Magazine Letteratura per Ragazzi

Il dinosauro Dino

Da Silviarossi
Il dinosauro DinoEbbene sì mi chiamo Dino e sono un dinosauro. Mi prendono tutti in giro per il mio nome. Con una cantilena dispettosa mi ripetono “il dinosauro Dino, il dinosauro Dino. Ahahahaha”. Ma io non ci bado. Anzi il mio nome mi piace è corto e facile da ricordare.Tra tutte le mie avventure me ne ricordo una in particolare. C’era un bimbo che amava tanto i dinosauri. Ne aveva di tutte le specie tra i suoi giocattoli. I brachiosauri - i più grandi ma buoni perché erbivori (come me) - gli spinosauri - i più cattivi perché hanno sempre fame e mangiano di tutto - e gli stegosauri - che fanno paura perché hanno sulla schiena una criniera di squame ma non farebbero del male a una mosca.Da solo nella sua cameretta il bimbo tirava fuori i suoi dinosauri e inventava mille battaglie, inseguimenti e avventure.Un giorno volò così tanto con la fantasia che si ritrovò nel mio mondo proprio davanti a me. Invece di spaventarsi vista la mia enorme mole il bimbo mi sorrise e mi disse “Che bello! Tu sei un dinosauro vero?!” “Sì sono il dinosauro Dino” lui non rise come facevano tutti gli altri. Anzi mi chiese: “Mi porti a visitare questo posto bellissimo?”
"Va bene ma dobbiamo stare attenti perchè il tirannosauro sentirà il tuo odore. Gli umani sono il suo pasto preferito. Ci darà la caccia".
"Andiamo, io non ho paura". Il bimbo mi salì proprio sopra la testa e da lassù poteva vedere tutta la nostra terra. Si potevano ammirare le cascate che finivano nel lago di Saurolandia dove tutti noi andavamo a bere.
"Voglio andare lì!" mi disse il bimbo perchè voleva vedere tutte le specie di dinosauri che stavano lì intorno. Lo accontentai perchè il suo entusiasmo era contagioso ma avevo gli occhi bene aperti. Sapevo che il tirannosauro col suo finissimo fiuto aveva già percepito la presenza di un umano.
Attraversammo il boscosauro ed eravamo quasi arrivati al lago quando sentii un fruscio sospetto. Mi fermai.  Mi guardai intorno e "Grrrrrr" dietro di noi il tirannosauro aveva già la bava alla bocca.
"Tieniti forte" dissi al bimbo e iniziai a correre più forte che potevo anche se sapevo che il tirannosauro era più veloce di me.
Arrivammo sulla riva del lago. Il tirannosauro ci aveva quasi raggiunti e stava per attaccarci. Allora io afferrai con i denti la maglietta del bimbo e lo scaraventai nell'acqua con un lancio lunghissimo. Il bimbo era spaventato e divertito insieme. Quando riaffiorò in superficie urlò: "Wow! Che tuffo!"
"Scusa, era l'unico modo per salvarti. Il tirannosauro non sa nuotare. Ora vieni, se ne è andato. So io dove possiamo nasconderci".
Lo portai in cima al Montesauro dove crescevano piante talmente puzzolenti che avrebbero coperto l'odore di umano e speravo che il tirannosauro non ci avrebbe trovato. In cima al Montesauro c'era una grotta dove potevamo nasconderci.
Così facemmo e ci addormentammo. Nel cuore della notte ci svegliò un rumore "Grrrrrr". Ci aveva trovati. Con i suoi artigli sferzò un colpo. Io per proteggere il bimbo mi misi davanti e il tirannosauro mi ferì gravemente alla base del collo. Sapevo che non potevo più aiutarlo: "Presto! Desidera di tornare a casa e ti ritroverai nella tua cameretta sano e salvo!"
"Solo se tu vieni con me"
"Non posso. Presto vattene!"
"Solo se tu vieni con me" insistette lui. Era difficile tenere a bada il tirannosauro con la ferita che avevo, allora mi arresi "E va bene. Dai chiudiamo gli occhi e ci ritroveremo a casa tua".
Tra tutti i posti sulla terra dovevo finire proprio in una cantina. Con il collo arrotolato e con quel graffio che mi faceva male. Il bimbo fu tanto premuroso. Mi medicò e mi portò della buona erba fresca da mangiare. Mi appisolai. Quando mi svegliai trovai davanti a me venti bambini che mi guardavano a bocca aperta. "Ho chiamato i miei compagni. Anche loro amano i dinosauri". Andammo in un prato isolato dove non ci poteva vedere nessuno e giocammo insieme. Tutti e venti i bimbi salirono su di me, sul collo, sulla schiena e sulla testa e io trottavo e curvavo di scatto e loro urlavano e ridevano di gioia.
"Domani devi venire a scuola con noi"
"Ma non posso. Gli adulti non mi devono vedere".
I bimbi insistettero così tanto che la mattina dopo ci trovammo tutti in classe molto presto prima dell'arrivo
dei bidelli e delle maestre. Io me ne stavo tutto accoccolato in fondo alla classe. Durante la lezione però non ce la facevo più e per sgranchirmi il collo lo allungai. La maestra lanciò un urlo "Che cos'èèèèè!!!!" e tutti i bimbi in coro "Il dinosauro Dino!" La maestra svenne e cadde a terra come una pera cotta. "Bambini me ne devo andare. E' stato bello conoscervi e vedere il vostro mondo. Ma ora devo tornare a casa mia". Abbracciai tutti e poi andai dal bimbo che mi aveva curato e gli dissi "Ti aspetto a Saurolandia". Lui mi dette un bacio sul naso e mi promise che sarebbe tornato presto a trovarmi.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog