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Il cibo come fattore di convivialità, identità culturale e benessere

Creato il 24 giugno 2011 da Stefano24

Il significato del verbo "mangiare" ha da sempre travalicato la sua mera funzione primaria, non identificandosi semplicemente con l'assunzione di cibo, ma piuttosto legandosi in modo imprescindibile al concetto di convivialità. Il semplice abbinamento cibo – sostentamento ha ben presto lasciato spazio a nuovi valori e significati che rientrano nella sfera sociale dell'essere umano. L'aspetto della convivialità legato al pasto, infatti, è antico quanto l’uomo. Agli albori della specie umana, dopo aver cacciato la preda, gli uomini primitivi si ritrovavano attorno al fuoco e sedevano uno di fronte all'altro, prima semplicemente guardandosi negli occhi e poi progressivamente sorridendo, ridendo e iniziando a parlare. Lo stesso linguaggio, quindi, si è sviluppato a partire dal cibo e dalle origini di ciò che oggi chiamiamo convivialità. Il fattore condivisione lo ritroviamo forte, nella specie umana, ancora al giorno d'oggi. È così, che si passa dalla condivisione della preda alla cena con gli amici. Chi decide di dividere la stessa tavola e di mangiare assieme, vuole rendere gli altri commensali partecipi di nuove esperienze, culinarie e non, vuole dividere con loro il piacere della tavola, rafforzare un legame sociale, condividere momenti da ricordare.

Il secondo concetto riconducibile al cibo riguarda l'identità culturale. Le diverse culture gastronomiche, infatti, hanno contribuito a definire e ad identificare, nel corso dei secoli, l'identità di un popolo e, di conseguenza, il suo stile di vita. La condivisione di determinati alimenti e l’adozione di un modello alimentare condiviso, da parte di un popolo, hanno contribuito nel corso dei secoli a definire e a rafforzare il senso di identità e il processo di identificazione di quel gruppo sociale. Questo aspetto rappresenta uno dei fattori principali che hanno accompagnato, nelle varie epoche, i flussi migratori e che hanno spinto le diverse comunità migranti a conservare le proprie abitudini alimentari anche al di fuori del proprio Paese. La conservazione delle proprie tradizioni e identità alimentari passa anche attraverso uno stile di consumi condivisi che soddisfano quel bisogno di appartenenza di ognuno di noi. Il Belpaese, ad esempio, è disseminato di differenti tradizioni culinarie Persino all’interno di ogni regione esistono territori con un’identità gastronomica ben precisa, con piatti tipici che si tramandano da una generazione all’altra e che devono essere riscoperti perchè l’identità culturale di un Paese si esprime anche a tavola.

Un terzo aspetto collegato direttamente al cibo riguarda la salute. Oggi non è sempre facile degustare prodotti sani e genuini. Conservanti, coloranti, anabolizzanti e sostanze chimiche di sintesi di cui si è fatto largamente uso negli scorsi decenni, hanno contribuito ad accrescere in ognuno di noi il sospetto ogni volta che ci approcciamo ad un nuovo alimento. Le notizie che la cronaca riporta di tanto in tanto riguardanti le sofisticazioni alimentari non ci rassicurano. Abbiamo compreso, da qualche tempo, che "Siamo quello che mangiamo", come affermava il filosofo Feuerbach e proprio perchè conosciamo l'importanza della corretta alimentazione per il nostro benessere psicofisico, che inizia a farsi strada una sensibilità sempre maggiore nei confronti della qualità del cibo che consumiamo e dell’importanza di acquistare prodotti alimentari naturali e garantiti.

Un esempio emblematico è rappresentato dall'agricoltura biologica. Questo approccio alimentare non prevede l'utilizzo di fertilizzanti chimici e di pesticidi per le coltivazioni, garantendo una maggiore sicurezza circa la qualità degli alimenti di cui ci cibiamo. Il bio da semplice tendenza del momento, è diventata un vero e proprio fenomeno che, anno dopo anno, conquista sempre più estimatori. Questo costante sviluppo dell’agricoltura biologica, inoltre, dimostra la sempre maggiore attenzione dei produttori nei confronti della salvaguardia dell’ambiente e della salute dell'uomo. La cultura del biologico travalica il mercato del fresco, rappresentato da frutta e verdura, coinvolgendo, di recente, anche ad altri alimenti quali i prodotti da forno e, in particolare, quelli tipici. Come i tarallini biologici pugliesi, ad esempio, che identificano la cultura gastronomica di questo territorio. L'impasto dei taralli biologici, realizzato secondo l’antica tradizione gastronomica locale, è ottenuto utilizzando semplici ingredienti, quali farina, vino bianco, sale e olio extravergine di oliva che non contengono concimi chimici. Il risultato sono tarallini davvero naturali e genuini privi di OGM, grassi idrogenati, conservanti, coloranti e aromi artificiali.

Tutta la natura di una spiga di grano e dell'oro giallo sono racchiusi in questo piccolo, appetitoso snack. Perfetto sostituto del pane, questo rompidigiuno valorizza ogni aperitivo, grazie alla sua fragranza autentica ed inconfondibile. Dedicati a chi ama i sapori semplici, ma non banali, i tarallini biologici preservano l'autentico sapore della terra di Puglia e la fragranza delle cose buone di un tempo.


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