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IL DISCO ROTTO #beppegrillo #circomassimo #italia5stelle

Creato il 14 ottobre 2014 da Albertomax @albertomassazza

italia5stelleInutile star lì a cercare di capire se il raduno del Movimento5stelle sia stato un flop in termini di presenze. Certo, a giudicare dalle immagini che si sono viste in giro, le cose sembra che siano andate un po’ al di sotto delle previsioni, ma bisogna tener presente lo spazio smisurato del Circo Massimo. A voler pensare male, l’immenso ippodromo potrebbe essere stato scelto dalla premiata ditta Grillo & Casaleggio proprio per suscitare il solito balletto polemico sulle cifre, essendo così complicato trovare dei parametri per poter stimare attendibilmente il grado di affollamento. Purtroppo per loro, la concomitanza con l’alluvione di Genova ha tolto molti riflettori dall’evento romano e le polemiche sono risultate alquanto annacquate. Il vero flop è stato mediatico, appunto, e non solo a causa degli eventi drammatici di Genova. Appena un anno fa, un simile evento avrebbe catalizzato l’attenzione per un’intera settimana; nello scorso week-end, è scivolato via come un qualcosa di estraneo alla vita politica e sociale dell’Italia, ad uso e consumo esclusivo di militanti e simpatizzanti, senza alcuna via di comunicazione aperta con il resto del paese.

Un ripiegamento su sé stessi che non è da escludere rientri nella strategia di Grillo e Casaleggio di consolidarsi come movimento di opposizione. Non credo che i due siano talmente sprovveduti da non capire che l’appiattimento su posizioni tradizionalmente di destra lascia a Renzi le praterie aperte tra moderati e sinistra in cerca d’autore, mentre il Movimento si trova a competere con Lega, Fratelli d’Italia, Forza Nuova e falchi di Forza Italia per sacche di consenso minoritarie; e questo senza poter calcare la mano sull’immigrazione, il tema più sensibile in funzione del consenso che, se affrontato sistematicamente da Grillo da posizioni di destra, porterebbe a una drammatica crisi d’identità della base movimentista. Lasciando perdere il folklore kitsch di bighe e tartufi bianchi, Italia5stelle ha dimostrato l’incapacità del Movimento di proporsi come soggetto politico nazionale in grado di garantire un’alternativa di governo. L’assenza di dibattito pubblico è il segno tangibile di una forza politica che non vuole aprirsi al mondo, ma vuole adeguare il mondo alle sue fantasiose visioni.

La comunicazione politica è vista solo in funzione del consenso e si riduce a slogan e contrapposizioni; getta la lenza un po’ dappertutto, ma i pesci non abboccano più. Se avesse voluto veramente proporsi come forza di governo, il Movimento avrebbe dovuto cogliere al volo l’occasione di fare il bello e il cattivo tempo con Bersani. Avrebbero avuto la possibilità di incidere pesantemente senza avere responsabilità dirette, intestandosi le cose buone e scaricando sul governo quelle cattive. Il treno perso nella primavera del 2013 non ripasserà mai più ed è inutile che Grillo speri in una catastrofe di Renzi per ritornare a fare bottino pieno. Se fallisse Renzi, ci sarebbe comunque qualcun altro in grado di attrarre il voto moderato, senza il quale non è possibile alcuna prospettiva maggioritaria. Lo straordinario risultato del febbraio dello scorso anno è stato il frutto di una fiducia nelle capacità del Movimento di cambiare le cose dall’interno, anche a costo di scendere a compromessi. Grillo e i suoi hanno preferito continuare a battere il ferro caldo della protesta, fino a portarlo a fusione. Ora non resta che un disco rotto che continua a girare, ascoltato solo dalle orecchie poco raffinate degli accoliti dell’ex comico genovese.



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