Magazine Maternità

Il dolore che siamo

Da Jessi

 

“Katha era una brava persona solo in quanto era ferita.

La sua ferita costituiva la sostanza di quel che lei sapeva.

Quel che mi rendeva pericoloso, o brutto, almeno, non era la mia ferita, ma il modo in cui cercavo di negarla.

Quello che avevo lasciato incompiuto.

Katha accoglieva sua sorella e M-Dog, Mingus rinunciava ad un rene, e Abraham e Francesca portavano minsetra e pollo a Barret Rude Junior.

Sfuggendo alla mia ferita avevo affamato la mia vita.

Ero un ragazzo furibondo di rimozione in attesa di raggiungere la velocità di fuga dalla scena.”

 

(J. Lethem, La fortezza della solitudine)


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