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Il diritto di una vita normale

Creato il 28 maggio 2010 da Alessiaarcolaci

Diritto d’asilo e politiche d’integrazione, il convegno promosso dalla Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo
Non è facile costruire un aquilone, ma certamente è difficile mantenerlo in volo e stabilire un dialogo con lui per farlo librare in aria. Hussain Nazari, giovane diciannovenne afgano giunto in Italia nel 2006, racconta così il suo viaggio dalla terra natìa verso l’Italia nel libro Mi brucia il cuore!, disegnando un quadro perfetto della realtà di numerosi adolescenti afgani che giungono in Italia. Del caso degli afgani in particolare, di migranti e rifugiati, di come favorire l’integrazione e l’accoglienza di chi arriva in Italia dopo essere scappato da contesti di guerra e povertà, queste le tematiche affrontate dal convegno “Diritto d’asilo e politiche di accoglienza  e integrazione”, promosso dalla Lega Italiana dei Diritti dell’uomo (LIDU) per presentare la ricerca svolta insieme alle università del territorio romano. All’incontro sono intervenuti Laura Boldrini, portavoce dell’Unhcr, l’alto commissariato Onu per i rifugiati, Franco Pittau, presidente del Cir, consiglio italiano per i rifugiati, Giovanni Levio Ciotti, direttore dell’ufficio immigrazione al Comune di Roma e lo scrittore Eraldo Affinati, moderati dal giornalista Stefano Tomassini. L’obiettivo del dossier è quello di far conoscere la vasta comunità afgana presente in Italia e specialmente a Roma, con le sue speranze per il futuro, le paure e le problematiche del quotidiano. "E’ giusto promuovere iniziative per sensibilizzare le persone al problema dell’immigrazione - ha esordito Franco Pittau - i migranti che chiedono asilo richiedono più attenzione, ormai invece si tende solamente a criminalizzare. Come possiamo non comprendere chi perde lavoro, casa e magari anche familiari e rifiutare loro l’accoglienza?". Laura Boldrini ha invece centrato l’attenzione sull’identità degli italiani come popolo di migranti e sul nostro Paese come crocevia di popoli: "L’italiano ha sempre saputo cogliere le opportunità che derivano dall’immigrazione, oggi chiudendoci in questo modo a chi viene da fuori, rifiutiamo la nostra identità culturale". L’indagine si è focalizzata in special modo sui minori afgani rifugiati, come Hassain Nazari, che affrontano viaggi terribili (ogni viaggio viene pagato circa 5500 euro) cercando di analizzarne il vissuto, per coglierne i fattori principali dell’esperienza migratoria e le esigenze. Sono orfani, bambini e bambine, minori non accompagnati che conoscono a malapena la propria lingua, vittime non colpevoli di un paese scosso da una violenza quasi perpetua; chiedono solo una vita normale.©Alessia Arcolaci(Confronti)

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