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IL CUORE NERO DI GRILLO E CASALEGGIO #m5stelle #clandestinità #dissidenti

Creato il 11 ottobre 2013 da Albertomax @albertomassazza

 

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Non è un cuore nero di fascismo, quello di Grillo e Casaleggio; è il cuore nero di due miliardari che annegano ogni possibile pietas verso drammatici vissuti personali, nell’oceano generalizzato del consenso qualunquista; è il cuore nero di due deliranti miliardari che credono d’avere il disegno giusto per redimere l’Italia e vogliono dotarsi di un esercito di hashishin per metterlo in pratica, senza se e senza ma.

Ma un esercito che si rispetti non può ammettere la dissidenza. L’ho già scritto qui,in occasione della polemica tra Grillo e Orellana sul Porcellum di qualche settimana fa e il post di sconfessione dell’emendamento del m5stelle per l’abrogazione del reato di clandestinità, passato alla prova del Senato, è una conferma: Grillo e Casaleggio vogliono liberarsi dei dissidenti e l’unico modo per farlo è rendergli indigeribile la linea ufficiale del movimento.

La Destra e la Lega basano le loro convinzioni sull’ideologia. L’unica ideologia di Grillo e Casaleggio è raccattare i voti necessari per raggiungere il potere. Con l’eclissi di Berlusconi e Bossi a fare da spina nel fianco della Lega, l’elettorato di destra è parecchio disorientato. Per il duo riccioluto è un’imperdibile occasione di caccia grossa, tanto imperdibile da giustificare un post che fa a cazzotti con lo spirito dei meet-up delle origini, in cui la solidarietà tra i popoli era un valore non negoziabile.

Poco importa il numero di parlamentari che usciranno dal movimento; poco importa che venga sacrificata la quota di elettorato genuinamente legata allo spirito dei meet-up delle origini. Grillo e Casaleggio sanno che sul qualunquismo in Italia si può costruire un movimento di massa. La crisi della concorrenza leghista e berlusconiana spalanca delle praterie per la demagogia del duo dei principi del web; la loro scommessa è fare incetta del voto di pancia degli italiani, senza più preoccuparsi di nasconderla dietro il vessillo  dell’attivismo dal basso.



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