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Il delitto perfetto, 60 anni di un omicidio infallibile

Creato il 17 luglio 2014 da Nicola933
di Maria Chiara Ronza Il delitto perfetto, 60 anni di un omicidio infallibile - 17 luglio 2014

Si comincia per gioco e più si va avanti, più la cosa ti avvince.

L’apparente tranquilla quotidianità è anche al centro di Il delitto perfetto, un altro film del regista inglese Alfred Hitchcock che quest’anno compie 60 anni come La finestra sul cortile (qui la recensione). I due lavori hanno in comune la stessa durata, lo stesso stile dei titoli di testa ma anche la molteplicità di temi generatisi da una storia più o meno comune.

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Se nell’altro film citato il personaggio di Grace Kelly era sia la fidanzata sia l’aiutante del protagonista Jeff (James Stewart), qui è la protagonista indiscussa. Una donna ricca ed infedele, Margot Mary Wendice, che affronta con consapevolezza i problemi coniugali con il marito Tony (Ray Milland), ex giocatore di tennis, rifugiandosi nelle braccia di Mark Halliday (Robert Cummings), un aitante scrittore di romanzi gialli. L’infedeltà coniugale e la cognizione della rottura del vincolo matrimoniale a seguito di sospetti fondati sono già stati trattati dal regista, ma in modo più leggero e gioviale in Il signore e la signora Smith oppure con toni più drammatici in Rebecca, la prima moglie. Ma perché il marito non la lascia? Perché è ricca! La solidità economica e la volontà di condurre una vita piacevole possono essere lo stimolo per affrontare problemi sentimentali di varia natura, almeno per un certo tempo.
Ciò che stuzzica l’interesse nei confronti del personaggio del marito è la sua palese dichiarazione di voler fare fuori la moglie. E qui troviamo un altro rimando a Nodo alla gola, nel quale i protagonisti si ritrovano a parlare di omicidio e alcuni tra essi esprimono la volontà di poter essere in grado di uccidere per varie ragioni, addirittura giustificano l’assassinio stesso.
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La cospirazione attuata dal marito è piuttosto geniale: uccidere la bugiarda moglie per ottenere il suo patrimonio senza sporcarsi le mani bensì ingaggiando un estraneo al loro nucleo coniugale. Ovvero il suo vecchio compagno di scuola Charles (Anthony Dawson) che ha pedinato da tempo e con una minaccia e un lauto compenso deve attuare il fattaccio: davvero impressionante la scena in cui Tony offre indicazioni.

-’ Perchè sai che accetterò?’
-’ Per lo stesso motivo per cui un asino con un bastone dietro e una carota davanti va sempre avanti e mai indietro.’

Il dolce marito è un vero genio del male in quanto il suo piano è perfetto come il prossimo delitto. Ha organizzato ogni singolo accadimento da solo.

‘Non mi piacciono i gialli quando sono da sola…’

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Pure in questo film troviamo un delizioso MacGuffin (pretesto realizzato quasi sempre dal regista per rendere più dinamica la trama): la lettera ricevuta da Margot dall’amante, l’unica che non brucia rispetto alle altre.
Una delle peculiarità che stupisce di più del film è l’essere ambientato prevalentemente in una sola stanza (tutti i primi 35 minuti) e nonostante ciò il thriller è costruito in modo eccellente e la scenografia risulta essere uno dei pilastri dell’opera stessa. Quindi non possono non essere citati i suoi autori: Edward Carrere e George James Hopkins, vincitori di diversi Oscar. Il senso di claustrofobia ed impellenza raggiunge vertici non comuni. Per incrementare quest’effetto il regista gira il film in poco più di un mese, si sofferma spesso sugli orologi (come in Il sospetto) e si serve di una colonna sonora impeccabile, curata da Dimitri Tiomkin (vincitore anch’esso di diversi Oscar).

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Man mano che la narrazione procede per sottolinearne la drammaticità Hitchcock vuole che la protagonista indossi vestiti dai colori sempre più scuri.

Il 1954 è l’anno in cui il regista e la sua musa Kelly realizzano i due film di cui quest’anno festeggiammo gli anniversari ma anche quello in cui girano Caccia al ladro, in uscita l’anno successivo. 

Spoiler alert: la morte del detective Arbogast in Psycho, che cade di spalle sulle scale, è un chiaro riferimento a quella del presunto omicida Charles, che cade nella stessa maniera con le forbici infilzate nella schiena da Margot.

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Nella foto qui in alto troviamo il cammeo del regista: seduto ad un banco con dei ragazzi universitari, quindi conoscente di Tony.

‘Credi davvero nel delitto perfetto?’


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