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Il furto dell’identità elettronica: Introduzione

Da Cindi

Il furto dell’identità elettronica: IntroduzioneLa diffusione di servizi web-based evoluti ha portato all’affermazione di Internet come canale per le transazioni di natura economica tra il cittadino e le imprese, le banche e la pubblica amministrazione. Nel loro processo di affermazione, l’e-commerce, l’e-payment, l’e-banking e l’e-government hanno reso necessario lo scambio on-line di dati volti a garantire il riconoscimento dell’identità delle controparti. In questo scenario si creano gli spazi per nuove forme di frodi informatiche finalizzate a sottrarre e a utilizzare per scopi illeciti i dati che rappresentano l’identità elettronica del cittadino. Il tema della sicurezza assume, quindi, un ruolo strategico per consentire la sostenibilità del nuovo paradigma di relazione con l’utente in quanto le frodi informatiche, benché siano a oggi un fenomeno marginale, rischiano di minare la fiducia degli utilizzatori della Rete, impedendo la diffusione dei servizi più evoluti.
Con l’intento di diffondere le esperienze nell’ambito del furto di identità elettronica, sì da tracciare – senza pretesa alcuna di completezza – il quadro degli impatti del fenomeno e delle possibili contromisure, si propone uno breve studio sull’argomento con l’intima convinzione che per combattere il nemico bisogna, prima di tutto, conoscerlo senza alcuna paura o timore.

L’avvento di Internet ha fortemente influenzato tutta l’attività bancaria, imponendo, da un lato, una ridefinizione dell’offerta e dei canali di distribuzione e, dall’altro lato, offrendo nuove possibilità di business. Le potenzialità dell’e-banking e dell’e-business in generale rappresentano un’importante sfida per il sistema bancario.

Da questa considerazione, nel dicembre del 2000 è nata una nuova associazione di banche, l’e-Committee – Comitato di Coordinamento delle Infrastrutture per l’e-banking – con competenza nell’ambito della progettazione e realizzazione di prodotti, servizi e sistemi a supporto delle attività on-line delle banche, definendone altresì le caratteristiche tecniche, gli standard qualitativi e gli aspetti normativi. A oggi l’e-Committee conta circa 225 banche associate che rappresentano oltre il 90% del mercato dei sistemi di pagamento in Italia.

Secondo un’indagine dell’Osservatorio e-Committee, l’84,6% degli acquirenti on-line (1.538 mila individui) ha pagato con carta di credito, con un incremento del 57,5% rispetto agli anni scorsi, il 40,7% ha pagato off-line, il 25,3% con entrambe le modalità. Il trend di crescita dei “pagatori elettronici” registra quindi tassi molto superiori a quelli relativi alla crescita complessiva della rete, benché i valori assoluti siano ancora contenuti: l’e-commerce cresce, anche se complessivamente non è ancora un comportamento diffuso. Sempre leader dell’e-payment in Italia il settore dei viaggi on-line: il 35% degli acquirenti on- line ha acquistato un viaggio o un biglietto aereo o ferroviario. In valore assoluto gli acquirenti del settore sono oltre 750 mila, con un incremento del 23,7% rispetto al primo semestre. Accanto ai viaggi, gli acquirenti on-line comprano computer e apparecchiatura elettronica (22%), ricariche telefoniche (9%), libri (6%), oltre che contenuti digitali (5%) e stampe digitali. Il “Sales Convertion Rate” (SCR), il tasso di conversione all’acquisto, è dell’11,4% sul totale dei siti di pagamento: ciò significa che, su 100 navigatori che accedono a un sito di e-payment, 11,4 concludono la transazione.

A ben vedere, l’esperienza dell’e-payment mette in luce come esista una relazione diretta tra la fiducia nei confronti della sicurezza del canale e l’utilizzo evoluto/dispositivo dello stesso. In particolare è possibile osservare come a un uso estremamente diffuso della rete come strumento di raccolta di informazioni sugli acquisti, non corrisponda un altrettanto esteso ricorso all’e-commerce e, soprattutto, ai pagamenti elettronici. Da un’indagine dell’Osservatorio emerge chiaramente che tale fenomeno è principalmente dovuto a una carenza di fiducia nella rete e, in particolare, nei livelli di sicurezza legati al processo di pagamento.
Benché i problemi e i disservizi riscontrati dagli e-shopper riguardino principalmente l’ambito logistico (36% “il pacco è arrivato in ritardo”, 27% “il corriere non mi ha trovato e ho dovuto recuperare il pacco”, 23% “il prodotto è arrivato un po’ rovinato”), o comunque legato alla relazione con l’esercente (34% “annullata parte dell’ordine per indisponibilità del prodotto”; 18% “l’oggetto era diverso da come descritto”), due potenziali e-shopper su tre rinunciano all’acquisto on-line perché non si fidano a comunicare il numero della propria carta in Rete ciò, evidentemente, con pregiudizio per i commerci delle nostre imprese.


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