Magazine Attualità

Il fratello Brontë e “Lydia Gisborne”, una poesia.

Creato il 22 settembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Branwell Brontë, self-portrait, 1840

Branwell Brontë, self-portrait, 1840

di Giuseppe Leuzzi. Le sorelle Brontë avevano un fratello. Dopo Charlotte, Emily e Anne, veniva lui, Patrick. Era il minore e lo è rimasto, dimenticato. Benché fosse studioso di storia, esperto di latino e greco, pittore suggestivo, musicista raffinato, e un po’ disperato. Disperato realmente, non seppe tenersi un lavoro, non ebbe amici o quasi, e viveva al pub. Nel famoso ritratto delle tre sorelle nel 1834, che è opera sua, si cancellò una notte in un ascesso di furia – è l’ombra al centro, trasformata in colonna. Lo rianima Silvio Raffo, rianimatore di tanta poesia angloamericana femminile, facendo uno strappo alla specializzazione, con i test originali e una presentazione simpatetica.

Il fratello fu geniale già da subito. Compilatore con Charlotte del  “leggendario ciclo di “Angria”, come già dei “Young Men”, una serie di giochi di ruolo, molto inventivi nella ripetitività. Dagli undici anni, gennaio 1829, alimentò un proprio “sito”, un periodico come usava, che intitolerà “Branwell’s Blackwood’s Magazine”, una satura  di poesie, drammi, critica, storie, dialoghi. Il “Blackwood Magazine” era la pubblicazione nella quale aveva seguito appassionato le sue prime letture seriali, le “Noctes Ambrosianae”, una serie di avventure di vari autori ambientate nella taverna di un Ambrogio – il periodico rifiuterà costantemente i suoi testi. Scrisse a De Quincey, che lo invitò. Scrisse a Coleridge, che voleva rispondergli positivamente ma non lo fece – la lettera è rimasta incompiuta. E presto si spense, a 31 anni, sfinito dall’alcol e dall’isolamento – nelle famiglie che lo presero a precettore s’innamorava impropriamente, della figlia, della moglie, etc.

Fu soprattutto il fratello di Emily, che morirà tre mesi dopo di lui – ma tutti poi morirono presto: Anne sette mesi dopo Patrick, Charlotte sette anni dopo. Ora si ricorda per la vita, anche in queste “Poesie”.

Patrick Branwell Brontë, Poesie, La Vita Felice, pp. 94 € 9

——-

Lydia Gisborne –  A poem by Patrick Branwell Brontë

On Ouse’s grassy banks – last Whitsuntide,
I sat, with fears and pleasures, in my soul
Commingled, as ‘it roamed without control,’
O’er present hours and through a future wide
Where love, me thought, should keep, my heart beside
Her, whose own prison home I looked upon:
But, as I looked, descended summer’s sun,
And did not its descent my hopes deride?
The sky though blue was soon to change to grey –
I, on that day, next year must own no smile –
And as those waves, to Humber far away,
Were gliding – so, though that hour might beguile
My Hopes, they too, to woe’s far deeper sea,
Rolled past the shores of Joy’s now dim and distant isle.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog