio caduto su Gotham, qui metafora dell’intero modello occidentale.
Altra componente interessante è rappresentata dai complessi rapporti interpersonali tra i vari personaggi dell’intreccio: spiccano a tal proposito la figura di Alfred, resa ottimamente da Michael Caine, ma anche l’abnegazione di Gordon nel salvare l’anima della città che ha giurato di proteggere. Anche i personaggi che esordiscono in questo terzo capitolo hanno un loro preciso compito: Selina Kyle va oltre lo stereotipo della femme fatale, Anne Hathaway è molto brava nel tratteggiare il personaggio in tutti i suoi toni ambigui e sensuali fornendo un’alleata/non alleata fondamentale per Batman. John Blake, giovane ed idealista poliziotto di quartiere, è la figura che serve a Batman per non cedere, e in cui probabilmente rivede il sé stesso di anni prima.

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Un film di supereroi (checché se ne dica, anche il Batman di Nolan per quello che è e fa rientra nella categoria a pieno titolo) in cui l’azione, se non in un paio di occasioni, non rappresenta il fulcro principale dello spettacolo, che al contrario si concentra su tematiche etico-morali e su riflessioni sulla società e sull’essere umano, come già faceva anche se in modo differente Il Cavaliere Oscuro.

I difetti non mancano, e si trovano in alcuni passaggi narrativi non pienamente giustificati e in alcune soluzioni non particolarmente felici per risolvere determinate situazioni, ma si tratta di elementi su cui si può chiudere un occhio in vista dell’affresco generale che Nolan ha realizzato.

Abbiamo una Gotham City sotto assedio, un cattivo che va oltre le apparenze dimostrando di essere una nemesi di tutto rispetto per Batman, un’atmosfera di tensione perenne che accompagna lo spettatore per tutte le due ore e 45 minuti di durata, e questo anche grazie alla magnifica colonna sonora di Hans Zimmer. Abbiamo ancora una volta delle splendide prove attoriali fornite da Christian Bale, da Michael Caine, da Gary Oldman, da Morgan Freeman che tornano ad essere gli ottimi interpreti dei rispettivi personaggi che hanno saputo essere nei precedenti capitoli, accompagnati dall’abilità di Tom Hardy, Anne Hathaway e Joseph Gordon-Levitt che sono perfettamente in parte offrendo degli ottimi personaggi.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: l’epica di Batman, la potenza del simbolo> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="154" width="235" alt="Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno: lepica di Batman, la potenza del simbolo >> LoSpazioBianco" class="alignleft wp-image-55404" />Con Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno abbiamo un’ulteriore pietra di paragone per il modo di intendere i cinecomics, etichetta che va sicuramente stretta a questo film e alla trilogia in generale.
Nolan ha attinto a piene mani direttamente dal concetto stesso di epica e l’ha applicato ad un uomo che ha annullato sé stesso per diventare una leggenda, un simbolo contro le ingiustizie e il crimine. Batman diventa così quel che deve essere: uno sprone a fare quel che è giusto, uno sprone rivolto a tutti, rappresentato da quel simbolo di speranza che è il fascio di luce che parte dal tetto del commissariato di Gotham.

Abbiamo parlato di
Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno
di Christopher Nolan, Jonathan Nolan, David S. Goyer
con Christian Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Anne Hathaway, Tom Hardy, Christopher Judge, Adam Rodriguez, Massi Furlan, Rob Brown, Liam Neeson, Marion Cotillard, Juno Temple, Joseph Gordon-Levitt, Matthew Modine, Tom Conti, Joey King, Brett Cullen, Chris Ellis, Josh Stewart, Daniel Sunjata, Diego Klattenhoff, Burn Gorman
USA, Gran Bretagna – 2012 – Warner Bros Italia
Azione, drammatico – durata: 165 min.
Dal 29 agosto al cinema

 


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