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Il Flaminio rimpallato: tanti pretendenti ma nessuno lo sposerà

Creato il 24 maggio 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Il Flaminio rimpallato: tanti pretendenti ma nessuno lo sposeràDavide Stoppini, La Gazzetta dello Sport Roma

Strana la storia del Flaminio. Di fatto, non si sa che fine farà dal primo luglio in poi. Il Coni non rinnoverà la convenzione con Roma Capitale, che dopo il 30 giugno tornerà dunque a gestire in prima persona l’impianto. È uno stadio malaticcio (eufemismo), colpa di qualche intervento sbagliato negli ultimi anni che ha provocato infiltrazioni di acqua nel cemento armato, tralasciando le condizioni precarie degli ambienti interni. A Claudio Lotito è stato offerto a più riprese, negli ultimi anni, anche con Veltroni sindaco. L’ultima volta è accaduto due giorni fa, per bocca del delegato allo sport di Roma Capitale, Alessandro Cochi. E per la prossima settimana gli uffici del sindaco Alemanno hanno invitato a un incontro prima la Fir—anche se ufficiosamente il progetto «Casa del rugby» pare già svanito —, poi la stessa Lazio: lo volete?
E’ il sogno dei tifosi biancocelesti, ora forse fa gioco anche a Lotito, nell’infinita querelle con il
Coni per l’altro stadio, l’Olimpico. Ma realizzare i sogni costa. Quanto? Ristrutturare il Flaminio, compresi tutti i lavori per ottenere l’eventuale licenza Uefa, vorrebbe dire tirare fuori circa 20 milioni di euro. È una stima, ovviamente, ma c’è anche chi fa riferimento a numeri superiori. Di sicuro, è una cifra che potrebbe avere un senso spendere solo se il Flaminio fosse un progetto a lungo termine, e non una soluzione ponte.
Roma Capitale pensa di riproporre a Lotito più o meno gli stessi interventi pensati tempo fa con la Fir, dunque un adeguamento da 23 mila posti (la capienza reale del Flaminio) a
41 mila. A quel progetto avevano posto un veto i 14 eredi dell’architetto Pier Luigi Nervi. Veto che però oggi sarebbe aggirabile, essendo trascorsi più di 50 anni dalla costruzione. Impensabile invece aumentare la capienza con i ponteggi utilizzati per l’ultimo Sei Nazioni: solo per un mese quelle strutture costavano mezzo milione di euro, moltiplicate per 12 e capirete l’effetto che fa. Per mettere a norma l’impianto secondo la legge Pisanu (tornelli, aree prefiltraggio etc…), poi, servirebbero da 3,5 ai 5 milioni di euro. Pensate: al Flaminio dovrebbero essere cambiate anche le torri faro, perché l’illuminazione attuale non sarebbe sufficiente per una trasmissione dell’evento in HD, come richiesto dall’Uefa. E poi i seggiolini, i separatori interni, la sala stampa, le aree sponsor. Pronostico? Resterà un sogno dei laziali. A fine giugno Lotito rinnoverà per una stagione con il Coni la convenzione per l’Olimpico: tre milioni e passa la paura (di non giocare). E il Flaminio? Finalmente sarà stato usato. Ma per altri scopi.


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