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Il fascino lento di Dolce & Gabbana

Creato il 06 dicembre 2011 da Dg_victims @DG_VICTIMS
Il 2011 è stato un anno esaltante e spinoso per Domenico Dolce e Stefano Gabbana. I successi commerciali (+10 per cento sul fatturato rispetto al 2010) si sono accompagnati a una scelta molto discussa dal mercato, quella relativa all’assorbimento del marchio D&G all’interno del brand "genitore" Dolce & Gabbana. Le mosse brusche, però, non spaventano i due, anzi: negli ultimi due anni, hanno caratterizzato la storia e le strategie della loro maison. L’appena nata linea di gioielli, poi, segna un altro passo in un disegno imprenditoriale che, in realtà, ha l’ambizione di guardare molto lontano. Perché debuttare nel mondo dei gioielli in un momento di crisi economica? «Ci siamo posti la stessa con un distinguo: la crisi non ha bloccato solo il segmento dei preziosi, ma tutto il sistema. Per questo, ciò che conta nel fashion system oggi è creare oggetti riconoscibili e fortemente desiderabili. Manufatti che rafforzino da una parte l’identità e la tradizione di un brand; dall’altra inducano al desiderio d’acquisto. Come sempre, poi, oltre al marketing e alle strategie per noi entrano in gioco l’intuito, la pancia e seguire ciò che ci piace. Ed ecco i gioielli, la Sicilia, i simboli del sacro, della scaramanzia e del romanticismo. Elementi che, in realtà, hanno sempre fatto parte del nostro Dna. Ma che grazie a pietre come zaffiri neri, rubini, perle e giade e a metalli preziosi come oro giallo, bianco e rosa si autodefiniscono come oggetti identificativi e desiderabili». Avete scelto di distribuire i gioielli solo nelle vostre boutique. Non è un controsenso della globalizzazione? «A prima vista sì, ma in realtà è stata una scelta oculata. Oggi si assiste a un fenomeno interessante: la rivalutazione della lentezza e dell’esclusività. Abbiamo fatto tutti indigestione di internet e di novità. Si corre sempre per anticipare, per proporre novità, per arrivare sul mercato prima degli altri. È giunto il momento di fermarsi, di convincere i clienti a cercare e a trovare certi prodotti soltanto in certi luoghi. I gioielli Dolce & Gabbana si potranno acquistare solo nelle nostre boutique per ridare allure a un processo, lo shopping di beni di lusso, che per alcuni versi si sta logorando. Non siamo contro l’eshopping e nemmeno contro le nuove tecnologie: la moda, però, si nutre soprattutto di sogni e di desiderio. E non sempre si muove alla velocità di internet». Sicilia, pizzo, sex appeal, stampe dell’Italia che fu: il ritorno alle origini è la novità per conquistare il mercato? «Più ci muoviamo per il mondo, più visitiamo i mercati emergenti e maggiormente capiamo la necessità di definire in maniera lampante e lapidaria la tradizione estetica di un marchio. Da questa esigenza è nata la volontà di unire in un solo marchio D&G e Dolce & Gabbana, un processo di semplificazione necessario e per noi naturale. Dallo stesso principio, poi, arrivano le altre novità. Come la nuova linea di profumi Velvet Collection che punta a una nicchia precisa di consumatori con sei fragranze speciali e un packaging che rielabora un altro nostro classico, il velluto bordeaux. O la nuova campagna pubblicitaria che vede Portofino e Monica Bellucci come simboli riconoscibili e universali per la comunicazione delle collezioni estive. Tornare alle proprie origini, lo ripetiamo, non è un passo indietro ma il primo step per debuttare nel futuro. Il 2012, infatti, vedrà la maison Dolce & Gabbana impegnata in operazioni e iniziative ancora più incisive di quelle intraprese fin qui. Evoluzioni che ci entusiasmano e ci costringono a cambiare nel paradosso di diventare sempre più simili a noi stessi». (fonte: repubblica.it)

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