Magazine Cinema

Il Cineclub Alphaville presenta “A qualcuno piace Billy!” una selezione monografica deicata a Billy Wilder

Creato il 06 dicembre 2010 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

billy-wilder

Alphaville Cineclub propone, dall’8 al 12 dicembre 2010 nella sua sede di Roma Via del Pigneto 283 alle ore 21.00, la selezione monografica A qualcuno piace Billy, prima parte di una rassegna di titoli dedicata a Billy Wilder, autore indimenticabile della commedia sofisticata americana e non soltanto.

Statunitense ma austro-ungarico di nascita, giornalista prima a Vienna (dove riesce a farsi buttar fuori di casa da S. Freud) e in seguito a Berlino, svogliato studente di giurisprudenza all’università della capitale, «ghostwriter» occasionale, soggettista e sceneggiatore, Billy Wilder lascia la Germania all’avvento di Hitler per emigrare prima in Francia e poi negli Stati Uniti. Sembra che il suo incontro con il cinema sia avvenuto non per scelta, ma per una curiosa concatenazione di eventi dovuti al caso. Si narra infatti che il giovane Wilder avesse perso un po’ di marchi con il produttore J. Pasternak e che costui, per farseli restituire, lo avesse messo a lavorare su una sceneggiatura. L’evento è in sè probabile, se si pensa all’atmosfera berlinese degli ultimi anni ‘20 e dunque all’imminente fine della Repubblica di Weimar, fatto questo che convince molti degli autori che in seguito contribuiranno a costruire il classicismo hollywoodiano degli anni ‘30 e ‘40 a farsi cooptare dal mondo del cinema per puro gioco del destino. È noto che andranno quasi tutti negli Stati Uniti, traducendo nel cinema hollywoodiano, non solo in quello più ricco, ma anche in quello più seriale, i segni dei grandi conflitti etici e spirituali che affondano le radici nella cultura tedesca, chi in forme dolorosamente sofferte e dichiarate, chi in forme trasfigurate, filtrate, non dette. Wilder appartiene al secondo versante. Maestro di commedie esilaranti, dal tocco leggero ed insieme sottilmente pungente, autore di grandi storie drammatiche, amare e corrosive, capace di tenere insieme commedia e dramma in un infuso di sapore agrodolce, lascia una traccia indelebile nella storia di Hollywood e del cinema tutto… Forse per questo il suo lavoro continua a sfuggire a qualsiasi organica sistemazione critica. Egli assume indifferentemente la maschera comica della commedia brillante e quella corrucciata del dramma. In un film si colloca in posizione opposta a quello che aveva messo in campo nel precedente. Dice e contraddice in un gioco di continui rovesciamenti di fronte. Per il suo modo di lavorare viene coniato il termine «cinema del travestimento», anche detto «cinema travestito», in cui farsa e tragedia, spontaneità e manipolazione, innocenza e cinismo contribuiscono a creare una sorta di gigantesco romanzo visivo capace di nascondere al suo interno alcune delle grandi figure del «moderno»: la dialettica delle inversioni, il gioco dell’essere e dell’apparire, scavando nei traumi della società americana con occhio crudo ed impietoso, mascherandoli subito dopo dietro il velo liberatorio delle situation comedy e del burlesque.

La selezione di Alphaville inizia dunque mercoledì 8 dicembre alle 21.00 con la proiezione di una delle sue opere più intense, La fiamma del peccato (1944), tratto dal romanzo di J. Cain, di cui Wilder scrive anche la sceneggiatura in coppia con R. Chandler. Si tratta di un pagina cruciale del noir, nel quale fa la sua apparizione una figura di «dark lady» (B. Stanwyck) ambigua, sfuggente, carica di sottili e inquietanti sfumature, tanto seducente quanto infida. Un film che diventa una sorta di «punto di non ritorno» per un genere che di lì in avanti vivrà una stagione quasi trionfante per tutti gli anni ‘40 e ‘50.

Giovedì 9 dicembre la serata è dedicata alla proiezione di Arianna (1957), storia di Cappuccetto rosso, qui con le sembianze della figlia parigina di un investigatore privato, capace di mettere in gabbia il Lupo Cattivo, un miliardario americano tombeur de femmes… Film d’amore ma anche di cinismo, supera per eleganza il pur riuscito “Sabrina”.

La frizzante coppia Lemmon-MacLaine è protagonista assoluta di Irma la dolce (1963), in programma ad Alphaville venerdì 10 dicembre, gustoso e sapido romanzo d’amore tra un solerte poliziotto ed una giovane prostituta, ambientato in una Parigi splendidamente ricostruita dal grande scenografo A.Trauner, che si era già aggiudicato uno degli Oscar per il lungometraggio L’appartamento (1960), in visione sabato 11 dicembre.

Con questo lavoro entrano nella carriera di Wilder altri quattro Oscar! Grande intreccio di commedia e dramma, il film è un capolavoro dai toni farseschi e dal sapore crudo. J. Lemmon è perfetto nella parte del piccolo impiegato che pur di far carriera mette a disposizione il proprio alloggio per le scappatelle extraconiugali degli alti dirigenti. Servizievole, dimesso, sostanzialmente succube, Lemmon alza la testa  solo quando scopre che la dolce S. MacLaine, amata in segreto, è una delle prede del proprio direttore…

L’ultimo appuntamento con la prima parte della selezione monografica dedicata a Billy Wilder è previsto per domenica 12 dicembre con la proiezione di Viale del tramonto (1950), capolavoro dell’autore, qui maestro di quella regia «invisibile», propria del film classico hollywoodiano, capace di filmare il «dentro» e il «fuori» del cinema. La storia mette in scena un morto che parla (W. Holden), in grado di raccontare in flash-back i retroscena del suo assassinio. Ma soprattutto Wilder  affonda una lama in quella parvenza di eternità illusoria e frivola che è la fabbrica dei sogni hollywoodiana,  facendo reincontrare sul set G.Swanson  ed E. von Stroheim, per la prima volta dopo la traumatica rottura seguita al fallimento di Queen Kelly, lei nei panni di una vecchia diva semidemente, lui in quelli dell’ex marito innamorato, decaduto al rango di fedele maggiordomo.

Per informazioni:
Alphaville Cineclub


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :