Il Che bianco Davide Vairani

È passata una vita da quando Davide Vairani indossava una maglietta con la celebre effige di Che Guevara su una bici poco di lusso, a Soresina. Ora è il coordinatore di Voglio la mamma, il gruppo che si batte contro le adozioni da parte delle coppie gay. Un’opposizione che non capisco perniente. Con il tempo si cambia, come l’amico Davide. Da Hasta la victoria siempre a Hasta la parrocchia siempre. Erano gli anni Novanta e l’idea di rivoluzione armata mi turbava.  Davide era nel Ppi e io nel Pds, stanco del governo Dini. Tra Ppi e Pds non era semplice accordarsi neanche in Comune perché la sintesi non era spontanea, bensì calcolata. Partiamo da ciò che unisce non da ciò che divide, si diceva. E addio contenuti e programmi. Addio anche alla Costituzione. Comandavano i Popolari. Come ora nel Pd di Renzi.

il Che Guevara nero fu Kagamé, presidente del Burkina Faso, assassinato. Ma i Che bianchi ci sono ancora, tanti.

Davide poi è diventato assessore ai servizi sociali e aegretario provinciale del Ppi, lasciando la politica dopo la fine dei Popolari. Da parte mia ho lasciato la politica dopo due anni, quando il Pds è confluito nei Ds, nel ’98. Davide poi ha lavorato per l’azienda sociale del Cremonese, presieduta dall’ex assessore Stogit Luigi Amore. L’azienda è discussa per l’irregolarità del cda composto da sindaci e assessori (!!!!). Contestazione di Mariagrazia Bonfante del tutto condivisibile. L’azienda ha lavorato male, ingrassando cooperative in modo del tutto ostile ai principi per cui è sorta.

il sindaco di Cremona Galimberti, come per alcuni aspetti la sindaca di Crema Stefania Bonaldi, mi hanno ridato fiducia, per quanto diversi tra loro. In particolare Galimberti, meno politico, uomo di scuola e di studio, persona riflessiva, seria, pulita, circondato da una giunta seria, attesa ogni giorno alla prova dei fatti.