Showtime, tra i network americani, è uno di quelli spregiudicati. Ma neanche loro ci riescono a chiamarlo per nome. Vabbé, leviamoci il pensiero. La C sta per cancro. Tumore.
Non è una serie di quelle drammatiche o epiche. Non avrebbe senso. La grande C ha fatto visita a tutti noi. E da tempo, ad ogni latitudine, abbiamo normalizzato la disperazione.
E normale è la protagonista, un'insegnante. Che sceglie (normale pure in questo) di non parlarne coi familiari, ma di dare significato ad ogni attimo residuo, facendo cose normali ma nuove.
Normale è la parola d'ordine. Magari due volte nella stessa vita è un po' troppo, magari due volte per una figlia è dura da digerire, ma questa è un'altra storia.
Io posso dire quel che la grande C porta. Innanzitutto si abbassano i toni e la gentilezza tra gli "invitati" fa quasi venire il diabete. Poi si parla tanto, di tutto. Di tutto il resto.
Poi, tra le foto che l'ex piccola di casa ti dá da scannerizzare, ci trovi proprio quelle...
E tu la guardi. E lei: "No, è un caso, mica perché..."
Appunto, mica perché. Coi puntini di sospensione.
Sentitevi questa. Non c'entra il testo, ma è bella. E toccatevi per verificare che ci siete ancora. Senza onanismo, è una biologia più essenziale.
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