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Il gioco dell’angelo–Carlos Ruiz Záfon

Creato il 24 febbraio 2015 da Alenixedda @alenixedda

Il gioco dell’angelo–Carlos Ruiz ZáfonNella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno, inconfessabile quanto universale: diventare uno scrittore. Quando la sorte inaspettatamente gli offre l'occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine ad arridergli. È proprio da quel momento tuttavia che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona ora familiare, più spesso sconosciuta e inquietante, dai cui angoli fanno capolino luoghi e personaggi che i lettori de "L'ombra del vento" hanno già imparato ad amare. Quando David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore - scrivere un'opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti dell'umanità -, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria.
Diamo con enorme piacere il bentornato a Carlos Ruiz Zafon nella mia biblioteca! Ho letto questo romanzo con entusiasmo crescente, ritrovando quello stile che tanto avevo amato ne L’ombra del vento e in Marina.
Indubbiamente la cosa che preferisco è proprio lo stile di scrittura di Zafon: in poche pennellate riesce a dipingerci una Barcellona insolita, cupa, decadente e piena di mistero; con poche frasi caratterizza in modo estremamente sfaccettato i suoi personaggi, mai piatti ma anzi ricchi di contraddizioni interne (per dire, anche il cattivo più cattivo è capace di provare compassione o affetto verso una sua vittima…)
Il gioco dell’angelo–Carlos Ruiz Záfon   Il gioco dell’angelo–Carlos Ruiz Záfon
La storia scorre incalzante e parecchio ingarbugliata, ma questo non fa che tener desta l’attenzione del lettore che si ritrova a dover risolvere un rompicapo insieme al protagonista, un mistero che potrebbe costargli la vita e tutti gli affetti, con la sensazione perenne che nulla è come sembra.
E sempre presenti nello sfondo, i libri : la lettura e la letteratura sono i veri motori di tutte le vicende del libro, insieme all’amore, al desiderio di successo e alla lealtà reciproca.
Non voglio dilungarmi oltre, vi lascio qualche frase che ho amato particolarmente e vi consiglio caldamente di leggere questo romanzo così intenso e avvincente!

StarStarStarStar Star 5 STELLINE!!

La gente normale mette al mondo dei figli; noi romanzieri dei libri. Siamo condannati a metterci la vita, anche se quasi mai ce ne sono grati. Siamo condannati a morire nelle loro pagine e a volte perfino Il gioco dell’angelo–Carlos Ruiz Záfon
a lasciare che siano loro a toglierci la vita  

"Sai qual è il bello dei cuori infranti?" Domandò la bibliotecaria. Scossi la testa. "Che possono rompersi davvero soltanto una volta. Il resto sono graffi."
     
L'invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato. Fortunato colui al quale latrano i cretini, perché la sua anima non apparterrà mai a loro.  
«Ha una brutta faccia» sentenziò.
«Indigestione» replicai.
«Di cosa?»
«Di realtà»

   La vita le aveva insegnato che viviamo di grandi e piccole menzogne quanto dell’aria. Diceva che se fossimo capaci di vedere senza paraocchi la realtà del mondo e di noi stessi per un solo giorno, dall’alba al tramonto, ci toglieremmo la vita o perderemmo la ragione.
   Una delle prime risorse dello scrittore professionista che Isabella aveva imparato da me era l'arte e la pratica di procrastinare. Ogni veterano del mestiere sa che qualunque occupazione, dal temperare la matita al catalogare le ragnatele, ha la priorità al momento di sedersi alla scrivania per spremersi le meningi.

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