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Il Cinema Ritrovato / a Bologna dal 27 giugno al 4 luglio

Creato il 26 marzo 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

A pochi mesi dalla 29ª edizione del Cinema Ritrovato, segnaliamo le prime informazioni su programmi e progetti in corso di lavorazione. Sarà un festival in omaggio e nel segno di Peter von Bagh, delle sue idee e delle sue passioni: molte delle rassegne sono state pensate e strutturate da lui e insieme a lui.

Per dare continuità alla filosofia di Peter von Bagh, alla sua volontà di offrire ogni anno ai cinefili il loro angolo di paradiso, è nato un nuovo comitato operativo costituito da Cecilia Cenciarelli, Paola Cristalli, Gian Luca Farinelli, Anna Fiaccarini, Goffredo Fofi, Mariann Lewinsky, Andrea Meneghelli, Paolo Mereghetti, Emiliano Morreale, Davide Pozzi ed Elena Tammaccaro. Il coordinatore del festival sarà ancora Guy Borlée.
Accanto a loro, un nuovo comitato di consiglieri, da tempo stretti collaboratori e compagni di strada del Cinema Ritrovato: Richard Abel, Peter Bagrov, Peter Becker, Janet Bergstrom, Kevin Brownlow, Gian Piero Brunetta, Ian Christie, Lorenzo Codelli, Eric De Kuyper, Bryony Dixon, Jean Douchet, Shivendra Singh Dungarpur, Bernard Eisenschitz, Alexander Horwath, Aki Kaurismäki, Dave Kehr, Hiroshi Komatsu, Martin Koerber, Miguel Marias, Nicola Mazzanti, Mark McElhatten, Olaf Möller, Alexander Payne, Elif Rongen, Jonathan Rosenbaum, Thelma Schoonmaker, Jon Wengström.

Di seguito alcune delle sezioni dell’edizione 2015:

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Progetto Keaton

Un altro immenso maestro dell’epoca muta tornerà a vivere grazie all’impegno della Cineteca di Bologna e del suo laboratorio L’Immagine Ritrovata: dopo il lungo lavoro dedicato a Charles Chaplin, ora Buster Keaton e la sua intera opera cinematografica saranno al centro di un pluriennale progetto di restauro Il Progetto Keaton, che la Cineteca di Bologna realizza in collaborazione con Cohen Film Collection, vedrà i suoi primi frutti al festival, quando verranno presentati in anteprima i nuovi restauri di One Week, cortometraggio del 1920 capace di sintetizzare e sublimare l’immaginario americano della casa ready-made; e Sherlock Jr. (1924) uno dei primi film sul cinema, un compendio perfetto delle virtù di Keaton: la sua irresisti bile imperturbabilità, le invenzioni tecniche, le straordinarie acrobazie e le molte gag semplicemente perfette. La proiezione in Piazza Maggiore sarà accompagnata dalle musiche di Timothy Brock eseguite dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.
Programma a cura di Cecilia Cenciarelli.

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Seriamente divertenti: i film di Leo McCarey
Fin dagli anni Venti, quando si fece le ossa negli Hal Roach Studios lavorando con Laurel & Hardy e Charley Chase, Leo McCarey si concentrò sempre su quello che in una conversazione con Peter Bogdanovich chiamò “l’ineluttabilità degli incidenti”. Nei suoi film, piccoli intoppi si trasformavano in ostacoli insormontabili, mentre stravaganze e manie dei personaggi ‘troppo umani’ di McCarey entravano in collisione tra loro, creando inarrestabili effetti a catena. Grazie a questa ‘teoria comica delle particelle’, la costante ironia dolceamara di McCarey produsse alcune tra le più memorabili commedie brillanti degli anni Trenta, come Duck Soup (La guerra lampo dei Fratelli Marx, 1933), Ruggles of Red Gap (I l Maggiordomo, 1935) e The Awful Truth (L’orribile verità, 1937), drammi romantici come Love Affair (Un grande amore, 1939), e indagini più cupe sulla natura umana in Make Way for Tomorrow (Cupo tramonto, 1937) e Good Sam (Il buon Samaritano, 1948). Che i suoi antieroi e le sue antieroine fossero Laurel & Hardy, Cary Grant e Irene Dunne oppure padre Bing Crosby e suor Ingrid Bergman, lungo trent’anni McCarey (sceneggiatore, produttore e regista) attraversò con smagliante successo lo slapstick muto, la screwball comedy, la commedia romantica, il melodramma sentimentale e perfino il film edificante d’argomento religioso, riuscendo nel suo personalissimo modo a far deragliare ciascuno di questi generi.
Programma a cura di Steve Massa, in collaborazione con Lobster Films.

