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Il deserto dei Tartari

Creato il 18 aprile 2013 da Phoebes


Il deserto dei Tartari

A una certa età sperare costa grande fatica, non si ritrova più la fede di quando si aveva venti anni.

Questo romanzo risponde pienamente alla mia definizione di classico, ma, pur consigliando a tutti la sua lettura, aggiungerei un'avvertenza: leggetelo intorno ai vent'anni!!! :)

Giovanni Drogo, appena nominato ufficiale, viene assegnato alla Fortezza Bastiani, presidio militare al confine nord della nazione. La fortezza è isolata, spoglia, circondata da una natura deserta e selvaggia. L'incarico non è particolarmente accattivante, e Drogo spera di poter andare via presto, eppure alla Fortezza ci sono militari che sono rimasti lì volontariamente per decenni. Quale misterioso fascino ha esercitato su di loro la Fortezza?

Non sapevo davvero nulla di questo romanzo quando ho iniziato a leggerlo, e confesso di essere rimasta un po' delusa nello scoprire che il deserto del titolo non era poi così importante ai fini della trama, non in senso stretto, almeno. Mi immaginavo che fosse l'ambientazione della vicenda, che l'avremmo visto e vissuto, invece rimane sempre lì, fuori dalla porta. Nonostante questo, la parte riguardante la natura, spoglia, solitaria e selvaggia, rappresentata da questo deserto, mi ha comunque affascinato moltissimo.

La trama non è particolarmente accattivante, ha giusto qualche momento emozionante, ma per il resto, se presa alla lettera, francamente non farebbe de Il deserto dei Tartari un romanzo interessante. Ma il fatto è che la storia raccontata in questo libro è tutta una metafora, e una metafora estremamente potente, almeno per quel che mi riguarda. Ed è questo quello che intendo quando dico che questo romanzo risponde pienamente alla mia definizione di classico. Un classico per me è un libro sempre attuale (i contemporanei del futuro li definisce Pontiggia), ma soprattutto è un libro che riesce a parlare di me pur raccontando di tutt'altro. E ne Il deserto dei Tartari io mi sono ritrovata pienamente.

I personaggi rappresentano dei "tipi" diversi, ma a ben vedere alla fine possono essere riconducibili tutti a due soli tipi: quelli che rappresentano me, e gli altri. Eh, sì, perché io sono proprio una Giovanni Drogo fatta e finita!

Infatti, diciamoci la verità: questo è uno dei libri più deprimenti che io abbia mai letto! La storia indubbiamente già di per sé non è allegra, ma il problema è che questo romanzo è triste nei modi in cui mi tocca di più. Cominciamo già a pagina 46 dove inizia una lunga, deprimentissima ma efficacissima rappresentazione della vita e del tempo che passa come una strada. E questo è un concetto a cui sono particolarmente sensibile, ora non mi voglio dilungare a parlarne perché proprio non mi va, ma potete immaginare come mi abbia colpito (e affondato) questa lettura! Quindi, se mi permettete, proseguirò il commento da un punto di vista molto personale, perché è proprio con tali sentimenti che ho letto questo romanzo.

La Fortezza Bastiani è, in pratica, la mia vita. Il deserto dei Tartari l'orizzonte a cui guardo, dove ripongo le mie speranze per il futuro. E io sono Giovanni Drogo, mi sento spesso così, che gli altri intorno a me hanno fatto domanda di trasferimento e solo io, scema, no.

Sono stata talmente coinvolta dalle (poche, a ben vedere) vicende del libro che non mi sono soffermata sullo stile di Buzzati, nel senso che leggendo l'ho apprezzato e ho anche colto qualche sua caratteristica, ma non ho preso appunti e non ricordo veramente più cosa mi aveva colpito di questo aspetto! Poco male, comunque, perché ho senz'altro intenzione di leggere altro di Buzzati, quindi spero di poter rimediare un giorno!

Due paroline sul finale del libro, quindi, ovviamente, SPOILER: se il succo del romanzo fosse stato "aspetterò tutta la vita che arrivino i Tartari, ma non arriveranno mai" sarebbe stato già molto triste, ma in realtà è peggio ancora, è tipo "aspetto tutta la vita e quando finalmente arrivano io me ne devo andare"! Le ultime righe, con Giovanni che affronta la morte finalmente consapevole e con ritrovata dignità, lascia una qualche triste consolazione, ma molto piccola e molto triste!

