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Il FALO’ DI NATALE IN BASILICATA

Creato il 28 dicembre 2010 da Giuseppe Melillo @giuseppemelillo
Il Natale non è una invenzione della Chiesa ma bensì una sovrapposizione cultuale di derivazione pagana a seguito della corversione dell’impero romano alla religione Cattolica. Il Natalis era presente nel calendario romano, il 21 Aprile come Natalis Romae, in cui si celebrava la fondazione della città e il 19 dicembre , giorno dedicato al Dies Natalis Solis Invicti, la nascita del Sole che girava attorno al culto di Mitra, introdotta nel 218 d.C e ufficializzato da Aureliano. La festività venne succesivamente spostata al 25 dicembre. Sembra che in uno stadio successivo i cristiani abbiano sostituito la festa del Sole Invitto con la Festa della Nascita di Cristo.

Il FALO’ DI NATALE IN BASILICATA

Falò di Natale a Nemoli (fonte Pro Loco Nemoli)


Alcune sopravvivenze popolari , in alcuni centri più interni della Basilicata, hanno resistito ai nuovi riti creando un sincretismo con quelli preesitenti, di origine pagana e propiziatoria. Forse questa è una delle spiegazioni alla presenza in alcune località lucane del Falò di Natale. A Nemoli e San Fele la notte del Natale si accende un falò la cui funzione simbolica sarebbe quella di riscaldare il Bambinetto appena nato, e proteggerlo dal gelo e freddo. Funzione che San Francesco, quando pensò al presepe, affidò al fiato del bue e dell’asinello.
A San Fele il fuoco dura tutto il giono di Natale fino allo spegnimento delle fiamme che così indicano termine della giornata festiva.A Nemoli, in piazza si accatastano tronchi e legna che formeranno il grosso falò che verrà acceso alla vigilia di Natale rimarrà attivo fino all’Epifania. Qui una comunità si incontra consumanndo i dolci della tradizione accompagnati dalle musicihe pastorali delle zampogne e ciaramelle.Le fiamme e il fuoco da sempre e in tutte le religioni e società sono sempre stati indicati come  elementi di festa la cui simbologia era legata alla purificazione, alla scacciata dell'oscurità, del maligno e del negativo ma che aveva anche una forte valenza di rinascita.Inoltre il fuoco, che bruciava dentro il caminetto, era l’elemento centrale attorno a cui le famiglie lucane, povere e ricche si riunivano durante le giornate invernali.
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