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Il Cinque Maggio di Berlusconi (A. Manzoni)

Creato il 15 novembre 2011 da Giuseppe7405

L'idea non è originalissima, lo so, ma non mi è venuto in mente altro. Spero che Alessandro Manzoni e Napoleone mi perdoneranno, l'attuale soggetto di questa lirica rivisitata non è alla loro altezza...
Ei fu. Siccome ignobile,
dall’ultimo videomessaggio,
appare un volto terreo
e un sorriso plastificato;
e così percossa, attonita
l’Italia riceve la notizia,
e muta, teme non sarà l’ultima
ora dell’uomo premier;
né sa quando una simile
orma di pie’ mortale
la sua cruenta polvere
di calpestar smetterà.
Lui rutilante in video
racconta la rava e la fava;
quando con voce assurda
proclama, vaneggia, sbava;
con mille stronzi al seguito
l’applauso era assicurato:
aduso al servo encomio
e ai codardi lecchinaggi,
assiste disperato al sùbito
sparir dei finti omaggi.
Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
doniamo a quel suo viso
pernacchie in quantità
che scoppiano da Scilla al Tanai,
dall’uno all’altro mar.
Fu vera gloria? Ai poster
l’ardua sentenza (se non prescritta).
Alziamoci in piedi
e prendiamo bene la mira
perché vogliamo nel suo deretano
le nostre orme stampar.
La ragazzina formosa e trepida
che comparve ad Arcore,
ebbe l’ansia d’un cor che indocile
per il bene (?) del regno si sacrifica;
e quante allora come lei ottennero un premio
ch’era follia sperar!
Tutto ei provò: la minorenne egizia,
l’igienista dentale, la escort poi pentita;
la f… uga e la vittoria
sull’offesa dell’età;
più volte in tribunale
due volte sull’altare.
Ora (forse) sparirà, e i dì nell’ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d’inestinguibil odio (genuino)
e d’indomato amor (a pagamento).
Noi siam come naufraghi,
ci lascia nella cacca,
ma a lui che cosa importa,
un nano non può capire
cosa significa cadere
dopo aver saggiato le nuvole:
crollerà mai sulla sua testa
il cumulo delle nostre maledizioni?
Speriamo che d’ora in poi, al tacito
morir d’un giorno inerte,
tolti dentiera e cerone,
le braccia al sen cadente,
starà, e dei dì che furono
l’assalirà il sovvenir!
E ripenserà le morbide
tette, e le procaci vallette,
e il blu del Viagra,
il trapianto dei capelli,
e i soldi spesi negli anni
per quel servile ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
lacrimerà il suo spirito,
disperato; ma valida
verrà una man dal cielo,
una velina crocerossina
pietosa con sé lo porterà;
e l’avvierà, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi verdi, al premio
che i desideri avanza,
dov’è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi (comprati) avvezza!
Non illudiamoci sulla sua fine:
ché più superba persona
forse non è esistita
e mai, da solo, lui se ne andrà.
Gli ultimi lacchè lo omaggiano,
promettendo il suo ritorno:
al Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
non chiediamo di chiamarlo a sé,
ma solo di togliergli la parola.

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