Il deserto dei Tartari rispecchia in pieno quella che io penso sia la definizione di classico: nonostante parli di avvenimenti che non potrebbero essere più lontani da me, il libro comunque parla di me. Questa è secondo me la sempiterna attualità che rende un libro un grande classico. Leggere questo romanzo non è stato facile, ma nonostante la tristezza che mi ha trasmesso, nel complesso mi ha lasciato un ricordo positivo. Forse solo perché mi ha dato la consolazione di scoprire che la mia situazione non è poi così inusuale (come si suol dire, mal comune mezzo gaudio!), non so, fatto sta che la lettura è stata senz'altro piacevole!

Copertina e Titolo

Il deserto dei Tartari

La copertina della mia edizione non mi piace particolarmente. Innanzi tutto l'immagine è troppo piccola, poi è poco pertinente (un soldato a cavallo - forse della legione straniera? vicino ad un muro).

Il titolo invece mi piace molto, ha fatto lavorare la fantasia fin dal primo momento in cui l'ho sentito nominare, e questo mi ha anche causato una leggera delusione nello scoprire che il deserto non era affatto lo sfondo della storia!

Bonus

Ho visto spesso su altri blog abbinare canzoni, bevande, immagini o altro ai libri letti, e ammiro sempre molto la fantasia dei blogger nel farlo perché io non sono proprio capace! Stavolta però mentre leggevo mi è venuta in mente più volte una canzone, quindi ve la propongo come colonna sonora di questa lettura! Si tratta di Waiting for my real life to begin di Colin Hay.

Sfide

Sfida Nascosta 2013, Sfida grammaticale, La sfida della TBR pile, Tutti diversi, Mini Recensioni, Sfida del P...protagonista - seconda edizione, ALPHABET CHALLENGE 2013, Io leggo italiano!, Quick fix Challenge, Questo sì... Questo no!

Segnalibro

Il deserto dei Tartari

Scheda del libro

Titolo: Il deserto dei Tartari
Autore: Dino Buzzati ( Associazione internazionale Dino Buzzati - biografia)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 1940
Ambientazione: la Fortezza Bastiani, ubicata sul confine nord di un imprecisato stato europeo
Personaggi: Giovanni Drogo, Pietro Angustina, Capitano Ortiz
Casa Editrice: San Paolo
Copertina: In vedetta di Giovanni Fattori, Collezione Marzotto - Valdagno
Pagine: 228
Link al libro: IN LETTURA - ANOBII - GOODREADS
inizio lettura: 26 marzo 2013
fine lettura: 7 aprile 2013

Trasposizioni

Il deserto dei Tartari (1976) di Valerio Zurlini, con Jacques Perrin, Vittorio Gassman, Giuliano Gemma, Philippe Noiret, Max Von Sydow.

Un po' di frasi

Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì una mattina di settembre dalla città per raggiungere la Fortezza Bastiani, sua prima destinazione.

Subentrò un silenzio immenso, nel quale più forte di prima navigava il brontolio di parole e di canto.

Finalmente Drogo capì e un lento brivido gli camminò nella schiena. Era l'acqua, era, una lontana cascata scrosciante giù per gli apicchi delle rupi vicine. Il vento che faceva oscillare il lunghissimo getto, il misterioso gioco degli echi, il diverso suono delle pietre percosse ne facevano una voce umana, la quale parlava parlava: parole della nostra vita, che si era sempre a un filo dal capire e invece mai.

Ho saputo accontentarmi. Anno per anno ho imparato a desiderare sempre meno.

Difficile è credere in una cosa quando si è soli, e non se ne può parlare con alcuno. Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani; che se uno soffre il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l'amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita.

Così Drogo [..] ha quindici anni da vivere in meno. Purtroppo egli non si sente gran che cambiato, il tempo è fuggito tanto velocemente che l'animo non è riuscito a invecchiare. [...] Drogo si ostina nella illusione che l'importante sia ancora da cominciare. Giovanni aspetta paziente la sua ora che non è mai venuta, non pensa che il futuro si è terribilmente accorciato, non è più come una volta quando il tempo avvenire gli poteva sembrare un periodo immenso, una ricchezza inesauribile che non si rischiava niente a sperperare.

E a più di quarant'anni, senza aver fatto nulla di buono, senza figli, veramente solo nel mondo, Giovanni si guardava attorno sgomento, sentendo declinare il proprio destino.

4 stelline, Aggettivi nomi verbi, ALPHABET CHALLENGE 2013, autori del 20° secolo, autori italiani, classici, explicit, frasi dai libri, incipit, Io leggo italiano, La sfida della TBR pile, La Sfida Nascosta 2013, Mini Recensioni 2013, nessuna precisa ambientazione geografica, nessuna precisa ambientazione temporale, Questo sì... Questo no!, Quick fix Challenge, segnalibri, sfida del protagonista 2, Tutti diversi, voto 8 e 1/2


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