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Il giocatore

Creato il 02 gennaio 2012 da Antonino1986

Il giocatoreTrama e recensione de Il giocatore, opera di Fedor Dostoevskij , edito da Newton Compton.

 

Il giocatore

È d’obbligo sottolineare che per un autore come Dostoevskij non serve alcuna presentazione. C’è da dire solo che è risultato un grande maestro di scrittura, a volte incongruente ed incostante, ma che ha tratto da questo suo essere tutta la sua grandezza . In rifiuto alla violenza dell’ ambito familiare nel quale è cresciuto, Fedor stacca maniacalmente dall’uomo tutte quelle etichette che lo vogliono legato ad una società convenzionale ed astratta , sempre appresso ad una dicotomia che vede santi e demoni, libertà e regole, fede e ateismo, istinto e ragione. Dostoevskij studia la psiche dell’uomo  che rincorre il bene ma convive e lotta contro il male attraverso una selva di prove spesso dolorose e angoscianti.

Così, assillato nella vita quotidiana (l’impellenza di dover consegnare un romanzo al suo editore-aguzzino con la minaccia di veder pubblicate le sue opere precedenti senza vedere un quattrino) nel giro di un mese “il giocatore” vede la luce. Una luce che un giocatore in realtà non vede mai. A volte l’illusione del denaro vinto ti abbaglia, ma alla fine nemmeno una fiammella ti resta accanto. Non importa che al tavolo verde tu sia un novellino (cosa che Dostoevskij descrive magistralmente nel suo protagonista, Aleksei Ivanovic, sedotto dai rumori, dai vestiti, dagli inganni, dalle zuffe attorno alla sala da gioco ) o un professionista: la sventura prima o poi ti accompagna alla porta!!! Nel suo sottile attacco alla borghesia europea (tedeschi, francesi, inglesi, russi all’estere) Dostoevskij  sottolinea la miseria,  la superficialità,  l’inettitudine,  la permalosità di tutti i personaggi che si intrecciano ad Aleksej e che lo spiazzano sempre portandolo al gioco, perché solo una eventuale vincita potrebbe avvicinarlo all’amata Polina. Non riuscendovi, e sperperando tutto, inizia un lungo viaggio, amaro e speranzoso nei vari casinò d’ Europa, ad inseguire l’ultima puntata con la vana speranza che “domani” tutto terminerà.


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