Troviamo grandissima difficoltà nel poter trasmettere quello che abbiamo provato visitando il Cappellificio Cervo nel biellese. Il perché si nasconde nel fatto che vivere l’atmosfera che la struttura e la sua filosofia produttiva trasmettono è assolutamente unica e irripetibile a voce o a inchiostro.
Noi proveremo a darvi qualche impressione, degli spunti, a regalarvi alcune delle immagini che faticosamente abbiamo selezionato, visto che avremmo voluto pubblicarle tutte, ma la cosa migliore è stringere tra le mani un cappello Barbisio e sentirne il calore di una manifattura italiana e artigianale al 100% o visitarne la sede come abbiamo fatto il 4 aprile.
L’occasione ci è stata data dal terzo appuntamento di questo 2012 del Circolo dell’Ora Elegante che ha concertato grazie a Maurizio Romiti e Giorgio Borrione, una visita esclusiva per i membri dell’ affiatato e curioso “club” (che ha avuto come sempre la sua rappresentanza femminile) che da nemmeno un anno sta muovendo i suoi passi a Milano e in Italia realizzando incontri sull’eleganza del vivere che comprende ogni suo aspetto senza tabù o pregiudizi.
La nostra redazione era già stata a Sagliano Micca il luogo, dove nel 1862 è stato fondato il marchio Barbisio, rilevato nel 1982 dal Cappellificio Cervo (nato nel 1897) e ci eravamo immersi nella lavorazione del feltro, con macchine originali del tempo e maestranze specializzate, dal suo stato iniziale fino al raggiungimento della forma che tutti conosciamo e indossiamo. Eravamo partiti dalla ‘soffiatura’ delle migliori qualità di pelo, quali il Garenne, il Clapier, il Bcb e l’Arète, per arrivare alle ‘imbastitrici’ che abbozzano la forma del cono. Seguendo la ‘follatura’, eseguita meccanicamente o a mano a seconda delle esigenze e delle caratteristiche del feltro che si vuole ottenere e la tintura, realizzata in una vasta gradazione di colori. Assistendo alle complesse e delicate operazioni di ‘modellatura’, ‘rifinitura’ e ‘finissaggio’, che donano al feltro una speciale caratteristica, terminando con accurate lavorazioni di ‘guarnizione’ – applicazione dei marocchini, nastri, e fodere – , che portano al prodotto meraviglioso prodotto finale.
Vedere recentemente nel film in due puntate IL SOGNO DEL MARATONETA su Rai Uno, il Cappellificio Cervo, ha riacceso ancora più forte il fuoco di assaporare quei luoghi.
Tornare è stata comunque una “prima volta” – sembra impossibile ma entrare nuovamente nel mondo di Barbisio non ha mai il gusto del déjà vu, del già conosciuto ma dell’arricchimento continuo, della scoperta ininterrotta – e avere una nuova occasione con un gruppo nutrito del Circolo e il rappresentante del sito www.rasoio.com (visitatelo per arricchirvi) è stato ancora più entusiasmante per il viaggio condiviso, le discussioni che sono nate durante la nostra mattinata e nei giorni seguenti.
Partiti da Milano in una giornata decisamente virata all’uggioso siamo arrivati a Sagliano Micca dove abbiamo trovato ad attenderci un entusiasta, scrupoloso nelle descrizioni storiche e tecniche e gentilissimo Maurizio Romiti che si è messo a nostra disposizione, tutta la mattinata, per poterci mostrare insieme alla signora Borrione le varie fasi costruttive del cappellificio, sostenendo al contempo una raffica di domande dei visitatori che è risultata un vero e proprio fuoco di fila generato da una serie di espressioni che passavano dallo stupore all’incredulo che animavano i volti dei membri del Circolo e li portavano a interrogarsi su quanto stavano osservando.
In ogni sala si affrontava un passaggio della realizzazione del cappello ma soprattutto si tornava indietro nel tempo scoprendo che una volta in quel territorio c’erano 35 cappellifici che ora non esistono più, che le macchine utilizzate con dovizia ancora oggi sono le stesse dell’800, che una volta il cappello era imprescindibile per chiunque (è bastato vedere alcune foto di lavoratori in gruppo in cui tutti calzano il proprio copricapo), scherzando –neanche tanto visto il rigore logico – sul fatto che l’automobile ha ucciso il cappello e la sua funzione principale, quella di coprire. Abbiamo rivissuto gli anni 40-50 in cui Barbisio ebbe un grande successo grazie anche a un’eleganza che si riproponeva prepotentemente, abbiamo sentito il motto “Barbisio, un nome, una marca, una garanzia” toccando gli strumenti di lavoro, i manufatti e palpando l’aria carica di emozionante concentrato italiano, soprattutto quando ci siamo trovati davanti al vero cappello degli Alpini che il cappellificio Cervo produce da anni o le pubblicità firmate da nomi illustri come Boccasile.
Abbiamo fatto capolino tra i “segreti” delle prossime collezioni, tastando tessuti, materiali, modelli che presto saranno sul mercato, il tutto in un clima di grande coinvolgimento e affiatamento.
D’obbligo per tutti la tappa nello showroom dove alcuni hanno trovato il loro primo cappello, altri si sono finalmente convinti di avere una “faccia da cappello” provandone più di uno e pochi, forse uno soltanto, ha ribadito il concetto di avere un testone che ha bisogno esclusivamente del be spoke (servizio offerto da Barbisio) soprattutto su modelli come la bombetta e l’homburg.
Quello che ha colpito più di ogni altra cosa è la ricerca di una qualità assoluta, di una lavorazione rispettosa, osservante di principi sani e la salvaguardia di un territorio importante dal punto di vista storico e artigianale che Maurizio Romiti ha dichiarato con una forza che difficilmente si trova negli uomini e nelle donne che vivono questo settore e che ci ha lasciato con il sorriso sulle labbra e con un arrivederci che ha il gusto dell’imminente.
Siamo ripartiti alla volta di Milano continuando a scambiarci opinioni su quanto avevamo visto dichiarando unanimemente che il Cappellificio Cervo e Barbisio incarnano in pieno lo spirito del “fare bene” e del “fare il meglio” senza compromessi, senza influenze di mercato e senza fronzoli.
Concretezza e passione. Un binomio che ci ha fatto innamorare ancora di più di questi cappelli.
Buona scelta
IBD
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Ringraziamo per la nostra mattinata: Maurizio Romiti, Giorgio Borrione, la signora Borrione, Chiara Lesèvre, Pentar, i nostri soci e le nostre socie arrivate da fuori Milano per partecipare all’incontro e tutto il Circolo dell’Ora Elegante.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake