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Il Counseling, un percorso alla ricerca di senso

Da Anna
Il Counseling, un percorso alla ricerca di senso
di Anna PernaChi siamo oggi, cosa ci ha portato ad attraversare la nostra vita, che ne facciamo delle nostre esperienze? Il dolore, qualsiasi esperienza del dolore, può trasformarsi in conoscenza carica di significato. Questo senso perenne della ricerca è un bisogno esistenziale degli adulti. Così come la conoscenza di sé che noi chiamiamo “consapevolezza”, diventa una pratica di vita.Questa necessità ha creato figure professionali che si occupano di affiancare le persone in questo percorso fornendo loro gli strumenti per approcciarsi, proprio come l’artista ha bisogno degli arnesi per realizzare la sua opera d’arte.
Il counseling che nasce con presupposti di cura (relazione d’aiuto), allarga i suoi confini attingendo importanti basi epistemologiche nell’ educazione degli adulti.Gli ambiti di intervento, infatti, sono principalmente relativi alla consulenza alla persona, l’orientamento, la formazione, l’inserimento o il reinserimento lavorativo, l’accompagnamento ai processi di sviluppo e di carriera, la cura della persona, ecc[1].
§ Il counseling e la consulenza individuale, nei diversi approcci e orientamenti, rappresentano oggi una pratica d’intervento che risponde a nuove esigenze sociali e individuali connesse al disagio esistenziale, alla necessità di ricostruzione di situazioni problematiche, all’obiettivo di disporre di strategie operative nuove rispetto alla propria biografia ed esperienza individuale.
§ Nell’ambito della ricerca psicosociale l’utilizzo di metodi ricostruttivi delle “storie di vita” delle persone con la finalità di supportare lo sviluppo di apprendimento ed aumentare la consapevolezza da parte dell’individuo delle proprie risorse personali e professionali, il Counseling costituisce una metodologia “qualitativa” di analisi ed intervento alla base di molti studi accademici, scientifici, degli “addetti ai lavori”.
§ Nella formazione, ed in particolare nell’educazione degli adulti, l’utilizzo a fini didattici delle biografie personali in una logica “autoriflessiva” e ricostruttiva, il Counseling consente di motivare/rimotivare le persone e di avviare processi di autoconsapevolezza sugli obiettivi e le finalità personali e di apprendimento.
§ Nella consulenza organizzativa e nel Counseling professionale, la ricostruzione della “storia” di una determinata organizzazione e/o di “eventi” particolarmente significativi del suo percorso evolutivo o le forme di supporto alla analisi ‘riflessiva’ da parte dei diversi attori organizzativi (sui propri comportamenti, relazioni, risultati), o ancora l’utilizzo della ricostruzione dell’esperienza lavorativa individuale e della gestione del proprio ruolo lavorativo, il riconoscimento di crediti, l’analisi dei fabbisogni formativi individuali, ecc., si stanno diffondendo in modo consistente.
§ Nell’orientamento e nei servizi per l’impiego, nella consulenza orientativa e bilancio di competenze, nelle funzioni di orientamento, i metodi e la pratica del Counseling divengono sempre più diffusi tanto da divenire attività essenziali per il raggiungimento degli obiettivi dei servizi stessi.Infatti gli ambiti specifici sono quello scolastico e formativo; lavorativo e organizzativo; socio sanitario; sociale e di comunità.
L’attenzione verso gli adulti e la loro educabilità non designava nel mondo classico una semplice preoccupazione, ma un insieme di pratiche e di occupazioni concernenti la possibilità e il dovere di occuparsi di sé, del proprio corpo e a un tempo della propria anima, allo scopo di conoscere se stessi e di acquisire la necessaria formazione per accudire e guidare gli altri.Era dunque legata a un “servizio spirituale” che implicava la possibilità di scambi con altri, in un rapporto di  reciprocità. Denotava inoltre un principio valido per tutti, da esercitare continua mente e per l’intero arco della vita.Recente invece è l’affermarsi del concetto di educazione degli adulti nel dibattito pedagogico, politico e culturale italiano e internazionale. Nel corso di tale dibattito, che cominciò lentamente a svilupparsi a partire dalla seconda metà del 1800 e che tuttora si mantiene assai vivace, il concetto di educazione degli adulti  ha subito profonde trasformazioni. Dalla pratica relativa all’emancipazione democratica contro l’analfabetismo, si è avvicinata ad altri importanti settori di intervento, cioè il cambiamento e la formazione[2].
La sua natura ha una dimensione sia soggettiva determinata dai concetti di autorealizzazione ed emancipazione individuale, sia di autoformazione intesa come acquisizione di competenze tecniche.Infatti, gli studi e le ricerche ad essa connessi hanno favorito la diffusione e lo sviluppo dell’ degli adulti in campi differenti quali ad esempio quello della cultura aziendale, in riferimento al rapporto tra persone e lavoro e quello verso la ricerca di una migliore qualità della vita.  Superata l’abitudine di considerare l’educazione permanente e l’educazione degli adulti come due campi differenti[3], si può osservare come entrambe le prospettive trovino oggi  conferma nel paradigma del life long learning, il quale descrive ed implica una dimensione strategica dello sviluppo e della formazione, vista tanto a livello individuale quanto  a livello collettivo.In questa prospettiva i processi formativi sono da intendersi nell’ottica dell’intera vita, sia come acquisizione di competenze (hard e soft), sia come continua ricerca di miglioramento della qualità della vita nonché del senso dell’esistere. La persona, con la sua storia personale, la differenza di genere e di cultura, gli inconvenienti incontrati lungo i suo cammino, le esperienze positive fanno dell’ intera esistenza un’ esperienza irripetibile mai pienamente compiuta e definita.E’ proprio questa natura mutevole che elementi di stabilità si intrecciano con elementi di incoerenza. Si delinea così un profilo dell’età adulta non più come sede di certezze e di stabilità,  ma piuttosto come sede di conflitti, incertezze, ansie, tensioni.L’essere persona adulta può essere allora una scoperta che si avvale necessariamente del confronto o come sottolinea Demetrio[4] può avvenire per vie relazionali.A suo avviso cioè le adultità sono osservabili nelle dinamiche del cambiamento, nelle variazioni degli stili di comportamento, nelle modificazioni degli schemi mentali, ecc., da stadiale rispetto al lavoro, all’amore, al gioco, agli avvenimenti luttuosi, ovvero rispetto a quegli ambiti dell’esperienza umana con i quali la vicenda adulta si imbatte.
L’individuo nel corso della sua esistenza si confronta di continuo con eventi, situazioni, ostacoli, difficoltà esistenziali, che ha già conosciuto in periodi e in età precedenti e che continueranno ad accompagnarlo anche in seguito, richiamandolo dunque a impegni, lotte, sfide e a esperienze conoscitive ulteriori.L’apprendimento al fine di reagire agli eventi traumatici passa necessariamente attraverso il contatto con le proprie ferite. Essere adulto diventa quindi un conoscersi, conoscere le ferite perché più volte ripercorse e lenite attraverso il balsamo della cura di sé.Essere adulto significa superare la visione narcisistica per aprirsi all’osservazione della società contemporanea e alla sua “liquidità”, come sottolinea bene Z. Bauman[5].
E’ così che il counseling professionale delinea il suo profilo “specifico”, differenziandosi sia dalla psicoterapia sia da altri interventi che si occupano  propriamente dell’aspetto patologico e di salute della persona.


[1] Documento ISFOL, “Consulenza alla persona e Counseling”, 2006 , pp. 10, 11[2] L. Cavana, Adultità e crisi dell’autorevolezza tra continuità e cambiamento, articolo della rivista “Ricerche di Pedagogia e Didattica”, 2010[3] P. Lengrand, Introduzione all’educazione permanente, Armando, Roma, 1973[4] D. Demetrio, L’educazione nella vita adulta, NIS, Roma, 1995, p. 23[5] Z.  Bauman., Modernità liquida, Roma - Bari, Laterza, 2003

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