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IL COMODINO DEI SERPENTI – Il comodino di Lorena Bruno (marzo 2015)

Creato il 19 marzo 2015 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

comodino_coverIL COMODINO DEI SERPENTI – Rubrica dedicata ai libri sul comodino

Il comodino di Lorena Bruno

Il problema del comodino di chi ama leggere è lo spazio. Se poi quello in questione è il comodino di una donna, oltre alle pile di libri si potrebbero trovare creme idratanti e altri oggetti del genere: con un po’ di immaginazione si può avere un’idea di come stia messo (male) il mio comodino.

In questo periodo accanto alle creme tengo Gli elisir del diavolo di E.T.A. Hoffmann nella bellissima edizione L’Orma editore, 2013 (traduzione di Luca Crescenzi),  un volume scuro dalla copertina in carta Fedrigoni materica provvista di bandelle con segnalibri staccabili molto eleganti. Gli appassionati sapranno di quale tipo di carta stiamo parlando, ma i neofiti, come me, possono trovare queste informazioni alla fine del volume, in un piccolo paragrafetto (il cosiddetto “finito di stampare”) che specifica inoltre che la carta su cui si legge il romanzo è invece la Lecta coral book; all’interno le testatine presenti in tutte le pagine sono molto curate, con un carattere particolare che si addice al periodo storico cui appartiene il romanzo e al suo genere letterario. Bastano questi elementi per capire che l’edizione in questione è stata curata nei minimi particolari ed è per questo preziosa a suo modo. Mi ha catturata una domenica a Campo dei Fiori, dove è stato bruciato Giordano Bruno e sotto la sua statua c’è una libreria dal nome che ha molto a che fare con il fuoco, Fahrenheit 451.
Il romanzo di Hoffmann narra la storia di un ragazzo che cresce in convento perché il padre ha voluto espiare le sue colpe abbandonando ogni bene materiale e abbracciando la vita monastica. Medardus, il protagonista, vuole a sua volta vivere da uomo di chiesa e diventa anche un abile predicatore. La sua posizione lo porta a conoscenza del fatto che nel suo convento c’è una preziosa reliquia, una bottiglia di elisir che il diavolo aveva offerto a Sant’Antonio per tentarlo nel deserto. Narrato in prima persona, lo stile aderisce pienamente al romanticismo dalle tinte fosche e trascina nelle avventure di Medardus. Non ho ancora finito di leggerlo, ma mi sembra che riconduca al filone letterario in cui il diavolo governa le azioni umane e mi ha ricordato per questo – e non per altro – Il Maestro e Margherita di Bulgakov.

L’altro volume sul mio comodino ha un titolo che per tanto tempo mi ha attratta e respinta allo stesso tempo. L’inconfondibile tristezza della torta al limone di Aimee Bender, pubblicato da minimum fax nel 2011 (traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan), occhieggiava dagli scaffali delle librerie senza che mi decidessi a comprarlo, finché un’addetta ai lavori non me lo ha consigliato caldamente. Sulla copertina c’è una fetta di torta molto invitante che ha un’ombra umana, infatti si tratta della storia di una ragazzina che scopre di avere un dono: nelle pietanze sente con chiarezza il sapore delle emozioni di chi le ha preparate. In questo modo impara a conoscere la sua famiglia senza filtro, scoprendone tutte le problematiche mangiando ciò che prepara la madre. Mi incuriosiva questo insieme di realismo nel racconto dei drammi di una famiglia americana come tante altre e l’elemento fantastico del dono della protagonista, che non fa che rendere ancora più reale il ritratto dei personaggi.

Il terzo volume sul comodino è Anima di Wajdi Mouawad, uno degli ultimi libri pubblicati da Fazi. Sulla copertina c’è un gigantesco serpente dai colori molto belli. Sono ormai a metà di questo romanzo insolito, dove i fatti sono narrati da un animale diverso per ogni capitolo. Un cane, un gatto, una zanzara, un ragno, un corvo e tantissime altre specie raccontano la storia di un uomo che trova sua moglie barbaramente uccisa e decide di inseguire il suo assassino per guardarlo in faccia. Lo stile, di volta in volta diverso, sembra assecondare il modo di pensare che può avere questo o quell’animale, ora molto schematico ora molto poetico e descrittivo. Tutti questi animali, nella molteplicità del loro sguardo, restituiscono una visione d’insieme insolita, soprattutto perché sentono gli uomini per come sono davvero, ne percepiscono l’aura.

L’ultimo è un libro del 1988 che ho trovato in una libreria dell’usato, in cui non è difficile trovare piccoli tesori. Il mestiere dell’editore di Valentino Bompiani, edizione Longanesi è una vera e propria galleria di brevi ritratti degli uomini più importanti che hanno fatto la storia dell’editoria italiana, in uno stile piano e godibile, raccontati da un eccellente editore. Aneddoti, citazioni, testimonianze. Da Le Monnier a Zanichelli, da Treves a Hoepli, da Rizzoli a Mondadori, le radici del mondo editoriale di oggi, che da quegli uomini e da quei valori è molto distante.

Qui gli altri comodini.

Il comodino di Lorena Bruno

Il comodino di Lorena Bruno


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