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Il Futurismo

Creato il 08 marzo 2009 da Robertovitarelli

Il futurismo è un movimento letterario e artistico e nacque nel 1909 per iniziativa di Filippo Tommaso Marinetti. Attraverso una serie di manifesti, il movimento futurista propugnò un’arte estremamente critica nei confronti delle forme espressive tradizionali e fondata sul concetto di dinamicità. La dinamicità, il movimento, gli spostamenti sono gli elementi più evidenti della vita nelle moderne società dei paesi industrializzati e traggono origine dalla forte diffusione del sistema produttivo industriale che, a partire dalla seconda metà dell’ottocento, interessò i principali paesi occidentali. Le città, da questo momento in poi, furono animate dal movimento delle automobili, dalle luci dell’illuminazione elettrica e dal frenetico ritmo produttivo delle fabbriche. Charlie Chaplin, in Tempi Moderni, ci da un’immagine molto ironica, ma significativa, dell’estrema rapidità che caratterizza il lavoro industriale:

Il Futurismo

Agli occhi dei futuristi la velocità insita nella modernità divenne fondamento di un nuovo modo di fare arte. Il primo manifesto futurista fu pubblicato per la prima volta il 5 febbraio del 1909 sul quotidiano La Gazzetta dell’Emilia e successivamente sul giornale francese le Figaro  il 20 febbraio 1909. Qui sotto è riportato un breve filmato in cui una voce fuori campo enuncia alcuni  punti programmatici di questo primo manifesto. Guardiamolo:

Il Futurismo

La seguente immagine è un jpg del Manifesto Futurista pubblicato nel 1909 sul giornale francese Le Figaro.

Il Futurismo

I primi 11 punti del manifesto recitano:

  1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerarietà.
  2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
  3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità penosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
  4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo…un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
  5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
  6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
  7. Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere conseguita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.
  8. Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli!..Perchè dovremmo guardarci alle spalle se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’Impossibile? Il tempo e lo spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poichè abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
  9. Noi vogliamo glorificare la guerra  – sola igene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
  10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.
  11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e  il volo scivolante degli areoplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

E’ dall’Italia che lanciamo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo, perchè vogliamo liberare questo paese dalla fetida cancrena di professori, d’archeologhi, di ciceroni e di antiquarii.

Secondo Maurizio Calvesi, il quarto punto del manifesto elogia l’automobile come simbolo di un progresso che libera dai vincoli del razionalismo esaltando l’irrazionale. Marinetti riteneva infatti che la genialità facesse molte delle sue scoperte proprio nel nostro inconscio. Ma chi è Filippo Tommaso Marinetti?

Il Futurismo

Nacque ad Alessandria d’Egitto il 22 dicembre 1876 da genitori italiani; alcuni anni dopo la famiglia ritornò in Italia, a Milano. Recatosi a Parigi per studiare, ottenne il baccalaureato (che corrisponde al nostro diploma di maturità) nel 1893. Nel 1899 si laureò in giurisprudenza, ma decise di dedicarsi alla letteratura componendo poesie ispirate al modello simbolista e a D’Annunzio. Propose il genere letterario delle “parole in libertà” che prevedevano l’abolizione della punteggatura e della sintassi, e l’uso di caratteri di dimensioni e colori diversi. Fu cronista nel 1911 durante la guerra Italo-Turca e partecipò alla prima guerra mondiale. In seguito aderì al fascismo e, nonostante l’età, prese parte alla guerra d’Etiopia del 1936 e alla spedizione italiana in Russia. Morì nel 1944.

Vorrei chiedere ai lettori del mio Blog: cosa ne pensate del futurismo? Se volete, potete segnalarmi del materiale da pubblicare su questo argomento. Ogni vostra riflessione sarà graditissima. Grazie.



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