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Ingrid Bergman: gli esordi
Nel 2015 ricorre il centenario della nascita di Ingrid Bergman: lo celebriamo con un programma dedicato agli esordi svedesi dell’attrice destinata a diventare una delle più luminose star di Hollywood. Fin dai primi film, alla metà degli anni Trenta, Bergman rivelò una notevole cinegenia e uno spiccato talento naturale, mostrandosi capace di offrire interpretazioni intense e personali. Spesso diretta da Gustav Molander e quasi sempre fotografata da Åke Dahlquist, fu un’attrice versatile che seppe misurarsi con ruoli molto vari, dall’innocente cameriera d’albergo alla sfigurata e cinica capobanda di una gang di ricattatori… La rassegna presenta un buon numero dei suoi migliori film pre-hollywoodiani e comprende anche alcuni rari cortometragg i.
Programma a cura di Jon Wengström dello Swedish Film Institute.

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Il Jazz al cinema
Vivace jam session tra realtà e invenzione, questa rassegna esplora la vita del jazz nel cinema, portando sullo schermo tanto i suoi interpreti quanto il suo pubblico, in una serie di documentari e di film di finzione. Oltre a documentari di spicco quali Jammin’ the Blues e Jazz on a Summer’s Day, il programma propone film in cui celebri musicisti jazz interpretano se stessi (Charles Mingus e Dave Brubeck in All Night Long), e in cui l’ascolto della musica jazz svolge un ruolo importante (Ball of Fire di Howard Hawks e When it Rains di Charles Burnett). Presenteremo alcuni dei primi film jazz sonori (Black and Tan Fantasy di Dudley Murphy) in versioni recentemente restaurate, nonché rarissimi soundies degli anni Quaranta.
Programma a cura di Jonathan Rosenbaum e Ehsan Khoshbakht.

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I colori del Giappone
Quando Jigokumon (La via dell’inferno) giunse negli Stati Uniti, nel 1954, il critico del “New York Times” Bosley Crowther celebrò “l’armoniosa ricchezza di un colore che si rivela all’altezza dei migliori film di sempre”, mettendo in luce sfumature degne “dei capolavori dell’arte giapponese”. Il successo del film a Cannes, dove vinse il primo premio, e a Hollywood, dove si guadagnò l’Oscar per il miglior film straniero, dovette molto all’uso visivamente sontuoso del procedimento americano Eastmancolor. Ma il passaggio del cinema giapponese al colore fu un’esperienza varia e sfaccettata, della quale il nostro programma offre un’ampia testimonianza. Dopo le tecniche di colorazione del cinema muto e le sperimentazioni prebelliche, il primo successo giapponese a colori, Karumen kokyo ni kaeru (Carmen Comes Home), fu prodotto dalla Shochiku impiegando il procedimento messo a punto dalla Fuji e battezzato FujiColor. Nella prima metà degli anni Cinquanta, avvalendosi di una serie di registi che contava geni isolati come Keisuke Kinoshita e Kenji Mizoguchi e sapienti artigiani quali Kazuo Mori e Hideo Oba, tutti i maggiori studios giapponesi iniziarono a esplorare le possibilità della nuova tecnica, sia per riportare in vita il passato storico, sia per documentare un presente in rapida trasformazione.
Programma a cura di Alexander Jacoby e Johan Nordström, in collaborazione con il National Film Center di Tokyo

e ancora…

Il Paradiso dei Cinefili
– Ritrovati e restaurati
(a cura di Gian Luca Farinelli)
- Peter Forever, omaggio a Peter von Bagh (a cura di Olaf Möller)
- La bella gioventù: Renato Castellani (a cura di Emiliano Morreale)
- Rarità dal cinema italiano del dopoguerra (a cura di Andrea Meneghelli)

La macchina del tempo
– Cento anni fa: intorno al 1915
(a cura di Mariann Lewinsky)
- Valentina Frascaroli protagonista (a cura di Mariann Lewinsky)
- Gli amati Bluebird (a cura di Mariann Lewinsky)
- I Velle, un affare di famiglia 1900-1930: Gaston, Maurice e Mary Murillo (a cura di Mariann Lewinsky e Luke McKernan)
- I 120 anni della Gaumont (a cura di Gian Luca Farinelli)

La macchina dello spazio
– Alla ricerca del colore dei film: dal Pochoir al Technicolor
(a cura di Gian Luca Farinelli e Mariann Lewinsky)
- Il disgelo sovietico: 1953-1957 (a cura di Olaf Möller e Peter Bagrov)
- World Cinema Project (a cura di Cecilia Cenciarelli)
- Armenia, il Genocidio e dopo (a cura di Jay Weissberg, Mariann Lewinsky e Cecilia Cenciarelli)
- Albert Samama-Chikli, pioniere del cinema africano (a cura di Mariann Lewinsky e Cecilia Cenciarelli e Aboubakar Sanogo)

Incontri con autori, storici e restauratori
Proiezioni all’aperto con musica dal vivo e al carbone
Lezioni di Cinema
Il Cinema Ritrovato DVD Awards (12a edizione)
Il Cinema Ritrovato Kids
Mostra mercato dell’editoria cinematografica (13a edizione)

Il Cinema Ritrovato
Fondazione Cineteca di Bologna e Mostra Internazionale del Cinema Libero – Via Riva di Reno, 72 – 40122 Bologna – Italia
Tel: (+39) 0512194814 – Fax (+39) 0512194821
[email protected]
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